Saviano, intervista a un giornale israeliano: “Dal mio nonno ebreo ho imparato a raccontare le storie”

In un’intervista al quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth, Roberto Saviano racconta delle sue origini ebraiche e del talento ereditato dal nonno nel raccontare le storie: “I genitori di mia madre erano ebrei, e io sono cresciuto sulle ginocchia del nonno che ha contribuito moltissimo alla mia educazione” spiega lo scrittore, “mi rivedo ad ascoltare le sue storie quando avevo tre anni, ha continuato fino ai miei 15”.

L’autore di Gomorra ha continuato a ricordare il nonno che gli ripeteva a memoria la frase dei Salmi: “Se ti dimentico, Gerusalemme, si paralizzi la mia destra; mi si attacchi la lingua al palato, se lascio cadere il tuo ricordo”.

Fede: Saviano, quello del Burkina Faso?

Oggi Arianna Ciccone, giornalista e ideatrice del Festival internazionale di giornalismo di Perugia, si è confrontata con il direttore del Tg4 Emilio Fede a RadioRadio sulla questione Saviano. Ma lei lo vorrebbe avere in studio, Saviano?, chiede il conduttore a Fede. Ma vada a cagare!, risponde il direttore del Tg4.

Commentate pure, se ritenete.

Saviano, lettera aperta a Berlusconi

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Lo ricorderete: a novembre aveva detto di voler “strozzare” chi ha fatto le serie della Piovra con Michele Placido e chi scrive libri sulla mafia. Lo aveva già fatto, ma ieri si è ripetuto: Silvio Berlusconi è tornato a parlare di Gomorra, nonché appunto de La Piovra. Per contestarli. Perché, dice, farebbero “Cattiva pubblicità”. La mafia è più famosa che potente, secondo il premier, e “usufruisce” del libro di Saviano come sponsor e testimonial.

Pronta arriva oggi la risposta a mezzo stampa di Roberto Saviano, con una lettera aperta su Repubblica.

Saviano, l’inferno e la bellezza

Roberto Saviano. Dall’Inferno alla Bellezza. Su Rai Tre l’11 novembre 2009 ore 21.
Lo avete visto?

La letteratura deve essere al servizio della società immergendosi nella realtà, intervenendo, e gli scrittori non possono semplicemente scrivere per intrattenere o per speculare sulla società. Devono avere un ruolo attivo. La parola è potere, ed è ancora più potente quando diventa d’uso comune. E questo è il motivo per cui uno scrittore che prende parte, veicola il suo messaggio con più efficacia che quello che invece scrive aspettando il tempo in cui si realizzino le sue fantasie. Ken Saro-Wiwa

Da Gomorra, tradotto in 50 paesi, a Ken Saro-Wiva, autore nigeriano, impiccato a Lagos per la sua tenace opposizione alle compagnie petrolifere che spogliano di risorse e ricchezze la sua terra, lasciando solo povertà ed inquinamento. Ad Anna Politkovskaja, uccisa perché non c’era altro modo per fermare la sua implacabile testimonianza sulla crudele guerra in Cecenia, i suoi libri, i suoi racconti, le sue azioni di denuncia. Varlam T.Salamov, che tutti conosciamo. Miriam Makeba, Mama Africa, la voce che ha cantato la libertà di un continente, morta a Castel Volturno dopo un concerto per ricordare sei fratelli africani uccisi dalla camorra.

Lo avete visto?

Gomorra, addio all’Oscar

Gomorra dice addio all’Oscar. Non ce lo aspettavamo. Non se lo aspettava nessuno. Non se lo aspettava certo il regista. Il film di Garrone aveva avuto un 2008 di tutto rispetto. Premiato a Cannes, premiato agli European Film Awards, era stato benedetto da Steven Spielberg e Sophia Loren, era innegabilmente in odor di Oscar.

E invece no, niente statuetta. Il 2009 è appena iniziato, ed è già una pessima annata. Gomorra è rimasto a secco sia ai Golden Globe sia agli Oscar: la pellicola non rientra nelle candidature. Fabio Cannavaro (grande e insospettabile critico cinematografico, oltre che calciatore a tempo perso) portasse un po’ sfiga?

Cannavaro: Gomorra? Non fa bene all’Italia

Per Fabio Cannavaro Gomorra non giova all’Italia. Per il cinema italiano spero che Gomorra vinca l’Oscar. Ma non penso che gioverà all’immagine dell’Italia nel mondo. Abbiamo già tante etichette negative. Il calciatore entra così, a gamba tesa in un’intervista esclusiva al settimanale Chi, diretto da Alfonso Signorini, sul pluripremiato film che ha vinto agli EFA (European Film Academy), gli Oscar europei, i premi per: Miglior film, Migliore regia, Migliore sceneggiatura, Migliore fotografia e Miglior attore.
Il cruccio di Cannavaro è il cruccio di un italiano all’estero:

Ancora oggi un mio compagno di squadra al Real mi ha detto: ‘Italiano? Mafioso’. È facile che un problema locale venga generalizzato

Se Saviano va via

Se Saviano va via. La mafia non sarà più la grande assente delle campagne elettorali in Italia.

Andrò via dall’Italia, almeno per un periodo e poi si vedrà…

E l’opinione pubblica si mobilita. Gli scrittori italiani manifestano solidarietà. E consigliano: lasciare l’Italia in questo momento è la cosa più giusta.
Se Saviano va via. Andare via dall’Italia sarà sempre la cosa più giusta. Se Saviano va via. L’Italia non potrà più cambiare.

Lettera a Gomorra

Era da tanto, devo ammettere, che non sfogliavo un giornale cartaceo. L’altro giorno mi è capitato nuovamente di farlo. Ero all’Economist Roundtable with The Italian Government, al St. Regis – casa mia fosse anche solo il bagno di quel posto sarei una donna appagata.
Di Italian Government, in realtà, c’era solo il buon Brunetta. E qualche sottosegretario. E la Maria Pia Garavaglia ed Ermete Realacci. Si sfidavano a colpi di progetti sull’economia italiana. Un evento interessante.
Interessante vedere dal vivo anche la coerenza di Brunetta. Vuole dare la caccia e la lotta ai fannulloni? D’accordo o meno con lui, non si può dire ceh non sia coerente. Anzi. Ha dato risposta affermativa alla sua partecipazione in quel di luglio. E’ effettivamente comparso – mentre altri hanno dato forfait e confusione (come ci si aspeta dai politici) fino all’ultimo – e la mattina di lunedì era lì alle NOVE MENO UN QUARTO.

Gomorra, la storia continua. Guerra alla Camorra?

Mentre il Pakistan è in fiamme, sconvolto dall’attentato rivendicato da Al Qaeda durante un banchetto in onore del neo presidente, e fa i conti con i suoi oltre 60 morti accertati, tra cui l’ambasciatore ceco, i suoi 100 feriti, i soccorritori che solo all’alba sono riusciti a entrare, foto della tragedia e video che circolano nel mondo direttamente dall’interno dell’hotel, in Italia un’altra guerra è in corso.
150 poliziotti, 150 carabinieri e 100 finanzieri: un totale di 400 unità umane sarebbe in partenza per la zona di Caserta. Mission: impossible.

Discariche, da Chiaiano a Gomorra

La Repubblica – ma un po’ chiunque – oggi scrive (aspettando l’Italia):

La discarica di Chiaiano si farà: lo ha confermato il sottosegretario all’emergenza rifiuti, Guido Bertolaso, lasciando la prefettura di Napoli al termine dell’incontro con le istituzioni locali. Bertolaso però ha assicurato che il confronto continuerà: annunciata da subito una immediata riconvocazione del tavolo tecnico con gli enti locali per valutare ulteriori aspetti legati all’utilizzo dell’impianto. In particolare dovranno essere discussi il problema dell’impatto ambientale relativo ai mezzi di trasporto, e la tipologia dei rifiuti da conferire nella discarica.
Si ipotizza che in una prima fase a Chiaiano debba essere sversato solo tal quale, e successivamente, con l’aumento a Napoli della raccolta differenziata, solo frazione secca

Ma…

Rassegna Critica – Vengo dopo il Tiggì. Calcestruzzi per tutti

La TAV nel tratto di Anagni. L’ospedale di Caltanissetta. Cos’hanno in comune? Ecco un’agenzia del 13 giugno 2008:

(Il Sole 24 Ore Radiocor) – Milano, 13 giu – La Direzione distrettuale antimafia di Caltanisetta ha notificato un avviso di garanzia all’ad di Italcementi, Carlo Pesenti nell’ambito dell’inchiesta su Calcestruzzi, sequestrata nei mesi scorsi perche’ accusata di mafia e di avere fornito calcestruzzo di qualita’ inferiore a quello previsto nei capitolati di appalto. Stupore e sconcerto dei legali di Italcementi

Quattro righe che hanno dietro tutto un mondo. Un mondo che in pochi si sono preoccupati di spiegare diffusamente nel mondo mediatico italico. Voci che parlano, appunto, anche nella TAV nel tratto di Anagni. Voci che dicono che, disseminate per l’Italia, ci sono infrastrutture fatte con un’alta percentuale di cemento inferiore alla norma. Quindi a rischio crollo, oppure cmunque dalla durata inferiore alle aspettative.

Morti sul lavoro. Annegati in una vasca

Ogni quanto accade? Anzi, la domanda non è appropriata. Ogni quanto tempo, con che scadenza lo stanco, sfatto e assopito mondo italiano ne ha percezione?

Con il termine Caduti del lavoro sono chiamati i morti per incidenti sul lavoro. Questi lavoratori vengono spesso ricordati con questo termine anche nelle strade e nelle piazze d’Italia a loro dedicate

Si trova su Wikipedia. Che se ne fanno, loro cadaveri e le familglie scomposte?

Ne sono morti sei, questa volta. Forse, per una intossicazione da esalazioni venefiche: stavano puleendo una vasca di depurazione. I sei operai lavoravano nella struttura consortile di Mineo, a 35 km da Catania. Quattro erano dipendenti comunali (uno era un precario dei Lsu) e gli altri due di un azienda privata.
Non sono passati neeanche tre mesi da Molfetta: cinque operai morirono intossicati dentro una cisterna. Dall’inizio dell’anno ad ora, per lavoro, ci sono: 443 morti, 443.240 infortuni, 11.081 invalidi.

Intercettazioni? No, grazie

Questo a esemplificativa presenza. Era in quel di Santa Margherita Ligure che tornò in auge quella parola. Davanti alla platea di imprenditori, davanti al proprio pubblico naturale? Ecco il punto, annunciato da tempo, esplicitato oggi: il divieto di ordinare ed eseguire intercettazioni, anche nell’ambito di indagini giudiziarie.
Ah, no. Poi Silvio Berlusconi ha la bontà d’animo di specificare che verranno escluse dal provvedimento solo le inchieste che riguardano la criminalità organizzata, la mafia, la camorra e il terrorismo. C’è un libro, ora anche un film, che probabilmente dal tanto parlare che se ne è fatto dalla nascita ad oggi, passando – verrebbe, forse, da chiedersi: purtroppo? – anche per Cannes, che su quelle intercettazioni (quelle ESCLUSE dal provvedimento) si basa: è Gomorra. Che cita e richiama a ritmo di musica le intercettazioni della Direzione Distrettuale Antimafia. Temo per loro, libro, film e autore, il boomerang della popolarità e del circuito. Ma quella è un’altra storia. QUESTA storia, quella di oggi, parla di intercettazioni. E intercettazioni NON siano.

Napoli, tra roghi, rifiuti e Governo

Napulè. Come Parigi. La rivolta delle banlieue, e quella della monnezza.
Napoli è una splendida città E’ una meraviglia. Sarà difficile spiegarlo ai posteri, o agli stranieri contemporanei. Sarà difficile combattere quella che è ormai la storia di Napoli, la storia della monnezza, sarà difficile farla dimenticare e non è detto che sia solo una lunga parentesi, che un giorno si chiuderà, chissà se mai del tutto. Ma Napoli è davverro bella. Me l’hanno fatta girare in vespa, la prima volta che l’ho vista. Dalle alture del Vomero e di Posillipo già, a picco sul maree, verso Castel dell’Ovo, Castrum Ovi, in latino. Secondo un’antica leggenda, Virgilio – nel Medioevo considerato anche un mago – nascose nelle segrete dell’edificio un uovo che mantenesse in piedi l’intera fortezza. La sua rottura avrebbe provocato non solo il crollo del castello, ma anche una serie di rovinose catastrofi alla città di Napoli. Anche la monnezza, chissà.
Napoli ha passato la notte tra roghi e tensione. Di nuovo. I vigili del fuoco sono stati chiamati per spegnere ottantaquattro mucchi di rifiuti dati alle fiamme tra città e provincia. Inizia tra un’ora a Napoli la riunione straordinaria per l’ordine e la sicurezza del comitato provinciale convocata dal preefetto.