Duplice attentato in Pakistan, almeno 87 morti

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E’ di almeno 87 morti e circa cento feriti, il tragico bilancio del duplice attentato che ieri a colpito il Pakistan. L’attentato è stato subito rivendicato dai talebani, “vendichiamo la morte di Bin Laden”. Alcuni testimoni parlano di svariati colpi di arma da fuoco prima delle due esplosioni. L’attentato è avvenuto contro le Guardie di frontiera pachistane a Charsadda, una città poco distante dalla provincia nord-occidentale di Khyber Pakhtunkhwa.

Secondo le prime ricostruzioni, un primo uomo si sarebbe fatto esplodere all’ingresso del centro. Subito sono intervenute le forze di sicurezza che hanno isolato la zona. In molti dichiarano che sicuramente il bilancio dei morti potrebbe salire, viste le gravi condizioni in cui si trovano i molti feriti. L’obbiettivo di tale attentato, sarebbero state le reclute in congedo.

Morte Osama bin Laden: Cia temeva che fosse avvertito dal Pakistan

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Dato che gli americani non hanno prodotto nessuna prova accettabile per sostenere il loro annuncio, e dato che gli stretti collaboratori non hanno confermato o smentito la sua morte, l’Emirato Islamico considera prematura qualsiasi asserzione al riguardo”, l’ha detto il portavoce dei talebani afghani Zabibullah Mijahid, che in comunicato via mail ha detto la sua sulla morte dello sceicco del terrore Osama bin Laden.

I talebani afghani non credono all’uccisione della guida di Al Qaeda, perché secondo loro gli Stati Uniti non avrebbe dato le sufficienti garanzie per offuscare ogni dubbio dall’operazione “Geronimo”.

Osama Bin Laden è morto!

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In Pakistan, vicino Islamabad, Osama Bin Laden leader del gruppo terroristico Al Qaeda è stato ucciso dalla forze speciali USA con un colpo di arma da fuoco alla testa. Bin Laden si trovava in un accampamento ad Abbotabad, vicino la Capitale pakistana. Secondo fonti americane colui che ha incarnato il Male negli ultimi dieci anni era nascosto in un condominio fortificato.

Il Presidente Barack Obama annuncia in televisione l’evento, dichiarando che “giustizia è stata fatta, è il risultato più importante nella nostra lotta ad Al Qaeda. Ma la nostra guerra non è contro l’islam“. Ecco le parole di Obama pronunciate alla Nazione in diretta tv:

Molti mesi fa sono stato informato che avevamo indizi circa la possibile posizione di Bin Laden. Ho incontrato molte volte i miei consulenti dei servizi segreti. Finalmente la settimana scorsa ho deciso che avevamo sufficienti informazioni per agire. Oggi per mio ordine gli Stati Uniti hanno lanciato un’operazione contro quel compound.

Una piccola unità di agenti americani ha agito con grande coraggio, facendo attenzione a evitare vittime civili. Dopo uno scontro a fuoco, hanno ucciso Osama Bin Laden e hanno in custodia il suo corpo”.

Massimo stato d’allerta in tutto il mondo, si teme la reazione delle cellule di Al Qaeda dormienti. Un comunicato del Dipartimento di Stato americano ha invitato i cittadini statunitensi di tutto il mondo a evitare manifestazioni o eventi con molto persone a causa dell’ “imprevedibilità ed insicurezza dell’attuale situazione”.

L’uccisione Osama Bin Laden è arrivata a 3519 giorni dagli attentati dell’11 settembre 2001 alle Torri Gemelle di New York.

Secondo il Ministro degli Esteri, Franco Frattini, Bin Laden era un “mito del male assoluto”, un simbolo la cui uccisione “indebolisce la coesione del terrorismo internazionale”. II capo della nostra diplomazia, intervenuto telefonicamente a Mattino 5, ha sottolineato che è venuto meno quello che “il terrorismo internazionale considerava un simbolo”.

Ucciso il numero due di al Qaida

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Truppe della NATO hanno recentemente comunicato di aver ucciso il numero due di al Qaida, Abu Hafs al-Najdi, detto anche Abdul Ghani. Abdul Ghani sarebbe stato ucciso in un recente bombardamento nella provincia di Kunar. L’isaf nel comunicato precisa che Ghani “aveva diretto operazioni nella provincia, comprese azioni di reclutamento, addestramento al combattimento; recupero di armi e equipaggiamenti, amministrazione delle finanze di al Qaida e pianificazione di attacchi contro le forze afghane e della coalizione”.

Ghani, inoltre, avrebbe coordinato numero e clamorosi attacchi, come quello che ha visto la morte del capo tribale Malik Zarin.

Video Veena Malik imam Abdul Qavi

Nessuno in Pakistan può vedere le tue fotografie alla presenza delle proprie figlie. E non penso che tuo figlio in futuro guarderà le fotografie di sua madre”. “Imam, non ho fatto nulla di male, non ho infranto alcuna legge o la legge islamica. Sono tutti contro di me perché sono una donna e un bersaglio facile? Cosa dice il suo islam, sir?”.

Sono bastati meno di otto minuti trasmessi dalla tv saudita Memri per farlo diventare uno dei video più cliccati su YouTube. Il video, che sta spopolando sul social network, riguarda la lite fra la soubrette Veena Malik e l’imam Abdul Qavi.

Il religioso pakistano accusa la sua connazionale di essere una “puttana” e l’ha etichettata come una “Ruby” Karima El Marough. Qavi ha puntato il dito contro la showgirl, rea secondo lui di aver offeso l’Islam per aver indossato un paio di shorts in televisione. Chiamata a raccontare la propria partecipazione al programma indiano “Big Boss 4”, Malik è stata apostrofata dall’imam al grido di “bayghairti, baysharmi, bayhayai” (vergogna).

Qual è la situazione in Pakistan?

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Qual è la situazione in Pakistan? La rivolta che ha portato alle dimissioni di Mubarak in Egitto prima e i tumulti che stanno delegittimando la leadership di Gheddafi in Libia poi, hanno messo in second’ordine le notizie che arrivano dal paese asiatico.

Il Pakistan veste in una grave crisi economica, a cui sta cercando di far fronte con nuove riforme. Riforme che si trovano al vaglio dell’inviato americano Marc Grossman, che si trova a Islamabad per incontri con il governo e l’apparato militare. Il diplomatico è arrivato ieri da Kabul e secondo l’agenzia App ha “elogiato le nuove misure economiche prese dal governo”. Fra queste nuove misure c’è l’aumento dei prezzi del carburante deciso agli inizi del mese, che ha trovato una grande insoddisfazione popolare.

India, alluvioni: un italiano tra i 165 morti. In Pakistan 1600 vittime: info su donazioni

Non solo la ferocia delle fiamme russe, a lasciare sbigottiti in questo scorcio di agosto nel quale le condizioni meteo favoriscono sciagure di entità ingente. Orrore anche in Asia: il bilancio ufficioso parla di 165 vittime, sedici dei quali di provenienza straniera. Quattro giorni non-stop di alluvioni in India (Kashmir) hanno determinato non solo una catastrofe paesaggistica – strade e ponti distrutti, linee elettriche danneggiate – ma anche la conseguenziale tragedia umana fatta di morti, sepolti vivi, feriti. A Leh, una delle zone colpite, soldati e squadre di soccorso setacciano le case rase al suolo in cerca di cadaveri.

A Lamayuru, una delle destinazioni turistiche più note della zona, 150 persone portate in salvo; altre 69, di diversa nazionalità, tolte dal pericolo a Pang, a oltre 4.000 metri, sulla strada statale Manali-Leh. L’esercito e l’aeronautica militare hanno salvato già nella giornata di ieri circa 420 escursionisti indiani e stranieri da diverse vallate. Non solo: in diverse zone del Kashmir indiano si è prestato soccorso a circa 200 italiani in viaggio verso Nuova Delhi. Fabrizio Romano, capo dell’unità di crisi italiana (prontamente attivata dalla Farnesina) ha in tal proposito affermato: “Due giorni fa erano 300. I rimpatri procedono a pieno ritmo. La situazione, stando a quanto riferito dalle autorità indiane, sta tornando lentamente alla normalità.

ITALIANO. E’ italiano uno dei deceduti: unità di crisi e ambasciata italiana a Nuova Delhi hanno dichiarato di essere in possesso di “consistenti informazioni” rispetto a un connazionale che avrebbe perso la vita nelle inondazioni nel Ladakh.

Attentato in Pakistan: 5 morti e 49 feriti

ATTENTATOAttentato kamikaze a Peshawar, davanti a un palazzo che ospita molti tribunali. Il bilancio provvisorio è di 5 morti e 49 feriti, lo riferisce GEO Tv. La polizia ha confermato che un giovane si è fatto esplodere con 6-7 chili di esplosivo. Il ragazzo prima ha provato a forzare il cancello d’ingresso dell’edificio e poi si è fatto saltare in aria quando gli agenti di sicurezza hanno provato a fermarlo. Un portavoce della polizia ha dichiarato che solo la testa del giovane è stata ritrovata sul luogo dell’attentato. Lo scoppio ha causato anche gravi danni a numerose automobili in sosta.

Un talebano: “Bin Laden era in Afghanistan nel 2009”

osamabinladenOsama bin Laden era in Afghanistan all’inizio dell’anno, probabilmente a Ghazni, nel sudest del Paese. Almeno secondo la testimonianza di un talebano imprigionato in Pakistan: “All’inizio di quest’anno un mio contatto, che aveva visto Bin Laden 15 o 20 giorni prima sul confine afghano, mi ha offerto un incontro con lui”.

Attacco kamikaze in Pakistan: 10 morti e 50 feriti

PAKISTAN-attentato

Un attacco kamikaze in una moschea di Rawalpindi, in Pakistan, ha provocato la morte di 10 persone e il ferimento di altre 50. Gli attentatori, che sarebbero almeno 4, si sono fatti saltare in aria durante la preghiera di mezzogiorno.

Mumbai: Sono morti di beneficenza

Le immagini delle fiamme, dei colpi di pistola, di fucile e di mitra sono ormai un ricordo nel passato, almeno a livello cronologico e storico, ma di certo non nella memoria delle persone che inesorabilmente dovranno convivere per sempre con questo atto di terrorismo verificatosi a Mumbai un paio di settimane fa. Avvenimenti che hanno unito Pakistan e India, storicamente rivali, sotto un unico obiettivo: eliminare definitivamente il terrorismo internazionale.

Mumbai: India, te l’avevo detto

La situazione di crisi “silenziosa” che tra India e Pakistan si era creata nei giorni scorsi a causa dell’attentato terroristico che aveva portato alla morte di ben 188 persone, ha mostrato quanto sia debole il rapporto che lega i due paesi da sempre lontani come posizioni e divenuti, contro-forza, alleati verso un obiettivo comune.

Obiettivo che ha costretto il Pakistan a mostrare a se stesso, all’India, ma soprattutto al mondo intero di non essere responsabile di un fatto catastrofico quanto è stato ciò che fu a Mumbai e che per rispondere a questo ha attivato le proprie truppe alla ricerca di gruppi terroristici sul territorio nazionale.

Missioni che hanno portato alla cattura di una delle menti della strage di Mumbai che ha fatto urlare di gioia il Pakistan verso l’India, dimostrando la sua estraneità ai fatti. Un’estraneità reale, ma che lascia il sottoscritto abbastanza perplesso: se era davvero così semplice che in poco meno di 2 settimane si è arrivati ai leader dell’associazione allora non ci si poteva attivare prima per prevenire morti inutili di innocenti? Evidentemente no!

Pakistan, India e gli scherzi telefonici

Ormai siamo arrivati veramente alla frutta. L’incapacità di alcuni paesi che, contrariamente a quello che si potrebbe pensare, non sono in grado di sostenere la politica nazionale in momenti critici e di “terrore” come quelli vissuti da India e Pakistan durante le ultime due settimane dimostrano come, forse, ci sia bisogno di una maggiore capacità di controllo sia a livello nazionale sia a livello di organizzazioni internazionali che hanno il dovere di aiutare un paese, palesemente in difficoltà, a rialzarsi o comunque a mantenere uno stile di vita decente.

La scia di morte della strada del Terrore

L’avrò ripetuto centinaia di volte, ma ogni volta che mi soffermo a leggere su questo tipo di notizie non riesco a fermare le mani e mi viene spontaneo dire la mia opinione su un argomento che, forse in maniera addirittura eccessiva, ha sconvolto la mia vita pur non vedendomi protagonista, ma che mi ha fatto capire quanto la nostra esistenza sulla Terra stia diventando una roulette russa contro persone senza scrupoli. Questa è la via del terrore e da quell’ 11 settembre 2001 ha iniziato il suo corso per giungere fino ad oggi.