Una tv di comunisti e prostitute

E’ questo ciò che trapela, dalle parole di Silvio Berlusconi, intercettate, legalmente o non è forse più una questione di etica che di giustizia, telefonicamente: la nostra televisione pubblica è costituita solo da comunisti e da prostitute.

L’estratto, che fa da incipit per il titolo, arriva direttamente dalla telefonata fra Berlusconi e Agostino Saccà, responsabile delle fiction tv rai, e che è divenuta un vero e proprio “scandalo” sia per il fatto che, l’ex presidente del Consiglio, fosse in grado di dare “indicazioni” sulle decisioni della tv pubblica, sia per la considerazione che egli ha della RAI.

Che si stia creando un vero e proprio caso su questo fatto è innegabile, opinabile è il modo con cui lo si sta gestendo. Le questioni che sorgono da questa intercettazione sono sostanzialmente due:

  • L’organizzazione dei programmi viene gestita dall’esterno da un gestore di una rete privata, il che sarebbe innegabilmente un fatto di grave entità, in quanto lederebbe gli interessi e la qualità della rete pubblica.
  • L’opinione, veramente bassa, che ha Silvio Berlusconi, uomo di affari e di politica, nei confronti delle persone che lavorano presso il servizio pubblico televisivo viene espressa in maniera molto colorata (e per quanto riguarda le donne, sicuramente ingiusta).

Ma come è tipico dell’Italia di oggi, piuttosto che andare a comprendere la situazione interna alla RAI e comprendere il perchè di questo genere di problemi, i politici si sono scaraventati immediatamente contro il Berlusconi persona e le sue dichiarazioni di dubbio gusto.

In primis Fausto Bertinotti, presidente della Camera, che dopo aver definito le intercettazioni “una violazione dei diritti dei cittadini” dichiara:

Nelle parole di Berlusconi emergono elementi di degrado del costume e il riemergere di fenomeni trasformistici che sono stati tanta parte della storia italiana e la cui storia è stata interrotta dalla nascita di grandi partiti di massa

Sulla questione etica si sofferma invece Lorenzo Del Boca, presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti:

Queste erano delle intercettazioni che doverosamente dovevano essere date, ma la domanda è: si tratta delle uniche? Purtroppo no e quelle che non ci sono nascondono comunque interventi poco chiari

Fortunatamente, almeno dal presidente RAI Claudio Petruccioli arriva un forte messaggio di responsabilità del suo incarico e di maturità sulla questione. Mancano sei mesi al termine del suo mandato e intervistato sulla questione “etica” ha definito solo con un “Incompatibile” la posizione di Saccà.

Intervistato sulla programmazione RAI, che ormai da circa un anno viene battuta categoricamente dalla rete privata Mediaset, risponde con fiducia e nuovi progetti:

Se non intervenissimo sulla rete, da qui al 2010 il passivo rischierebbe di superare i 400 milioni. Con il nuovo progetto risparmieremo circa 70-80 milioni di euro, in modo da arrivare al pareggio. Inoltre in un futuro prossimo le reti generaliste potrebbero diventare due.

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