Presidente Corte Costituzionale al Salone della Giustizia: giù le mani dalla Costituzione

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“La Costituzione è sana e robusta, non credo meriti sconvolgimenti”. È il messaggio lanciato dal presidente della Corte Costituzionale, Giorgio Lattanzi, al Salone della Giustizia nel corso del suo intervento che ha preceduto il convegno dal titolo “Sana e robusta Costituzione”.

“A mio parere – ha affermato Lattanzi – sono prive di giustificazione le iniziative, alle quali assistiamo da più di 30 anni, dirette a una profonda revisione della Costituzione, come se ne avesse urgente bisogno, come se avesse bisogno di un tagliando”.

“La Costituzione – ha aggiunto – non è solo la nostra legge fondamentale, è anche e soprattutto un’idea di società democratica, alla cui base c’è la persona, ogni persona, con i suoi diritti ma anche con i suoi doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale, secondo la formulazione dell’articolo 2: un’idea di società, pluralista, aperta e tollerante, in cui le ragioni dell’autorità si confrontano con quelle della persona, con i suoi diritti e con le sue tutele, che però non sono necessariamente destinate a prevalere”.

“Non si può pensare che una modificazione dell’assetto organizzativo – ha spiegato il presidente della Consulta – non abbia ripercussioni sulla sfera dei diritti e della libertà, è ciò deve indurre a prudenza quando si vuole mettere mano anche ad aspetti che appaiono marginali, perché le ricadute possono essere ben più vaste”.

A seguire si è tenuto un interessante dibattito a più voci, moderato dal vice direttore del Corriere della Sera Antonio Polito.

“La nostra Costituzione – ha osservato il vicepresidente della Luiss, Paola Severino – è una giovane settantenne. Non solo resiliente ma lungimirante. riesce a trovare spunti di applicazione anche oggi”.

Il presidente delle Camere penali, Gian Domenico Caiazza, ha precisato che bisogna “mantenere fermissimo il principio dell’indipendenza del pubblico ministero e della sua intangibilità dal potere politico”.

“Vi è la necessità – ha sottolineato – di una riforma che introduca la separazione delle carriere. Serve una differente organizzazione tra magistratura requirente e giudicante, proposta di legge nata da su impulso dei penalisti. Si tratta di una modifica alla Costituzione ma nell’ottica del rafforzamento di un principio fondativo”.

Questa edizione sarà in diretta streaming sul sito ufficiale IUS101.IT. Il programma completo del convegno è disponibile su www.salonegiustizia.it

Pdl, Alfano nominato segretario: “Voglio un partito di onesti”

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Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha aperto oggi il consiglio nazionale del Pdl, e fatto subito eleggere per acclamazione il segretario del partito, Angelino Alfano, dicendo: “Lo conosco dalla fondazione, è un uomo generoso, leale, un ragazzo intelligente che non mente mai“, per poi sottolineare: “Questa è un’investitura plebiscitaria“.
Alfano, primo segretario di un partito che prima non aveva previsto tale figura nel suo organigramma, ricambia Berlusconi lasciandosi andare a lodi sperticate nei suoi confronti: “Nel 1994 conobbi un imprenditore che aveva il sole in tasca. Aderii a Forza Italia” ha affermato.
Berlusconi ha continuato comunque a dominare la scena del congresso, e lo stesso Alfano ha smentito quanti pensavano che il premier si stesse preparando a lasciare la scena politica, dicendo: “Rivincerà le elezioni del 2013. Non abbiamo bisogno di lasciti nè di eredità”. Il neosegretario parla poi del partito che ha in mente, in un discorso non privo di enfasi e retorica, quando dice per esempio: “Dobbiamo diventare il partito del merito e del talento“, o quando chiede che il Pdl diventi il partito degli onesti, perchè, spiega, “Se è vero che Berlusconi è un perseguitato dalla giustizia, non tutti gli altri lo sono“.
Dice comunque di pensare ad un partito per “il popolo dei moderati italiani, che non se ne è andato a sinistra, è lì in attesa che noi diamo loro buone ragioni per votarci“, e di volere “una grande costituente popolare con chi è disposto a camminare su questa strada”.

Consulta, il nuovo presidente Quaranta: “Non si può bloccare il referendum”

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La Corte Costituzionale ha eletto questa mattina il suo nuovo presidente, nella persona di Alfonso Quaranta, che succede a Ugo De Siervo, il cui mandato era scaduto lo scorso 29 aprile. Quaranta, 75 anni, napoletano, è stato eletto a larga maggioranza, con 10 voti a favore contro 13, e resterà in carica fino al 27 gennaio del 2013.
Pur ritenuto più gradito al centrodestra, il nuovo presidente della Consulta, rispondendo ai giornalisti, ha subito espresso il suo parere sul tema scottante sul quale si dovrà presto pronunciare la Corte, cioè il referendum sul nucleare: “Personalmente ritengo che non sia nei poteri della Corte bloccare il referendum” ha dichiarato. La decisione in merito, comunque, potrebbe arrivare già domani. La Corte Costituzionale era stata chiamata ad esprimersi sulla legittimità del quesito sul nucleare, dopo che la Cassazione lo aveva ritenuto ammissibile nonostante la moratoria prevista dal governo e inserita nel decreto “omnibus”.
Commentando la sua nomina, invece, Quaranta ha detto: 

“Questa mia elezione, a dispetto di alcune inopportune interfenze esterne sull’autonomia della Corte, spero che faccia giustizia di ogni illazione sulla presunta politicizzazione della Corte Costituzionale. Credo che questa votazione superi ogni dubbio al riguardo. La Corte agisce nella più piena autonomia. Giudico tali pressioni esterne inopportune”.

La Cassazione, da parte sua, ha motivato la sua ammissione della legittimità del quesito sul nucleare, affermando che le nuove norme inserite dal governo nel decreto Omnibus “aprono nell’immediato al nucleare”. Alla Corte Costituzionale, invece, spetterà prossimamente pronunciarsi su altre questioni importanti: il 6 luglio prossimo, sul conflitto d’attribuzione tra la Camera e la Procura di Milano sul “caso Ruby“; il 5 ottobre, sul conflitto sollevato dal governo sul “caso Mediatrade”, che vede imputato il premier Berlusconi; il 20 settembre, sulla legittimità di alcuni punti della legge sulla fecondazione assistita.

Berlusconi attacca le toghe e il Quirinale. E sulla sinistra: “Si lavano poco”

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Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è intervenuto in un comizio elettorale a Crotone, e, con l’avvicinarsi delle elezioni amministrative del prossimo fine settimana, si è lanciato in invettive sempre più accese, colorite da qualche battuta da avanspettacolo, contro la magistratura e la sinistra, criticando anche i poteri del presidente della Repubblica.
“Non è più tollerabile che la sovranità sia in mano ai pm di sinistra“, dice Berlusconi, aggiungendo, riguardo all’immondizia di Napoli: “Ci sono le elezioni e i pm di Napoli chiudono le discariche. Io glieli porterei in Procura da loro, i rifiuti”. Torna a chiedere la separazione delle carriere, poichè, spiega, “solo così avremo un processo giusto”, e attacca “il partito dei magistrati, chiamato Magistratura democratica”. E se la prende anche con la Corte Costituzionale, che aveva bocciato, sostiene, “una legge di civiltà in base alla quale se una persona è assolta, non può essere richiamata nel girone dei processi”, poichè “ai pm non piaceva questa legge e l’hanno portata alla Consulta, che è un organo politico e non più di garanzia ed è stata abrogata”, e conclude: “Non si può andare avanti così”. Inoltre, la legge sulle intercettazioni va cambiata,”perchè in questo modo non è un paese libero”, dice.

Sicurezza, la Consulta boccia i “sindaci-sceriffi”

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La Corte Costituzionale ha sancito un’altra bocciatura di parte delle misure del “pacchetto sicurezza” varato dal governo nel 2008, quelle relative ai poteri attribuiti ai “sindaci sceriffi” che avevano potuto così adottare in molte città misure anti-prostituzione o anti-accattonaggio. In particolare, la Consulta ha bocciato la legge 125 del 2008 nella parte in cui consente al sindaco di adottare provvedimenti ” a contenuto normativo ed efficacia a tempo indeterminato” per prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano la sicurezza urbana, anche al di fuori dei casi di “contingibilità e urgenza”. La Corte Costituzionale aveva già bocciato il reato di clandestinità e la sanzione penale per gli extracomunitari che per il loro stato di indigenza non possono adempiere all’ ordine di espulsione.
Era stato il Tar del Veneto a sollevare la questione, dopo che ad esso si era rivolta l’ associazione ” Razzismo stop” contro l’ ordinanza anti-accattonaggio del sindaco di Selvazzano Dentro. Per i giudici costituzionali, le norme sui “sindaci sceriffi” sarebbero in contrasto con tre articoli della Costituzione, l’ articolo 3, sull’ uguaglianza dei cittadini, l’ articolo 23, riguardante la riserva di legge, e l’ articolo 97, riguardante il principio di legalità sostanziale in materia di sanzioni amministrative .

Cos’è il caso Mills?

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Cos’è il caso Mills? In che maniera è coinvolto Silvio Berlusconi? Sono solo due delle possibili domande sulla vicenda che coinvolge il premier e l’avvocato inglese. Andiamo con ordine.

Siamo nel 1999 e David Mills è un consulente per la finanza estera inglese della Fininvest, una holding finanziaria fondata dal 1978 da Silvio Berlusconi. Il rapporto di collaborazione con la società del presidente del Consiglio diventa un caso giudiziario quando lo stesso Mills scrive una lettera al suo commercialista, Bob Drennan, dicendo che Berlusconi aveva versato 600.000 dollari in nero sul suo conto in Svizzera tramite Carlo Bernasconi. Versamento che sarebbe stato effettuato per ripagarlo della sua “aggiustata” testimonianza resa al tribunale di Milano nell’ambito del processo per corruzione alla Guardia di Finanza e nel processo dei fondi neri di All Iberian per salvare, cita testualmente Mills al suo commercialista, “Mr. B”, dove B. sta per Berlusconi: “Ho tenuto fuori Mr B. da un mare di guai“.

La Consulta boccia “parzialmente” il legittimo impedimento. Protesta il PDL, Ghedini “soddisfatto” e Berlusconi… eccolo in FOTO

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La Corte Costituzionale si è oggi pronunciata sulla legge sul legittimo impedimento, dandone una bocciatura solo parziale, ma stravolgendone di fatto l’ impianto. Il verdetto è arrivato nel pomeriggio, verso le 16.30, dopo una lunga camera di consiglio, con 12 voti favorevoli e 3 contrari. Per i giudici, si pone una questione di illegittimità sul comma 4 dell’ articolo 1 (sull’ “impedimento continuativo)  mentre sarebbe parzialmente incostituzionale il comma 3, prevedendo così che deve essere il giudice a valutare, caso per caso, l’ esistenza di motivi di legittimo impedimento per il premier e i ministri, che quindi non scatterebbe in maniera automatica.
La legge, quindi, sarebbe in parziale contrasto con gli articoli 3 e 138 della Costituzione, riguardanti l’ uguaglianza dei cittadini davanti alla legge e la necessità di una legge costituzionale.

Il premier ha fatto sapere, tramite una nota, che per ora non intende commentare, anche se domanì interverrà telefonicamente alla trasmissione televisiva “Mattino cinque”. I suoi avvocati, Niccolò Ghedini e Piero Longo, hanno fatto sapere di rispettare la sentenza e di essere comunque soddisfatti, perchè “la legge sul legittimo impedimento nel suo impianto generale è stata riconosciuta valida ed efficace. “I giudici avrebbero comunque “equivocato” la natura della norma.

Legittimo impedimento: l’udienza è stata dichiarata aperta

Udienza-legittimo impedimento. Il presidente della Corte Costituzionale, Ugo De Siervo, ha dichiarato aperta l’udienza sulla legge grazie a cui il premier Silvio Berlusconi potrebbe essere messo ai ripari dai tre processi a suo carico (almeno fino all’autunno prossimo): Mills, Mediaset e Mediatrade.

Nel Palazzo della Consulta, preso d’assalto da cronisti italiani e stranieri, è arrivata in sedia a rotelle anche il giudice costituzionale Maria Rita Saulle, la cui partecipazione era stata data in forse per problemi di salute. Il verdetto è atteso per giovedì prossimo.

Berlusconi: “Fiducia o elezioni”. Napolitano: “Ci vuole responsabilità”

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Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha ribadito oggi la sua intenzione di andare alle urne se il 14 dicembre non verrà data la fiducia al governo da parte delle Camere. Ieri, con l’ incontro tra il capo dello Stato Napolitano e i presidenti delle Camere, Fini e Schifani, veniva fissato il calendario istituzionale, con le prossime tappe cruciali per il governo: dopo l’ esame della manovra finanziaria, che si concluderà il 10 dicembre, il 13 il premier si recherà la mattina in Senato, e il pomeriggio alla Camera, mentre il 14, prima a Palazzo Madama, poi a Montecitorio, si terrà il voto di fiducia.

La priorità verrà dunque data alla legge finanziaria, e Napolitano, durante la cerimonia di oggi, al Quirinale, per la consegna dei riconoscimenti ai cavalieri del lavoro, si dichiara per questo “soddisfatto per il senso di responsabilità dimostrato ieri da parte di tutte le forze politiche”, aggiungendo che” avremo bisogno di altri segni di questo senso di responsabilità nei tempi a venire”. Il presidente della Repubblica si dice anche preoccupato per le “turbolenze finanziarie, che persistono, che investono l’ eurozona”, e ammonisce:” abbiamo il dovere di fare fronte al costo del debito pubblico”, che definisce “pesantissimo”. Inoltre, si compilmenta con le parti sociali per aver “concordato un documento propositivo”, mettendo così in pratica quello ” spirito di condivisione” da lui richiesto.

Giorno Memoria: scritte antisemite e razziste a Roma

AuschwitzGiorno della Memoria. Tutto il mondo politico ha ricordato la barbarie nazista durante la Seconda Guerra mondiale. In questo clima di consenso attorno alle atrocità della Shoah ci sono state, però, due note stonate. La prima a Roma. Nella Capitale, infatti, sono apparse delle scritte antisemite e razziste sui muri di via Cavour e dintorni.

Il presidente della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici, ha così commentato l’accaduto: “Una grande debolezza da parte di questi ragazzotti…”. “Debolezza perché – ha sottolineato Pacifici –  il paese è cambiato, come testimonia la grande mobilitazione in Italia per il Giorno della memoria e che vede il nostro paese all’avanguardia”.

Lodo Alfano, ecco i motivi del no

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Ecco i motivi della sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato il lodo Alfano. La Consulta ha depositato la sentenza con i motivi del no. 58 pagine di ragioni che spiegano: era necessaria una legge costituzionale e lo scudo per le alte cariche è privo di “copertura costituzionale” e prevede una “evidente disparità di trattamento di fronte alla giurisdizione” tra il presidente del Consiglio, considerato solo un primus inter pares e i suoi ministri (come Tooby richiama con precisione).

Ballarò, stasera lodo Alfano e scontro istituzionale

ballaròMassimo D’Alema e Angelino Alfano (il famosissimo, celeberrimo uomo che dà il nome all’altrettanto celeberrimo lodo) a Ballarò, in onda stasera, mercoledì 14 ottobre alle 21.10.

Lo scontro istituzionale e le polemiche successive alla tempesta scoppiata sulla bocciatura del Lodo Alfano, il sogno e la speranza di un’Italia normale, nella puntata di Ballarò in cui Giovanni Floris ospita, tra gli altri, il ministro della Giustizia Angelino Alfano, il ministro del lavoro Maurizio Sacconi, gli esponenti del PD Massimo D’Alema e Rosy Bindi, il presidente della IPSOS Nando Pagnoncelli.

La puntata del settimanale d’informazione di Raitre sarà aperta, come di consueto, dalla copertina di Maurizio Crozza.

Sono Superman… E che Superman… Cioè: a me Superman mi fa ridere!

Lodo Alfano, Berlusconi: “Le sentenze contro di me? Queste cose mi caricano!”

Silvio Berlusconi dopo la sentenza della Corte Costituzionale che boccia il lodo Alfano (a Porta a Porta da Bruno Vespa).

La Giunta è occupata e dominata da 11 giudici di sinistra. Non solo andrò in tribunale a presentare le mie difese, ma andrò in radio, in televisione e nei giornali a spiegare questi processi. Soo deciso, vado avanti, non sono emotivamente coinvolto, sono sempre così. Mi sono solo stancato di non dire la realtà delle cose.

Ma anche: Per fortuna che Silvio c’è. Altrimenti il Paese sarebbe nelle mani della sinistra che ha una organizzazione di una minoranza della magistratura che usa il potere giudiziario ai fini di lotta politica, ha più del 70% della stampa che è tutta di sinistra con in testa Repubblica e gli altri giornali, ha tutti i programmi di cosiddetto approfondimento politico con la tv pubblica pagata con i soldi di tutti.

Dubbi, angosce, perplessità.