Terremoto su Annozero

Promettono tempi rapidi i magistrati della Maxi-inchiesta sui crolli del terremoto in Abruzzo. C’erano state denunce sulle crepe alla Casa dello Studente. Una tragedia che poteva essere evitata? Sono 8 i ragazzi morti. Su questo e molto altro si è scatenata la tempesta sulla puntata del 9 aprile di Annozero.

Cruciale dar voce a istanze diverse, dice oggi Sergio Zavoli, Presidente della Vigilanza della Rai. La vigilanza è pronta a esprimere un giudizio. Ma dopo le critiche del presidente della Camera, Gianfranco Fini, e del Premier Silvio Berlusconi, la polemica si infervora. Per Maurizio Gasparri, è la tv dell’odio. Chissà perché si chiede un parere sempre a lui. Per la Lega, si tratta di un polverone inutile.

Santoro indecente. Parola delle massime autorità dello Stato. La puntata incriminata è proprio quella sul terremoto. Per Santoro e i suoi avrebbe riportato in auge “i danni prodotti dal modo in cui sono state costruite le città, soprattutto i luoghi pubblici come gli ospedali e le scuole”. La puntata si chiama Risurrezione. E tira in ballo la questione morale, in merito alla costruzione degli immobili, che investe istituzioni, amministratori pubblici e cittadini comuni e mortali.

Il programma, per Santoro, era incentrato sull’assenza di una pianificazione che riuscisse a utilizzare al meglio l’enorme concorso umano messo in campo dalla Protezione Civile e dai soccorsi. Proprio questo elemento – l’aver toccato coloro che indubbiamente sono oggi eroi nazionali, e una macchina organizzativa che sembra aver funzionato molto bene – ha scatenato la polemica.

In più l’approfondimento ha toccato gli elementi a questo punto scottanti e drammatici di gestione – buona, cattiva o x – delle regole urbanistiche e le norme sulla sicurezza. Fare la stessa puntata tra due settimane sarebbe stata un’altra cosa. A voi i commenti, sull’opportunità o meno della polemica stessa. Terremoto su Michele. E su noi tutti.

2 commenti su “Terremoto su Annozero”

  1. La cosa simpatica è che Santoro non ha attaccato gli eroi nazionali, quelli che mettono le mani nelle macerie per estrarvi corpi, ma quelli, più infami, che non hanno fatto il loro dovere in precedenza, con piani e predisposizione di beni di primissima necessità.

    Ruotolo era al comando operativo della Protezione Civile, dove a quattro giorni dal terremoto non c’era ancora un responsabile, un capo. Si faceva tutto come veniva, alla bell’e meglio. Ammazza e che organizzazione.

    Il problema cruciale, ancora, sono gli infami che stanno più in alto, quelli che hanno tagliato i soldi alla protezione civile e moltiplicato le sue competenze, spostandole sui grandi eventi.

    Ma in un Paese come l’Italia il problema non è l’inefficienza: possono anche morire diecimila persone, ma il colpevole sarà sempre chi denuncia la causa di questa strage, ma non chi ha costruito con la sabbia di mare o chi non ha fatto il proprio dovere istruendo la popolazione e pianificando l’eventuale emergenza.

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