AICOM: obiettivo rafforzamento sui mercati esteri e formazione dei collaboratori

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AICOM è una società privata di ingegneria fondata negli anni ’90, attiva nella progettazione integrata di infrastrutture complesse ed insediamenti industriali, nelle tecnologie della security e nella progettazione ambientale.

L’intuizione vincente è partita dall’ing. Mauro Tanzi, che ha valorizzato le sue esperienze professionali mediante la creazione di una società capace di operare nel settore dell’ingegneria con un approccio multidisciplinare ed innovativo.

A raccontare l’evoluzione di questa solida società è il dott. Andrea Tanzi, Managing Director responsabile del Business Development di AICOM, in una intervista in cui evidenzia: “Nel corso degli anni, con il coinvolgimento di professionisti, manager e partner industriali, AICOM è cresciuta fino a diventare una delle principali società private di ingegneria sul territorio nazionale, attiva sia in Italia che all’estero”.

Tra le principali esperienze che hanno permesso ad AICOM di crescere sia aziendalmente che professionalmente, Andrea Tanzi ricorda “la progettazione di nuovi stabilimenti industriali post sisma de L’Aquila, la sicurezza integrata per le maggiori raffinerie e centrali energetiche italiane ed il project and construction management di complesse iniziative infrastrutturali in Italia e all’estero nel settore della difesa”.

Oggi AICOM opera con una propria ed articolata organizzazione interna e coordina progetti su larga scala con il supporto di specialisti nei più diversi campi di attività.

Ha inoltre acquisito una significativa esperienza nella pianificazione, sviluppo, progettazione e coordinamento di attività in numerosi settori, tra cui industriale, aeroportuale, civile, telecomunicazioni, sicurezza fisica e logica, ambientale, sanitario.

È una realtà che coniuga capacità d’innovazione nei nuovi campi della tecnologia applicata e consolidata esperienza nei settori tradizionali di infrastrutture, ambiente, idraulica, progettazione civile integrata, ingegneria aeroportuale e gestione immobiliare.

AICOM è un luogo di design e management, il punto di contatto tra esperienza e innovazione, tra la qualità del design tradizionale e la progettazione del terzo millennio.

Guardando al lungo periodo e ad una ulteriore crescita, Andrea Tanzi anticipa che “l’azienda sta portando avanti con successo un piano di rafforzamento in mercati esteri, operazioni di M&A (Merger and Acquisition) con l’obiettivo di rafforzarsi in settori in forte espansione, oltre alla formazione continua dei suoi collaboratori per mantenere, anzi incrementare, qualifiche e certificazioni”.

Importante joint-venture tra Fincantieri e Naval Group

joint-venture Fincantieri Naval Group

Fincantieri e Naval Group hanno dato vita ad una importante joint-venture, che apre la strada al progetto di rafforzamento della cooperazione navale militare dei due gruppi per la creazione di un’industria navalmeccanica europea più efficiente e competitiva.

L’accordo, Alliance Cooperation Agreement, è stato firmato dai rispettivi amministratori delegati delle due società Giuseppe Bono e Hervé Guillou a bordo della fregata “Federico Martinengo”, ormeggiata presso l’Arsenale della Marina Militare di La Spezia, unita’ del programma italo-francese Fremm.

Attraverso la joint-venture, Fincantieri e Naval Group condivideranno best practice tra le due società condurranno congiuntamente attività mirate di ricerca e sviluppo; ottimizzeranno le politiche di acquisti; prepareranno congiuntamente offerte per programmi binazionali e per l’export.

L’accordo stabilisce che la societa’ avra’ sede a Genova, con una controllata in Francia, a Ollioules, vicino Tolone.

Al vertice della joint-venture ci sarà un consiglio d’amministrazione composto da sei membri, tre espressi dagli italiani e tre dai francesi.

Per il primo mandato triennale, Fincantieri esprimerà il presidente ed il Chief Operational Officer, e Naval Group l’amministratore delegato e il Chief Financial Officer.

Nel consiglio, a conferma della valenza strategica che Fincantieri e Naval Group attribuiscono a questa operazione, siederanno Giuseppe Bono, che assume la carica di presidente non esecutivo della joint-venture, ed Hervè Guillou. L’amministratore delegato sarà Claude Centofanti, dirigente di Naval.

L’accordo si inquadra nel progetto ‘Poseidon’ di avvicinamento tra i due gruppi, lanciato in occasione del summit franco-italiano di Lione nel 2017.

Le nuove Fremm di Fincantieri non usciranno al momento dalla nuova Joint Venture con Naval Group, come ha precisato l’ad di Fincantieri Giuseppe Bono.

“Al momento – ha detto Bono – abbiamo programmi in comune, il primo sarà l’ammodernamento delle Orizzonti e poi speriamo di fare altri programmi in comune tra Francia e Italia. Soprattutto lavoreremo sull’esportazione, l’integrazione sarà maggiore”.

Sull’accordo che riguarda il settore difesa, Bono ha precisato: “ci dobbiamo attrezzare per aggredire il mercato asiatico: lì la concorrenza è più agguerrita, non ci sono Marine che hanno una capacità simile a quella europea o americana. Lì la concorrenza di coreani e cinesi è massima, abbiamo già un piano su come operare”.

Presidente Corte Costituzionale al Salone della Giustizia: giù le mani dalla Costituzione

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“La Costituzione è sana e robusta, non credo meriti sconvolgimenti”. È il messaggio lanciato dal presidente della Corte Costituzionale, Giorgio Lattanzi, al Salone della Giustizia nel corso del suo intervento che ha preceduto il convegno dal titolo “Sana e robusta Costituzione”.

“A mio parere – ha affermato Lattanzi – sono prive di giustificazione le iniziative, alle quali assistiamo da più di 30 anni, dirette a una profonda revisione della Costituzione, come se ne avesse urgente bisogno, come se avesse bisogno di un tagliando”.

“La Costituzione – ha aggiunto – non è solo la nostra legge fondamentale, è anche e soprattutto un’idea di società democratica, alla cui base c’è la persona, ogni persona, con i suoi diritti ma anche con i suoi doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale, secondo la formulazione dell’articolo 2: un’idea di società, pluralista, aperta e tollerante, in cui le ragioni dell’autorità si confrontano con quelle della persona, con i suoi diritti e con le sue tutele, che però non sono necessariamente destinate a prevalere”.

“Non si può pensare che una modificazione dell’assetto organizzativo – ha spiegato il presidente della Consulta – non abbia ripercussioni sulla sfera dei diritti e della libertà, è ciò deve indurre a prudenza quando si vuole mettere mano anche ad aspetti che appaiono marginali, perché le ricadute possono essere ben più vaste”.

A seguire si è tenuto un interessante dibattito a più voci, moderato dal vice direttore del Corriere della Sera Antonio Polito.

“La nostra Costituzione – ha osservato il vicepresidente della Luiss, Paola Severino – è una giovane settantenne. Non solo resiliente ma lungimirante. riesce a trovare spunti di applicazione anche oggi”.

Il presidente delle Camere penali, Gian Domenico Caiazza, ha precisato che bisogna “mantenere fermissimo il principio dell’indipendenza del pubblico ministero e della sua intangibilità dal potere politico”.

“Vi è la necessità – ha sottolineato – di una riforma che introduca la separazione delle carriere. Serve una differente organizzazione tra magistratura requirente e giudicante, proposta di legge nata da su impulso dei penalisti. Si tratta di una modifica alla Costituzione ma nell’ottica del rafforzamento di un principio fondativo”.

Questa edizione sarà in diretta streaming sul sito ufficiale IUS101.IT. Il programma completo del convegno è disponibile su www.salonegiustizia.it

Fincantieri non si tocca: i sindacati sono con Giuseppe Bono

Fincantieri sindacati Giuseppe Bono

“Fincantieri non si tocca” lo dicono in coro i sindacati del Gruppo Fincantieri dopo aver appreso la notizia della possibile sostituzione dell’attuale amministratore delegato Giuseppe Bono.

Il Fatto Quotidiano nei giorni scorsi avanzava l’ipotesi che Bono venisse sostituito da Paolo Simioni, amministratore delegato di Atac, l’azienda romana per i trasporti autoferrotranviari che al momento versa in brutte acque.

Secondo quanto si legge nell’articolo, a decidere per l’arrivo di Simioni a Fincantieri è stato il sottosegretario agli Affari regionali Stefano Buffagni, che gode della fiducia del vicepremier Luigi Di Maio, che ha girato la richiesta all’amministratore delegato di Cassa Depositi e Prestiti Fabrizio Palermo.

Di fronte a questa eventuale anticipazione, i sindacati di uno dei più importanti complessi cantieristici navali d’Europa e del mondo, senza esitazione si sono schierati dalla parte dell’ad Giuseppe Bono.

Per la RSA dirigenti Fincantieri di Trieste c’è “il rischio che il nuovo amministratore delegato di Fincantieri possa essere nominato prescindendo sia dalla conoscenza del business della nostra azienda che dall’esperienza nel nostro settore industriale”.

Pertanto i dirigenti Fincantieri, come scrivono in una nota, esprimono la “loro contrarietà a sostituire i vertici Fincantieri, che hanno portato a casa in questi anni i grandi risultati sotto gli occhi di tutti, in una logica di una “spartizione di poltrone”, condizionata esclusivamente dalla politica, che riteniamo ormai appartenere al passato”.

“La continuità di azione dell’attuale management – concludono – , che ha dimostrato la capacità di ottenere risultati straordinari, è l’unica via per proseguire nello sviluppo della nostra azienda, creando un valore di cui beneficia tutto il nostro Paese”.

La UILM di Palazzo della Marineria di Trieste precisa che è “utile, necessario e doveroso mantenere l’attuale assetto di Fincantieri per riuscire a portare a termine quanto di buono cantierato in questi ultimi anni. Diversamente c’è il rischio che si perdano opportunità che poi porterebbero direttamente ad un possibile indebolimento del gruppo, con una conseguente possibile difficoltà occupazionale”.

R.S.U. Fim-Uilm Fincantieri Monfalcone si sofferma sui successi raggiunti dall’azienda grazie alla “politica lungimirante” dell’ad Giuseppe Bono, condivisa con le organizzazioni sindacali ed i lavoratori anche attraverso confronti e scontri.

Per il sindacato proprio l’attività di Bono ha garantito “la crescita dell’occupazione con carichi di lavoro mai registrati nella storia della navalmeccanica”.

Viene definita “pura miopia istituzionale “dalla Segreteria FIM – CISL e UILM – UIL provinciale di Venezia, la sostituzione dell’attuale amministratore delegato di Fincantieri.

FIM – CISL e UILM – UIL inviano al Governo un messaggio chiaro: “i lavoratori e le lavoratrici di Fincantieri non consentiranno, in silenzio, la mercificazione della più grande azienda cantieristica del mondo. Questo non è un gioco. Giù le mani da Fincantieri. Una eccellenza italiana come quella dell’azienda guidata dall’attuale ad Bono va tutelata e difesa senza alcun indugio”.

A fianco di Giuseppe Bono anche il segretario generale della Uilm di Genova, Antonio Apa; il vicepresidente nazionale di Unioncamere, Antonio Paoletti; il Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, e il Governatore della Liguria, Giovanni Toti.

Cdp punta sull’ad di Atac Simioni per il vertice di Fincantieri

Cdp Simioni Fincantieri

Tempo di nomine per la Cassa depositi e prestiti che nelle prossime settimane deve decidere chi mettere alla guida delle società che controlla.

Per Fincantieri, il nome più quotato è quello di Paolo Simioni, sostenuto dal sottosegretario agli Affari regionali Stefano Buffagni, a cui il vicepremier Luigi Di Maio ha dato ampia delega per le nomine. A favore di Simioni sono accorsi anche i 5Stelle vicini a Virginia Raggi.

Secondo quanto riporta Il Fatto Quotidiano in un articolo dal titolo “Chi vince al gioco delle poltrone con la politica sempre più debole”, il sottosegretario ha chiesto all’amministratore delegato della Cdp Fabrizio Palermo di piazzare Simioni al posto dell’attuale amministratore delegato Giuseppe Bono.

Simioni è amministratore delegato dell’Atac, “disastrata azienda tranviaria” di Roma. Se Fabrizio Palermo dovesse mettere in atto la richiesta ricevuta da Buffagni, Simioni si ritroverà amministratore delegato di uno dei più importanti complessi cantieristici navali d’Europa e del mondo. Il nome del nuovo ad di Fincantieri, Palermo deve portarlo nel consiglio d’amministrazione il 6 marzo.

Anche la nomina di Palermo a capo della Cdp è stata una scelta del sottosegretario di area Movimento 5Stelle, che a suo tempo l’ha imposta al ministro dell’Economia Tria che invece preferiva Dario Scannapieco, che ricopre la carica di vicepresidente della Bei, la Banca europea per gli investimenti.

Tra gli altri incarichi relativi alle società controllate, che la Cassa depositi e prestiti deve distribuire c’è Eni, Poste, Terna, Snam, Italgas, Saipem, Sace e altre decine di società.

A ricoprire la carica di presidente di Sace, società per azioni specializzata nel settore assicurativo-finanziario, vorrebbe andare Andrea Pellegrini, che attualmente in Cassa depositi e prestiti è senior advisor per le partecipate. É stato voluto nel ruolo di consulente da Fabrizio Palermo.

Pellegrini però ha concentrato nelle sue mani così tanti incarichi che gli stanno creando non pochi conflitti d’interesse.

È consigliere d’amministrazione della Maire Tecnimont, principale concorrente nell’impiantistica petrolifera della Saipem controllata da Cdp, dove appunto Pellegrini è advisor. Vicepresidente della catena alberghiera Ihc, sulle due catene di hotel di cui è azionista, consiglia Cdp. È consigliere della Sias, una holding che opera nel settore delle concessioni autostradali, ed è nel consiglio d’amministrazione della IDeA Capital Funds Sgr, fondo di private equity di De Agostini, concorrente diretto dei fondi di private equity di Cdp.

Piani di rilancio per la Popolare di Bari

Banca popolare di Bari politicalive

Il Gruppo Banca Popolare di Bari, il più grande gruppo bancario autonomo del Centro e Sud Italia, con impegno e determinazione sta affrontando adeguatamente i rapporti con i propri soci e i clienti.

Popolare di Bari sta preparando un nuovo piano industriale per rilanciare l’Istituto e un contestuale aumento di capitale, nonostante le turbolenze che si sono addensate sul settore bancario.

Negli ultimi anni, il quadro normativo incerto non ha aiutato il settore delle banche popolari, creando un periodo non sereno.

In merito alla complessa interpretazione della riforma, dopo il pronunciamento della Corte Costituzionale, il Consiglio di Stato ha deciso di adire la Corte di Giustizia dell’UE per ottenere i necessari chiarimenti sui due temi maggiormente controversi: la soglia degli attivi e il diritto al rimborso per i soci in caso di trasformazione.

Oltre due anni per decidere sulla riforma e ciò ha avuto delle ripercussioni sul settore delle popolari che sono, da sempre, maggiormente vicine ai tessuti produttivi in cui operano.

In questo contesto turbolento gli istituti di credito cercano di affrontare le leggi attualmente vigenti.

Popolare di Bari si sta adeguando al panorama attuale e oltre al nuovo piano industriale, a breve la Banca si attiverà per deliberare un irrobustimento del patrimonio.

Fincantieri: la Commissione EU esamina l’acquisizione dei cantieri Chantiers de l’Atlantique

Fincantieri la Commissione EU esamina l'acquisizione dei cantieri Chantiers de l'Atlantique

La Commissione europea ha accolto la domanda presentata da Francia e Germania che la invitavano a esaminare, alla luce del regolamento sulle concentrazioni, la proposta di acquisizione di Chantiers de l’Atlantique (nuovo nome di Stx) da parte di Fincantieri.

In realtà la Commissione UE non deve esaminare l’operazione di acquisizione in quanto come la stessa Commissione scrive: “il progetto non raggiunge le soglie di fatturato previste dal regolamento UE relativamente alle concentrazioni per le operazioni che devono essere notificate alla Commissione a causa della loro dimensione europea”.

Nonostante questa osservazione, la domanda di rinvio – a norma dell’articolo 22, paragrafo 1, del regolamento UE sulle concentrazioni – trasmessa dalla Francia, e a cui si è associata la Germania, è stata accolta. “Tale disposizione – scrive la Commissione – permette a uno o più Stati membri di chiedere alla Commissione di esaminare una concentrazione che pur non rivestendo una dimensione europea incide sugli scambi all’interno del mercato unico e rischia di incidere in misura significativa sulla concorrenza nei territori degli Stati membri che presentano la richiesta”.

Sulla base degli elementi forniti dalla Francia e dalla Germania, e fatti salvi i risultati della sua indagine esaustiva, la Commissione ritiene che l’operazione potrebbe nuocere in misura significativa alla concorrenza nel settore della costruzione navale, in particolare per quanto riguarda il mercato mondiale delle navi da crociera. La Commissione quindi si assume una funzione che va oltre la sua competenza, quella di valutare quali operazioni possono incidere a livello mondiale.

La Commissione infatti ritiene di “rappresentare l’autorità più idonea a valutare i potenziali effetti transfrontalieri dell’operazione. Di conseguenza, l’acquisizione di Chantiers de l’Atlantique da parte di Fincantieri sarà esaminata nella sua integralità”.

Chantiers de l’Atlantique è un’impresa di costruzione navale francese con sede a Saint-Nazaire, il cui capitale di maggioranza è detenuto dallo Stato francese, attraverso l’Agenzia delle partecipazioni statali.

L’intesa tra Fincantieri e Chantiers de l’Atlantique era stata siglata il 27 settembre 2017 e suggellata con la firma del 2 febbraio scorso tra il gruppo navale italiano e lo Stato francese, rappresentato in quella occasione dall’Agence des Participations de l’Etat. L’accordo consente a Fincantieri il controllo dei cantieri francesi con l’acquisizione del 50%, più in prestito per 12 anni l’1%.

Fincantieri, eccellenza italiana a livello mondiale, conta oggi 20 stabilimenti in 4 continenti, oltre 19.000 dipendenti ed annovera tra i propri clienti i maggiori operatori crocieristici al mondo, oltre a numerose Marine estere. É apprezzata per la capacità di esportare ed applicare il know-how e la cultura italiana in tutto il mondo, in tutti i cantieri, su tutti i prodotti e a tutti i fornitori.

La presa di posizione della Commissione europea non solo blocca il lavoro del gruppo navale italiano ma soprattutto il futuro dell’Italia.

Castellammare di Stabia: il nuovo piano di Fincantieri ha ottenuto il via libera dai sindacati

“Il nuovo piano a nostro avviso sembrerebbe una soluzione da poter perseguire, fatto salvo che il progetto si sviluppi così come presentato”. Sono le parole dei sei delegati della rappresentanza sindacale unitaria (FIM-FIOM-FAILMS) del sito navale di Castellammare di Stabia che fa capo a Fincantieri.

Nei giorni scorsi i sindacati erano in allarme dopo aver saputo che la società ha annunciato il riammodernamento della struttura, eliminando il varo tradizionale a scivolo e aumentando così la capacità produttiva di circa il 40% rispetto a quanto avviene fino ad oggi.

La rappresentanza sindacale unitaria del cantiere di Castellammare di Stabia, il 7 dicembre ha incontrato il responsabile risorse umane e relazioni sindacali di Fincantieri e ha ascoltato i dettagli degli investimenti che l’azienda metterà in atto nel 2019, per concludersi nell’arco di un quinquennio.

Si tratta di un piano di rilancio di tutti i siti di cui dispone Fincantieri, in particolare per quello stabiese sarà garantito lo sviluppo e non il depotenziamento come temevano in un primo momento sindacati e lavoratori.

A conclusione dell’incontro, i sindacati hanno diramato una nota con la quale affermano di approvare il nuovo progetto di Fincantieri, restando però sempre vigili su quanto accadrà nella fase delle modifiche previste.

“Per rendere tutto ciò attuativo – scrivono FIM-FIOM-FAILMS -, c’è bisogno di un forte intervento delle istituzioni a partire dalla quota parte per gli investimenti previsti sulle aree demaniali, mentre l’azienda già si è resa disponibile a supportare economicamente la parte di adeguamento infrastrutturale non ancora quantificata”.

“La RSU di fabbrica, come sempre, vigilerà attentamente – concludono – affinché il tutto venga realizzato per garantire il futuro al nostro stabilimento”.

Il piano rende il cantiere più funzionale, competitivo, e soprattutto assicurerebbe lavoro per i prossimi 10 anni.

Il pilastro centrale del progetto è l’eliminazione dello scalo di varo, che verrà sostituito da una piattaforma semisommergibile e un sistema di carrelli mobili. In pratica lo scalo a mare verrà reso piatto, le navi saranno costruite nelle officine e poi tramite carrelli specializzati spostatati su una chiatta galleggiante che una volta a largo aprirà le porte stagne, lasciando galleggiare la nave.

“È un piano mirato al recupero di spazi – spiega Fincantieri – e all’efficientamento dell’area scafo, rendendo così possibile la costruzione a costi competitivi di più navi, oltre a tronconi per unità da crociera. Il piano d’investimenti renderebbe ancor più strategico lo stabilimento di Castellammare”.

“Nel caso di Castellammare – fanno sapere da Fincantieri – la società ha onorato l’impegno di tenere aperto il cantiere negli anni più duri della crisi e ora che si assiste a un notevole incremento della domanda è allo studio la progettualità indispensabile per rispondere alla forte richiesta del mercato. Gli investimenti pensati per il cantiere stabiese non vanno nella direzione della riduzione, ma dell’incremento della capacità produttiva”.

“Il tradizionale sistema di varo attuale – afferma l’azienda – risulta ormai anacronistico e antieconomico, tanto da essere stato eliminato in tutti i cantieri del mondo modernamente organizzati. Nello specifico, l’abbattimento dello scalo, sostituito con la costruzione di un’ampia platea, comporterebbe una serie di vantaggi: in primo luogo libererebbe aree indispensabili per assicurare maggiore capacità al cantiere, con un incremento della produzione del 40%, con le evidenti ricadute occupazionali dirette e indirette”.

“In secondo luogo – prosegue – questo permetterebbe di varare costruzioni di stazza maggiore attraverso un mezzo semisommergibile e un sistema di carrelli mobili, assicurando maggiore efficienza al ciclo produttivo e un livello di sicurezza più alto per il personale addetto alle operazioni di varo, senza considerare gli innegabili vantaggi derivanti dal lavorare in piano”.

Il confronto tra Fincantieri e i sindacati è stato proficuo e la società ha incassato il via libera all’adeguamento infrastrutturale che aumenterebbe di circa il 40% la capacità produttiva, con chiari risvolti anche dal punto di vista occupazionale. L’impianto di Castellammare ha infatti performance altissime grazie al lavoro degli operai che sono altamente specializzati.

Maltempo: info sulla mobilità ferroviaria da Ferrovie dello Stato

La grave situazione metereologica italiana che ha provocato, negli ultimi giorni, forti disagi in tutto il territorio ha coinvolto anche la circolazione ferroviaria.

A tal proposito Ferrovie dello Stato è scesa in campo per garantire l’assistenza – online, in treno e nelle stazioni – a tutti i viaggiatori. Oltre a una serie di provvedimenti che hanno coinvolto, fin da ieri 29 ottobre, oltre 2.000 ferrovieri, il Gruppo ha reso disponibile un nuovo numero verde gratuito (800.89.20.21) attivo su tutto il territorio nazionale.

In più, sul sito web ufficiale di Trenitalia, è stata messa al servizio dei cittadini una pagina dedicata al maltempo, fino a cessata emergenza, con tutte le informazioni utili per la mobilità ferroviaria.

Banca Popolare di Bari: sospesa da Corte d’Appello multa Consob

Banca Popolare di Bari: sospesa da Corte d'Appello multa Consob

Sospesa la multa comminata alla Banca Popolare di Bari dalla Consob. La decisione arriva dalla Corte d’Appello di Bari che ieri ha comunicato che le sanzioni sono sospese.

La vicenda è iniziata con l’approvazione di due delibere da parte della Consob in merito a presunte violazioni riscontrate presso la Banca Popolare di Bari nei periodi tra il 2014-16. La Consob dopo aver riscontrato le violazioni ha multato i vertici della Banca.

L’approvazione delle delibere è avvenuta il 13 settembre e i dettagli sono stati resi noti nelle settimane scorse dai giornali.

Di fronte alle contestazioni e sanzioni, la Banca Popolare di Bari ha risposto con un dettagliato elenco in cui illustra la sua posizione e smonta punto per punto le contestazioni della Consob.

Tra le tante precisazioni, la Popolare di Bari sottolinea come la Consob non abbia “bloccato la vendita di azioni”, oltre ad evidenziare che il fenomeno dei “finanziamenti baciati non esiste e questo è confermato anche dalle risultanze delle approfondite verifiche effettuate nell’ispezione della Banca d’Italia”.

Inoltre la Banca Popolare di Bari, oltre a ritenere di non aver commesso alcuna violazione della normativa di vigilanza, ritiene di aver subito un provvedimento sanzionatorio da parte della Consob a fronte di aspetti tecnico/operativi già esaminati in passate ispezioni e, comunque noti alla Consob da molti anni e mai oggetto di rilievo.

Ieri la Corte d’appello di Bari ha disposto la sospensiva del provvedimento con il quale Consob ha multato i vertici della Popolare di Bari e l’istituto stesso, in qualità di responsabile amministrativo, per un totale di 1,95 milioni di euro.

La Corte d’appello ha così accolto, inaudita altra parte, l’impugnazione dell’istituto. Nelle prossime settimane il procedimento andrà avanti con la comparizione delle parti.

Banca Popolare di Bari alla Consob: operazioni corrette

Banca Popolare di Bari alla Consob: operazioni corrette

“La Consob non ha bloccato la vendita di azioni e le sanzioni sono state comminate solo a circa 20 esponenti ed ex esponenti e alla Banca stessa e si riferiscono a due distinti procedimenti”. Risponde così la Banca Popolare di Bari dopo le notizie apparse sui giornali relative a procedimenti sanzionatori deliberati da Consob nei confronti dell’istituto creditizio.

La Banca barese precisa inoltre che le sanzioni ammontano a 1,8 milioni e non a 2,6 milioni come riportato dai giornali.

La posizione della Popolare di Bari è chiara, non ci sta ad essere attaccata e respinge i riferimenti erronei riportati dalla stampa. “La Banca esprime anzitutto sorpresa e rammarico – afferma Banca Popolare di Bari – per la diffusione, con dovizia di particolari tuttavia estrapolati rispetto a un contesto generale ben più ampio, di informazioni riservate riferite a rapporti diretti tra l’Autorità e l’intermediario vigilato”.

L’elenco delle precisazioni da parte della banca barese è piuttosto lungo e mostra come la Banca abbia sempre portato avanti “operazioni corrette”. A sostenere questa tesi anche i contenuti delle verifiche curate dalla Banca d’Italia, concluse a settembre del 2016 e notificate nei primi mesi del 2017, che hanno avuto tutte un esito positivo.

“In merito ai procedimenti sanzionatori deliberati da Consob – scrive in un comunicato Banca Popolare di Bari -, già il bilancio 2017 della Banca (relazione e nota integrativa) informava dell’avvio, da parte di Consob, di tre distinti procedimenti, a seguito degli esiti dell’ispezione sui servizi di investimento condotta da Banca d’Italia, su mandato della stessa Consob, tra giugno e novembre 2016. Peraltro la Banca aveva subito una ispezione sui servizi di investimento a inizio 2016, con esiti che possono essere ritenuti positivi e che avevano pertanto rassicurato la Banca sulla sostanziale correttezza delle proprie prassi operative”.

Un altro aspetto che la Banca chiarisce sono i cosiddetti “finanziamenti baciati”. “Il fenomeno dei “finanziamenti baciati” – dice la Popolare di Bari – non esiste e questo è confermato anche dalle risultanze delle approfondite verifiche effettuate nell’ispezione della Banca d’Italia. Le indagine interne hanno autonomamente rilevato un numero molto contenuto di fenomeni che la Banca stessa ha ritenuto di evidenziare, come peraltro riportato anche nel fascicolo di bilancio 2017. I 10 fenomeni, come detto rilevati dalla Banca, si rapportano ad oltre 16.000 operazioni perfezionate nell’ambito dei due aumenti di capitale. Non è inoltre vero che tali operazioni riguardavano soggetti con profili di rischio non adeguato”.

Anche sugli aumenti di capitale 2014 e 2015, finalizzati all’operazione di acquisizione del Gruppo Banca Tercas, la Banca afferma che: “sono stati messi a punto a seguito di un costante confronto e interlocuzione con le Autorità di Vigilanza e condotti assumendo tutti i presidi previsti dalla normativa di riferimento, nella necessaria salvaguardia dei diritti di opzione riconosciuti dal codice civile”.

Questi ed altri chiarimenti mostrano come la Popolare di Bari abbia lavorato con correttezza e respinge le irregolarità di cui parla la Consob.

Due delibere sono state infatti approvate dalla Consob il 13 settembre, giorno delle dimissioni dell’ex presidente Mario Nava, in merito a presunte violazioni riscontrate presso la Banca Popolare di Bari nei periodi tra il 2014-16.

“La Banca – si legge infine nel comunicato -, ritenendo tali sanzioni non rispondenti ai comportamenti mantenuti nel tempo e pertanto ingiuste, intende continuare a far valere le proprie ragioni nelle sedi competenti”.

Intervista a Enrico Cerreto consulente patrimoniale

Intervista a Enrico Cerreto consulente patrimoniale
Enrico Cerreto consulente patrimoniale

Enrico Cerreto, Private Banker presso la sede di Napoli della Banca Fideuram, ci illustra la figura del consulente patrimoniale.

Dott. Enrico Cerreto quanto è richiesta oggi questa figura?

Oggi il consulente patrimoniale è una figura sempre più richiesta per conservare e trasmettere in modo ottimale le ricchezze di una famiglia e della sua storia. È una professione in continua evoluzione, ma rimane invariata la nostra mission che è quella di essere gli interlocutori di fiducia del cliente, prendendoci cura e proteggendo i suoi progetti di vita.

Che tipo di rapporto si instaura tra il professionista e il cliente?

Il consulente patrimoniale deve conoscere a fondo la storia e le dinamiche interne al nucleo familiare del cliente, in quanto non si può decidere di patrimonio, denaro e beni se non si parla prima di famiglia e rapporti. Tutti gli aspetti collegati ad una gestione patrimoniale e finanziaria ricadono o possono ricadere sulle generazioni future di quel cliente. Pertanto il consulente patrimoniale prende in considerazione il cliente all’interno del suo contesto familiare e professionale, proponendo soluzioni specifiche al fine di tutelarne il patrimonio, realizzare gli obiettivi prefissati e proteggerlo da eventi imprevedibili.

Vi sono qualità che bisogna possedere per svolgere la professione di consulente patrimoniale?

Le qualità sono professionalità, capacità di ascolto ed empatia. Sono tre elementi necessari per aiutare i clienti a trovare le migliori soluzioni in merito alle loro esigenze affinché siano raggiunti gli obiettivi finanziari che sono stati prefissati. Non bisogna trascurare il passaggio generazionale, a mio avviso di fondamentale importanza in questa attività.

C’è un’operazione finanziaria che ricorda?

Ricordo con orgoglio un’operazione finanziaria che si è verificata nel 2013. Muore un mio cliente non sposato e senza figli, il quale possedeva un patrimonio mobiliare da me gestito di circa 10 milioni di euro. Gli eredi erano 12 ed si trovavano sparsi in tutta Italia. Nonostante le difficoltà del caso, gli eredi sono diventati tutti miei clienti e il loro patrimonio, con grande soddisfazione, è aumentato.

Dott. Enrico Cerreto chi sono i suoi clienti?

Mi occupo di tutela, gestione e trasmissione di patrimoni. Ad oggi gestisco circa 110 clienti per un un patrimonio complessivo di circa 50 milioni di euro. La ricchezza finanziaria dei miei clienti ha una soglia minima di 500mila euro.

È pentito della strada che ha intrapreso?

Per niente. Questo lavoro ha cambiato in meglio la mia vita e la mia professionalità. Sin da bambino mi ha sempre affascinato il mondo della finanza ed inoltre a casa mia la parola ricorrente era “Banca”. Dopo la maturità classica, ho conseguito una laurea in giurisprudenza presso l’Università Federico II di Napoli e a seguire ho studiato all’Imperial College Business School di Londra. Nel 1989 ho iniziato la mia attività bancaria presso la Citibank Italia di Napoli, divenuta Banco Ambrosiano Veneto fino al 2001. Oggi lavoro in Fideuram e mi occupo di tutela, gestione e trasmissione di patrimoni. Nel tempo ho ricoperto il ruolo di back office, addetto clientela retail, addetto clientela executive, estero merci, settorista aziende, direttore di filiale.

Data Stampa leader per i servizi di media monitoring

Data Stampa leader per i servizi di media monitoring

Data Stampa raccoglie sempre più adesioni in merito al servizio di media monitoring e relativo hosting avviato in Toscana grazie ad una convenzione stipulata con la Regione.

La media agency Data Stampa si è aggiudicata, in raggruppamento d’impresa con TIM, il servizio tramite gara alcuni mesi fa. Questa innovativa procedura consente alla Regione Toscana – unica tra le Regioni italiane – di essere un soggetto aggregatore per un unico sistema di fornitura di media monitoring.

Per i soggetti che decidono di avvalersi dell’accordo quadro regionale, come riporta Agipress, sarà possibile fruire dei servizi di monitoraggio dei mezzi di comunicazione di massa in rete: rassegna stampa, web, video e social monitoring, unitamente al servizio di gestione dell’archivio dell’ente ed eventuale attività di analisi, progettazione, sviluppo, integrazione o modifica dei vari servizi.

La Convenzione tra Regione Toscana e Data Stampa, attiva già da alcuni mesi, consente di poter scegliere tra una serie di profili/livelli di servizio differenti, personalizzabili e modulabili in base alle diverse esigenze. L’accordo garantisce una semplificazione delle procedure amministrative e burocratiche, il contenimento dei costi e l’ottimizzazione delle tempistiche di attivazione dei servizi.

I soggetti che possono aderire alla Convenzione sono le Agenzie Regionali, come Artea, Arpat, Irpet ed altre; Enti dipendenti e Società in house della Regione Toscana, Enti del Servizio Sanitario Regionale, altre Pubbliche Amministrazioni che insistono sul territorio regionale.

Tanti gli Enti che hanno già aderito tra cui: Giunta Regionale e Consiglio Regionale della Toscana, Arpat, Comune di Prato, Azienda Ospedaliera Universitaria Senese, Università degli Studi di Pisa (Soggetto Aggregatore per tutte le Università della Toscana), Comune di Pisa, Comune di Arezzo, Comune di Firenze, Città Metropolitana di Firenze, Comune di Pistoia.

Leonardo: comunicazione e rapporti con i media gestiti da Cisnetto

Leonardo comunicazione e rapporti con i media gestiti da Cisnetto

La comunicazione strategica e rapporti con i media di Leonardo-Finmeccanica sono gestiti dalla società di comunicazione Incontra di proprietà di Enrico Cisnetto.

L’amministratore delegato Alessandro Profumo ha ritenuto di non avvalersi dell’area Relazioni Esterne e Comunicazione di Leonardo, guidata da Raffaella Luglini e composta da oltre 200 persone, ma ha voluto affidare all’esterno la comunicazione dell’azienda e sottoscrivere un contratto di consulenza, che sembra sia molto oneroso, proprio con la società di comunicazione romana “Incontra”.

Quest’ultima ha tra i suoi collaboratori nomi famosi nel mondo del giornalismo, come l’ex giornalista del “Sole 24Ore” Guido Rivolta che non solo è stato portavoce di Giulio Tremonti ma anche responsabile relazioni esterne di Cassa Depositi e Prestiti. Oppure l’ex giornalista de “Il Giornale” Fabrizio Ravoni, collaboratore nel governo Berlusconi a Palazzo Chigi e al ministero della Difesa con Gianpaolo Di Paola quando il premier era Mario Monti.

Già nelle scorse settimane l’azienda italiana attiva nei settori della difesa, dell’aerospazio e della sicurezza, aveva fatto parlare di sé quando nell’ambito dell’acquisizione di Vitrociset aveva rinunciato all’esercizio del diritto di prelazione sull’acquisto ma nel momento in cui Fincantieri ha fatto un’offerta, il Cda di Leonardo ha deliberato di “procedere all’esercizio del diritto di prelazione sull’acquisto”.