Individuato gruppo hacker Anonymous in Italia

Foto: Ap/LaPresse

Sono stati identificati dalla polizia Italiana, alcuni esponenti del gruppo Anonymous in Italia. Tra i vari arresti partiti questa notte, c’è anche uno dei principali promotori, si pensa il capo di questo gruppo italiana, residente nel Canton Ticino. Con l’ausilio della polizia cantonale ticinese, questa notte il ragazzo al ragazzo è stata perquisita casa e quindi portato via tutto il materiale informatico presente nell’abitazione.

Sono circa 32 le perquisizioni portate a termine nella notte. In totale sono 8 i denunciati, tra cui anche un minorenne. Le persone denunciate, non potranno essere accusate di nulla, se non di aver causato problemi economici ai siti colpiti dai loro attacchi. Eni ha già quantificato in svariate migliaia di euro il danno procurato dall’attacco. Quindi, per ora, si parla solamente di risarcimenti e spese processuali, le quali, sicuramente, non saranno di poco conto.

Furto di identità

Il post in oggetto sarà un tantino off topic, ma tant’è. La riflessione e la vicenda hanno un che di sociale che potrebbe far scaturire delle riflessione. Ho trovato i commenti a questo post dove venivano riportate le parole e l’interpretazione di Giorgio Gaber.

Mi era venuto in mente quel giorno, dall’alto della sua grandezza.

Berlusconi: Cancellata fermata bus davanti a Palazzo Grazioli

Roma Palazzo Berlusconi-GrazioliAggressione Berlusconi. Dopo le richieste di limitazioni a Internet arrivano anche le limitazioni ai percorsi delle linee bus. Da questa mattina, infatti, la fermata degli autobus in via del Plebiscito, a Roma, davanti a Palazzo Grazioli, dove risiede Silvio Berlusconi, è stata cancellata. Le linee 30, 62, 63, 64, 70, 81, 87, 130, 186, 492, 571, 628, 810, n5, n6, n7, n15 e n20 non si fermeranno più davanti alla residenza romana del premier. La decisione ha il duplice scopo di rendere più scorrevole il traffico capitolino e salvaguardare l’incolumità del presidente del Consiglio. L’Atac ha motivato l’intervento “per ragioni di sicurezza, legate alla vicinanza della residenza del presidente del Consiglio”.

Se il Ku Klux Klan sbarca in Italia

Ku Klux Klan

La notizia si commenta con ogni probabilità da sè. Ma dà certo la cifra dello stato in cui versa l’umana mente, che può oscillare (e lo fa) tra follie e nevrosi più o meno individuali o collettive. L’appello è: aderisci e salva la stirpe bianca. Appello rivolto a chiunque voglia accoglierlo.

Fa paura, fa un po’ impressione, fa rabbia. L’importante è che non faccia, come di consueto, indifferenza. Anche se in quest’ultima ipotesi, in quanto italiani, siamo abbastanza bravi. Digitando su Google “United northern and southern knights of the KKK” troverete il loro sito. Si tratta a della maggiore “sezione” americana del Ku Klux Klan, a Fraser, nel Michigan, che anima anche l’appello in Italia.

Debora Serracchiani, l’Obama italiana (?)

Debora Serracchiani sbarca in Europa col Pd e viene preferita a Silvio Berlusconi: in Friuli è stata votata più del Premier. I fan sul web la amano e scrivono di lei “Yes, she can“. Attenzione, l’ultimo italico che ha detto Yes, we can si sta ancora leccando le ferite.

Ho sentito spesso chiedere, da una giornalista (???) che non stimo ai suoi intervistati: “Secondo lei chi è l’Obama italiano?“. Che domanda. Un parallelismo di semplificazione che sfiora l’ignoranza più totale – quanto meno in una questione posta in questo modo. Ma lei era – e se legge sa perfettamente che sto parlando proprio di lei – una non giornalista. Sapeva scrivere, e conosceva (conosce, credo, ancora) molto bene un certo mondo della politica italiana vicina e lontana. Quello stesso mondo che dubito le dia oggi ancora corda, perchè di “truffe” ne ha già fatte molte, e a danno di molti. Danni più o meno grandi, morali e materiali.

L’Obama italiano, in quella semplificazione, non esiste. Altra cosa, invece, è analizzare l’effetto “digitale” brandizzato Obama e ricercare eventuali casi di studio all’italiana.

Rete e libertà, a volte ritornano

carlucci

Sono iscritta su Facebook al gruppo Gli Eletti. Un progetto che offre gratuitamente a ciascuno degli oltre 150.000 rappresentanti politici (tutti, proprio tutti, dal consigliere comunale al parlamentare europeo) spazi di visibilità personali e aggiornabili. Un nuovo modo di fare politica e soprattutto comunicazione politica. Anche per gli italici rappresentanti, così restii al cambiamento.
Mi è giunta la seguente comunicazione:
Circa un mese fa, Gabriella Carlucci ha rilasciato un intervista al direttore editoriale del nostro portale, seguita da un’aspra polemica che ancora continua in Rete.

Gabriella Carlucci, genio informatico

La proposta di legge per regolamentare Internet dell’Onorevole Gabriella Carlucci? Scaltrezza di questi giorni. Potevano fare un .pdf, potevano farlo su un altro pc, potevano inventarsi l’account Pippo Pippo. Ma no, perché? La democrazia parte da Internet, ma è necessaria la tracciabilità dell’utente, dice l’Onorevola. Sul blog di Stafano Quintarelli un interessante dibattito sui contenuti della proposta. Nel fattempo, invece, quanto Massimo Mantellini riporta sul suo weblog ha dell’esilarante.

Era nell’aria da un po’ l’intenzione dell’ex showgirl di proporre un disegno di legge (Atto Camera n. 2195) “per assicurare la tutela della legalità nella rete internet e delega al Governo per l’istituzione di un apposito comitato presso l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni”. Il titolo è: Proposta di legge per “Internet territorio della libertà, dei diritti e dei doveri”. Provate a scaricare dal sito della Carlucci il .doc, e banalmente a verificarne le “proprietà”.

Forse non tutti sanno che…

L’ordinamento italiano dovrebbe recepire la direttiva Europea 2006/24/CE sull’archiviazione dei dati (data retention). La direttiva in oggetto prevede che i dati delle connessioni internet, ma anche la corrispondenza via mail e le chiamate effettuate dai cellulari dovrebbero essere raccolte in banche dati.

Si tratta dei dati di tutti. Il traffico voce e dati di tutti gli italiani – così come di tutti gli europei, verrà archiviato. Solo le autorità preposte potranno accedervi, in caso di necessità e di controllo per indagini e inchieste. Gli altri paesi dell’Unione, in larga parte, hanno già recepito questa normativa.

In Svezia, ad esempio, i servizi segreti possono fruire del nuovo strumento già dal giugno scorso. Anche Gran Bretagna e Francia vengono definiti dagli “apocalittici” paesi spia.

Brunetta sbarca su Facebook

Renato Brunetta, Ministro Pubblica Amministrazione e Innovazione, ha 16.391 sostenitori alle 14.22 di oggi su Facebook. Scivola sul social network perché è giovane, scrive l’Unità. Ecco il testo del suo primo intervento video, dal Corriere:

Amici di Facebook, buongiorno. So che siete in tanti. Questa è la prima volta che mi rivolgo a voi. Grazie, intanto, di esserci. Io finora non ho fatto niente per colloquiare con voi. Da adesso, se vorrete, potremo parlare un po’ insieme. Vi racconterò le cose che faccio. E magari, se voi mi date qualche suggerimento, qualche reazione, lavorerò anche meglio. Tutto qua. Grazie ancora, vediamo se funziona. A vostra disposizione

Vediamo se funziona

A qualcuno piace caldo (gli italiani e il web)

Sottotitolo: analisi semiseria delle news più cliccate in rete (fonte Corriere.it).
Metti un lunedì pomeriggio casalingo. Dopo un fine settimana di calcio dilettantistico giovanile apri internet, accendi la tivvì all’ora del tiggì, sfogli un quotidiano. In quarta pagina di un noto quotidiano a diffusione nazionale, il ministro per la semplificazione Roberto Calderoli semplifica da par suo:

Piuttosto che reintrodurre l’Ici mi brucio davanti al Quirinale

Previa poi specificare che sarà la nuova service tax a sopperire ai deficit di bilancio patiti dalle amministrazioni locali dopo la dipartita dell’Ici sulla prima casa. Decidi allora di passare al tubo catodico, seppur controvoglia, e il dito cade inopportunamente su rete 4.
Per intenderci, un canale irregolare, illegale, insomma clandestino, ma a piede libero. E se ti sfugge il perchè sia ancora a spasso sull’analogico – nonostante le sentenze di svariati tribunali in Italia e non solo – non potrai restare indifferente di fronte alle accuse di partigianeria rivolte al suo padre-padrone Emilio Fede. Ipse dixit, tra un servizio contro Prodi e uno contro Veltroni

D’altro canto la situazione di grave crisi in cui versano le famiglie italiane, sempre più in difficoltà ad arrivare alla fine del mese, è chiaramente dovuta al governo precedente, il governo Prodi, che ha messo in ginocchio gli italiani

Ok, chiudiamo anche la televisione. Ed apriamo internet. Leggiamo la posta, l’ennesima catena di S.Antonio che – a differenza di tutte le altre catene di S.Antonio – stavolta garantisce soldi, sesso, fama, scudetto all’Inter per i prossimi dieci anni, miracoloso allungamento del pene di svariati centimetri e, dulcis in fundo, cinque più uno al superenalotto. Passiamo dunque ai siti informativi. E ci imbattiamo nella classifica dei PIU’ LETTI. E qui si scherza molto poco. Gli italiani, si sa, vanno matti per le classifiche. Il perchè è materia di studio di sociologi e antropologi e noi non vorremmo mai sovrapporci ai loro immani sforzi, ma lo specchio delle dieci più lette del sito più cliccato d’Italia ci offre qualche spunto di riflessione.

Tengo famiglia

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E’ questo il nome di un interessante sito/esperimento nato solo casualmente all’indomani delle ultime elezioni politiche con uno scopo ambizioso. Sottotitolo: Esercizio per tentare di comprendere i risultati dei recenti governi Italiani. Si precisa in homepage: Questo documento è stato preparato da soggetti apolitici e apartitici. Non è dunque né di destra, né di sinistra, né di centro.

Essendo francamente impossibile potersi fare un’idea dell’effettivo operato dei governi attraverso i media tradizionali, i ragazzi di Tengofamiglia hanno di fatto bypassato la mediazione di giornali e TV e per il loro esperimento si sono recati direttamente alla fonte, i dati. Carta canta.

La ricerca condotta mette a confronto i governi italiani succedutisi dal 1994 al 2008 – per intenderci dal primo Berlusconi all’ultimo Prodi – con alcuni paesi stranieri, prendendo in considerazione una serie di valori in qualche modo suscettibili all’azione dei governi. Il risultato, almeno teoricamente, dovrebbe portare ad una più chiara visione dell’operato di chi ci governa, ma nasce forse con un intento più provocatorio che tecnico. In sostanza– testuale – questo documento è utilizzato da chi lo ha prodotto come strumento di difesa contro le affermazioni (spesso non documentate) dei politici di vario orientamento. Ma passiamo al succo.

Blogaction!

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Ai partiti politici, ai politici italiani, agli organi di informazione, alla cittadinanza tutta


Questa lettera nasce da uno sforzo collettivo di cittadini italiani della Rete, che si sono confrontati in maniera concreta e proficua usando i mezzi offerti dal social network e partendo da un approccio comune e condiviso, al di là dell’appartenenza politica di ciascuno, per agire attivamente nell’attuale contesto politico e socioculturale.


Vogliamo richiamare l’attenzione di chi ci governa, degli organi d’informazione e delle istituzioni verso quelli che dovrebbero essere i principali obiettivi di una politica civile, etica e basata sul bene comune.


La tutela dei valori costituzionali del nostro Paese: laicità dello Stato; diritto al lavoro e alla sicurezza sul lavoro; diritto di scelta per la propria salute e tutela della stessa, per tutti; informazione libera, pluralista e basata sulle interazioni.


L’adempimento del mandato elettorale per il quale si viene eletti e del quale i cittadini elettori sono costantemente giudici. Tale adempimento dovrebbe rappresentare una condizione minima, senza la quale “fare politica” diventa semplicemente un modo per raggiungere obiettivi personali e di potere.


La risoluzione di emergenze sociali, tra cui (ne citiamo solo alcune): impatto ambientale dei rifiuti; sistema della Sanità; aiuti alle famiglie e tutela della maternità, attraverso sussidi e asili nido in numero sufficiente; sistema dell’Istruzione e della scuola e scollamento tra questo e il mondo del lavoro; precarietà diffusa e formalizzazione del salario minimo legale.


L’attuazione di riforme politiche non più procrastinabili, quali: l’immediata risoluzione del conflitto d’interessi; una seria riforma del sistema elettorale che impedisca le nomine dall’alto dei parlamentari attraverso l’indicazione della propria preferenza sulla scheda; la decisione sulla non eleggibilità di cittadini, se condannati in via definitiva, o in primo e secondo grado in attesa di giudizio finale.


Crediamo che fare politica, nel senso etimologico e più nobile del termine, comporti soprattutto fornire un esempio etico, culturale e di serietà ai cittadini che si governano, e che costituisca un ruolo da non sperperare in inutili e volgari liti, dichiarazioni razziste, aggressioni fisiche; questi comportamenti impoveriscono tutti, sia in un contesto interno alla nazione, sia rispetto all’immagine che essa deve offrire al resto del mondo.


Dal momento che Voi siete chiamati a rappresentarci, dovreste porvi come portavoce di coloro che vivono la realtà quotidiana e trasmettono le sue problematiche concrete.


Pretendiamo che la politica torni a essere un servizio alla collettività e che nel fare questo rispetti alcuni precisi standard di correttezza, buona educazione civica, coerenza e chiarezza.


Noi non siamo solo numeri. Non vogliamo assistere impotenti alla banalizzazione delle parole che non si trasformano in fatti coerenti e responsabili. Noi siamo quelli che votano. Quelli che scelgono. Quelli che criticano. Quelli che domandano. Quelli che giudicano. Noi siamo coloro a cui dovete rispondere del Vostro operato, ogni giorno, in qualsiasi momento.


Attueremo un controllo serrato sulle azioni della prossima legislatura e daremo ampio risalto sui nostri blog di ciò che di buono e di cattivo verrà fatto. Siamo in grado di criticare l’informazione, di valutare l’attuazione del programma elettorale, di giudicare sui fatti e non sulle promesse e sulle favole.


Noi stiamo con Blogaction, e voi?

Generazione Youtube

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Web 2.0, prove tecniche di trasmissione.
Si è aperto da qualche tempo nella cosiddetta blogosfera il dibattito sull’uso di sè su internet. No, non è uno scioglilingua. Intendo l’uso più o meno consapevole che la generazione che sta crescendo nel villaggio globale fa della propria immagine in rete.
Il la è stato dato proprio da alcuni blogger, poi ripresi da Alessandro Gilioli de l’Espresso sul suo piovonorane, che sostengono la sofisticazione operata dai media chiamiamoli tradizionali del filmato che ritrae il giovane investitore delle due turiste irlandesi di qualche giorno fa a Roma, circolante su Youtube.
Di folli acrobazie a ben vedere non ce n’è traccia, anche se di certo proprio sobrio non sembrava neanche lì.

Internet, per molti ma non per tutti

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Si diceva ieri della censura imposta da Cuba sull’accesso a siti internet – diciamo così – sgraditi, come nel caso di Generazione Y, blog di Yoani Sanchez, cubana 32 anni, dissidente. Più o meno da quando Raul Castro ha aperto ai Pc, non è di fatto più possibile connettersi a Generazione Y.
Che strano.

Anonimi censori del nostro famelico cyberspazio hanno voluto chiudermi nella stanza, spegnermi la luce e non lasciar entrare gli amici. Questo, convertito nel linguaggio della rete, vuole dire bloccarmi il sito, filtrare la mia pagina, in sostanza, limitare il blog affinchè i miei amici non possano accedervi…Comunque il tentativo di repressione è così inutile che fa pena ed è così facile da schivare che possiamo quasi considerarlo un incentivo a sviluppare l’attività

Così recita uno degli ultimi post di Yoani, il cui blog è stato inondato di mail di solidarietà nelle ultime settimane e che “regge” grazie ad un server tedesco.