Terrorismo internazionale: tre giovani arrestati a Torino nell’inchiesta Taliban

Ancora una volta il grande lavoro dei servizi segreti italiani in tema di terrorismo e Isis si sta facendo notare. Sono stati arrestati, infatti, tre giovani originari della Tunisia, che avrebbero preso parte ad un’organizzazione di stampo terroristico in compagnia di altre quattro persone. Di queste ultime, due si trovano all’estero e le altre due sono decedute nel conflitto in Siria.

I carabinieri del Ros di Torino hanno potuto arrestare i tre indagati dopo aver ricevuto il via libera dalla Corte di Cassazione. Quest’ultima ha dato l’ok all’applicazione delle misure cautelari che, all’inizio, non erano state condivise.

I tre giovani tunisini vengono accusati di propaganda jihadista ed erano già agli arresti domiciliari per altri reati minori, tra cui traffico di droga. L’ottimo lavoro rientrante nell’inchiesta “Taliban”, portata avanti dalla procura torinese, ha permesso di ricollegare l’associazione legata al terrorismo internazionale anche ai nomi dei tre africani. L’inchiesta si riferisce a quel fenomeno dei foreign fighters, che già nel 2015 avevano consentito di individuare un altro gruppo di tunisini sospettati di avere collegamenti con l’Isis, le cui minacce, già evidenziate sul blog di Fabrizio Bertot, hanno scosso anche la nostra classe politica impegnando l’intelligence del Paese.

Il gruppo localizzato dai Carabinieri di Torino era, in principio, formato da sette persone che avevano fatto richiesta di un permesso di soggiorno per motivi legati allo studio. L’iscrizione all’università dei giovani era avvenuta facendo leva su falsi titoli di studio, ottenendo una borsa di studio. Il problema è che non hanno preso mai parte neanche ad una lezione o ad un esame.

Contemporaneamente, sui profili Facebook dei giovani tunisini sono emerse le prime frasi connotate da un forte stampo ideologico pro-Isis.

Secondo gli inquirenti, i giovani fanno parte di Ansar al-Sharia, ovvero quella branca dell’Isis che si muove prevalentemente nella zona del Sinai. Come detto, due dei sette giovani hanno fatto rotta verso la Siria, dove sono deceduti nei vari conflitti a fuoco, chiaramente schierandosi dalla parte del Califfato.