Libano: Persepolis, no grazie.

Le candidature all’Oscar sono ormai passate da un pezzo, con le statuette ormai consegnate e pronte a fare da ferma porta nelle case dei vincitori. Ma non è di un vincitore degli Oscar che mi trovo, mio malgrado, a parlare quanto invece di uno dei candidati. Il film in questione è addirittura una pellicola di animazione, ma che nonostante il suo genere, ha fatto parlare molto anche nel mondo occidentale per la sua visione del mondo islamico; la pellicola in questione è Persepolis.

Persepolis, film di produzione franco-americana (ma con regista iraniana), narra la storia di Marjane, una bambina di 8 anni, che vive la propria esistenza a Teheran. Il periodo storico che vive Marjane è uno dei più tormentati. Ci troviamo infatti in quel periodo di trepidazione dovuto alla Rivoluzione in Iran che porterà alla caduta dello Scià e l’instaurazione dei “pasdaran” con il controllo di comportamenti e costumi. Costretta a causa della guerra che vive il suo paese a fuggire a Vienna, Marjane vive la sua seconda rivoluzione, questa volta intima, con i suoi amori adolescenziali, ma allo stesso tempo vive la solitudine e l’esilio dal suo paese natio.

La regista, Marjane Satrapi, è una illustratrice e fumettista iraniana che ha passato la sua infanzia a Teheran, come la protagonista del film, che vuole essere appunto lei (da qui il nome Marjane). Il film è stato elogiato dalle critiche di tutto il mondo, perchè in grado di dare una visione molto realistica di un preciso periodo storico.