Usa al voto: la Camera ai Repubblicani; Obama mantiene il Senato – FOTO

Foto: AP/LaPresse

Si conclude sostanzialmente con un pareggio la lunga giornata delle elezioni di medio termine negli Stati Uniti, con i Repubblicani che riconquistano la maggioranza alla Camera mentre il partito di Obama, contrariamente alle aspettative,  riesce comunque a tenere il Senato. E’ proprio al Senato che si è giocata buona parte della partita, visto che era questo lo scoglio principale per le riforme di Obama, come quella della sanità.

La sconfitta dei democratici, pur non essendo così netta, è comunque un segnale d’ allarme per il presidente, se si tiene conto che, dai primi sondaggi, sono proprio le categorie che gli avevano consegnato la vittoria due anni fa a voltargli le spalle ora: le donne, la classe media, i bianchi, gli anziani e gli indipendenti.

Obama ha parlato alla nazione oggi all’ una di Washington, le 18 in Italia, assumendosi la responsabilità della sconfitta e richiamando tutti alla necessità di collaborare insieme per far fronte alle varie sfide, in particolare quella economica, vista l’ importanza che la crisi economica ha avuto in queste elezioni. Già ieri dopo la mezzanotte aveva chiamato l’ attuale speaker democratica della  Camera, Nancy Pelosi, e Joen Benther, il repubblicano che andrà a sostituirla, augurandosi di “lavorare con lui e i repubblicani per trovare un campo d’ azione comune”.

Obama è rimasto ad aspettare i risultati, nello studio ovale, assieme ai suoi più stretti collaboratori, conscio dell’ importanza del voto in particolare al Senato, dove la sfida è andata avanti fino all’ ultimo. Neanche i presidenti che pure erano stati sconfitti alle elezioni di medio termine erano infatti riusciti a mantenere il Senato. I Repubblicani potrebbero addebitare questa loro mezza sconfitta proprio a Sarah Palin, che pure aveva contribuito molto al successo del cosiddetto “Tea Party”, scegliendo personalmente 61 candidati, come Christine O’ Donnell, ex cattolica intransigente, adesso dichiaratasi puritana, che ha fatto perdere ai repubblicani il seggio senatoriale del Delaware.

E’ andata meglio, invece, al giovane Marco Rubio, 39 anni, repubblicano, che ha trionfato in Florida: nel suo partito, molti già lo indicano come il possibile “Obama bianco”, che potrebbe riconquistare, nel 2012, gli USA ai repubblicani. Egli, però non ha aderito al movimento del “Tea Party”, anche se questi lo amano, e la Palin lo ha sostenuto fin dall’ inizio, quando si presentò alle primarie contro Charlie Crist, in precedenza popolare governatore della Florida. Questo nuovo movimento, dunque, se da una parte ha galvanizzato l’ elettorato ultraconservatore, spingendolo a recarsi a votare per i repubblicani, dall’ altra, con i suoi candidati più “radicali” non sempre è riuscito a conquistare un numero sufficiente di consensi, come in Delaware, nel Nevada e in California, dove i democratici hanno anche strappato la poltrona di governatore al repubblicano Arnold Scharwzenegger.



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