World Press – Rassegna Stampa Internazionale del 24 giugno 2008

Ore 01:19. Sono i vari piccoli eventi nazionali, di cronaca o di politica, che raccolgono l’attenzione dei vari quotidiani che ogni giorno andiamo ad analizzare. Nel caso in cui non siano le news nazionali a dominare i quotidiani sono le notizie internazionali di nicchia a farla da padrone. Vediamo ora in dettaglio come i vari paesi si apprestano a vivere questa giornata.

Rassegna Critica – Vengo dopo il Tiggì. Il Caimano

Ogni volta che Berlusconi ha conquistato Palazzo Chigi ha provato a forzare l’assetto costituzionale e per prima cosa ha attaccato con violenza la magistratura. Lo ha fatto nel 1994 con il decreto Biondi, primo atto di governo; nel 2001, quando i decreti d’urgenza sulla giustizia furono presentati prima ancora di ricevere la fiducia; e oggi. Con una escalation di violenza nei toni e, ancor di più, nei contenuti dei provvedimenti

Vediamo cosa succede telegiornalisticamente oggi. Con un occhio particolare. La lente si chiama: Berlusconi+calcio.

Il buco di Roma

Ma il buco c’è o non c’è? Il debito di Prodi c’era o non c’era? Da una settimana è balzato a copertura mediatica – sui dorsi locali de Il Messaggero e dei quotidiani nazionali, per poi passare al nazionale nel giro di pochi istanti. Roma è tappezzata da manifesti de Il Popolo della Libertà – Berlusconi per Alemanno, che recitano:

Veltroni ha lasciato un buco stratosfereico nel bilancio del Comune. Noi lo risolveremo

Il punto? Partiamo da un paio di considerazioni. Il buco c’è, è in corso l’avvio di un’indagine della magistratura. Il buco c’è, è pesante – il Comune di Roma è praticamente fallito – anche se le ricostruzioni dello stesso sono, naturalmente, assai diversi a seconda del punto di vista dal quale si guardi il subddetto benedetto buco di bilancio.
Ricordo nitidamente. Immediatamente post-elezioni, vinte da Gianni Alemanno, il neo-sindaco, finalmente ospite a Viva Radio 2, con Fiorello e Baldini, in verità dall’alto di un apprezzabile umorismo, aveva aggiunto a mozzichi e bocconi che stava verificando la presenza di un possibile ebuco nel bilancio del Comune.
Lo si sa da allora, lo si sa da sempre. Ma prima, forse, un tacito patto di apparente strumentale armonia delle parti – quella grandissima presa in giro che il Veltrusconi ha chiamato dialogo – prevedeva in agenda un’uscita del BUCO assai più soft di quella poi avvenuta.

World Press – Rassegna Stampa Internazionale del 21 giugno 2008

Ore 01:17. Finalmente in una tranquilla serata quasi estiva, visto anche che l’estate è ormai alle porte, mi ritrovo con voi a leggere ed analizzare ciò che le testate giornalistiche straniere e nazionali ci riportano. In un momento di “crisi economica” che sta attraversando l’Europa, i singoli paesi si ritrovano tutti per un motivo o per l’altro a dover soffrire un momento di tensione. In questo momento, specie per difendere la popolazione, sarebbe bene un segnale di unione da parte di tutti i partiti. E non parlo solo dell’Italia…

World Press – Rassegna Stampa Internazionale del 19 giugno 2008

Giornatina niente male, quella di ieri.

La lettura del giornale la mattina presto/ E’ una sorta di realistica preghiera mattutina/ Uno orienta il proprio comportamento/ Nei confronti del mondo o secondo Dio/ Oppure secondo ciò che è il mondo / Entrambe danno la stessa sicurezza/ Quella di sapere come ci si possa stare

Dunque orientiamoci stamane. ITALIA. Partendo da Il Corriere della Sera:

Dal governo sì alla manovra Piano triennale da 34 mld

Attenzione dunque alla politica e all’economia interna, senza dimenticare l’approvazione di ieri della norma blocca-processi e la grande attenzione, come tradizione, agli esami di maturità che oggi vedono protagonista la seconda prova.

Una giornata per la giustizia

RaiNews24 – 18 giugno 2008

L’aula del Senato ha approvato l’emendamento presentato dai relatori al decreto sicurezza che prevede la sospensione dei processi fino al giugno 2002. I senatori del Pd e dell’Idv hanno lasciato l’aula, mentre sono rimasti nell’emiciclo gli esponenti dell’Udc e i radicali

Questo il flash attualmente in home page.

World Press – Rassegna Stampa Internazionale del 18 giugno 2008

Ore 01:11. Preparate le valigie gente, si va a Vienna. Tra l’altro la “fortuna” vuole che se l’Italia dovesse arrivare in finale non ci dovremmo nemmeno spostare. Ma questa è un altra storia. Poca è la politica in prima pagina specie perchè i tre principali stati di cui trattiamo la rassagna stampa, vedasi Italia, Francia e Spagna, sono protagonisti attivi e passivi delle sfide calcistiche di questa sera. Eppure un po’ di politica qua e là compare…

Rassegna Critica – Vengo dopo il Tiggì. Scontro politico

Ecco la lettera che ieri Silvio Berlusconi ha inviato a Renato Schifani, e che Renato Schifani ha voluto leggere al mondo tutto, nell’aula del Senato. In tempi di Lodo Schifani Redux.

Caro Presidente, come Le è noto stamane i relatori senatori Berselli e Vizzini, hanno presentato al cosiddetto ‘decreto sicurezzà un emendamento volto a stabilire criteri di priorità per la trattazione dei processi più urgenti e che destano particolare allarme sociale. In tale emendamento si statuisce la assoluta necessità di offrire priorità di trattazione da parte dell’Autorità Giudiziaria ai reati più recenti, anche in relazione alle modifiche operate in tema di giudizio direttissimo e di giudizio immediato. Questa sospensione di un anno consentirà alla magistratura di occuparsi dei reati più urgenti e nel frattempo al governo e al Parlamento di porre in essere le riforme strutturali necessarie per imprimere una effettiva accelerazione dei processi penali, pur nel pieno rispetto delle garanzie costituzionali. I miei legali mi hanno informato che tale previsione normativa sarebbe applicabile ad uno fra i molti fantasiosi processi che magistrati di estrema sinistra hanno intentato contro di me per fini di lotta politica. Ho quindi preso visione della situazione processuale ed ho potuto constatare che si tratta dell’ennesimo stupefacente tentativo di un sostituto procuratore milanese di utilizzare la giustizia a fini mediatici e politici, in ciò supportato da un Tribunale anch’esso politicizzato e supinamente adagiato sulla tesi accusatoria. Proprio oggi, infatti, mi è stato reso noto, e ciò sarà oggetto di una mia immediata dichiarazione di ricusazione, che la presidente di tale collegio ha ripetutamente e pubblicamente assunto posizioni di netto e violento contrasto con il governo che ho avuto l’onore di guidare dal 2001 al 2006, accusandomi espressamente e per iscritto di aver determinato atti legislativi a me favorevoli, che fra l’altro oggi si troverebbe a poter disapplicare. Quindi, ancora una volta, secondo l’opposizione l’emendamento presentato dai due relatori, che è un provvedimento di legge a favore di tutta la collettività e che consentirà di offrire ai cittadini una risposta forte per i reati più gravi e più recenti, non dovrebbe essere approvato solo perchè si applicherebbe anche ad un processo nel quale sono ingiustamente e incredibilmente coinvolto. Questa è davvero una situazione che non ha eguali nel mondo occidentale. Sono quindi assolutamente convinto, dopo essere stato aggredito con infiniti processi e migliaia di udienze che mi hanno gravato di enormi costi umani ed economici, che sia indispensabile introdurre anche nel nostro Paese quella norma di civiltà giuridica e di equilibrato assetto dei poteri che tutela le alte cariche dello Stato e degli organi costituzionali, sospendendo i processi e la relativa prescrizione, per la loro durata in carica. Questa norma è già stata riconosciuta come condivisibile in termini di principio anche dalla nostra Corte Costituzionale. La informo quindi che proporrò al Consiglio dei ministri di esprimere parere favorevole sull’emendamento in oggetto e di presentare un disegno di legge per evitare che si possa continuare ad utilizzare la giustizia contro chi è impegnato ai più alti livelli istituzionali nel servizio dello Stato. Cordialmente, Silvio Berlusconi

Napolitano non ci sta

Se quelle norme fossero state contenute nel decreto fin dall’inizio, non l’avrei firmato

Il Presidente della Repubblica Italiana, riporta correttamente Wikipedia, è il capo dello Stato e rappresenta l’unità nazionale, come stabilito dalla Costituzione italiana. Viene eletto dal Parlamento e dura in carica sette anni.

Giorgio Napolitano è stato eletto il 10 maggio 2006. Dicendo queste parole:

Non sarò in alcun momento il Presidente solo della maggioranza che mi ha eletto; avrò attenzione e rispetto per tutti voi, per tutte le posizioni ideali e politiche che esprimete; dedicherò senza risparmio le mie energie all’interesse generale per poter contare sulla fiducia dei rappresentanti del popolo e dei cittadini italiani senza distinzione di parte

Oggi il Presidente della Repubblica si è adirato. Con qualcuno in particolare.

Salva-Premier, a volte ritornano. Il Lodo Schifani Redux

Il Quirinale è preoccupato. Il Colle emana e propaga nell’aria di Roma inquietudine. Il Consiglio Superiore della Magistratura, nella persona del suo vicepresidente, Nicola Mancino, pure. Ma si sa, il Csm troppo spesso si è posto nella condizione di essere e poter essere criticato.
Pochi cittadini lo sanno e lo tengono presente nella quotidianità: c’è un processo, il processo Mills, in cui Silvio Berlusconi è imputato di corruzione in atti giudiziari. In cui rischia, si è detto in passato, di essere condannato.
Il futuro: oggi un emendamento al decreto sicurezza, l’unico contenitore disponibile che gli può garantire la rapidità necessaria, per bloccare tutti i processi che

non destino grave allarme sociale

per i reati commessi fino al 2001. Esattamente il lasso di tempo necessario per i fatti del Processo Mills.

L’inchiesta che ha portato al processo Mills, condotta dai pm Fabio De Pasquale e Alfredo Robledo, sostiene che Berlusconi nel 1997 fece inviare 600.000 dollari all’avvocato Mills come ricompensa per non aver rivelato in due processi, in qualità di testimone, le informazioni in suo possesso sulle società estere, che la procura ritiene la «tesoreria occulta» del gruppo

World Press – Rassegna Stampa Internazionale del 16 giugno 2008

Ore 01:48. Torna, dopo un giorno di riposo eccezionale, la Rassegna Stampa Internazionale che ogni giorno cerca di tenervi compagnia qualche minuto, prima di dover andare definitivamente a lavorare. Una chiusura eccezionale dovuta la fatto che il sottoscritto sta provando, anche visto il “bellissimo” tempo che c’è in provincia di Milano, a migrare verso lidi più assolati, ma con risultati pessimi. Così, dopo esserci fatti tutti insieme un po di fatti miei, ecco a voi la prima rassegna stampa settimanale, quella di lunedì 16 giugno 2008.

Lecce, omicidio e coltellate

Lecce è una città bene. Un paesotto-città: mentalità grande paese dell’entroterra, a volte, dimensioni cittadine. Lecce è bella, pulita – in alcune zone – ma soprattutto ripulita. Ripulita nell’anima e nell’aspetto. Lecce è la nuova borghesia, i Mastro Don Gesualdo, i nobili che ancora sottolineano le loro origini, il Circolo Cittadino, lo shopping a Piazza Mazzini. Lecce è gruppi di ragazzi da pseudo-centro-sociale, cani al seguito, dred in testa, quanto ci sia di rivolta o denuncia non sta a me dirlo. Non se ne occupano neppure loro. Lecce mi ha accolta nella mia adolescenza.
Lecce è tranquilla, non accade mai nulla, o quasi, di criminoso. O meglio, quello che accade non lo vedi, difficilmente lo senti, è ovattato.
L’assassino, a Ugento – che non è esattamente Lecce, distando quei 60 chilometri verso sud – lo aspettava sotto casa nel cuore della notte.

Rassegna Critica – Vengo dopo il Tiggì, da Guantanamo

Mentre Bush era in viaggio per le bellezze del Belpaese, un giochetto non da poco gli è stato giocato in terra patria.
Probabile non se lo aspettasse. Quando il gatto non c’è, i topi ballano? Non esattamente, perchè la notizia arriva dopo, naturalmente, un lungo processo e percorso. Un iter che coinvolge una tra le più ustionanti patate bollenti di Giorgio e dei suoi.
Quanto ne sapete, voi? O meglio: quanto vi hanno detto i Nostri (Studio Aperto, Tg1, Tg2, Tg3, Tg4, Tg5)? La notizia in questione, del 12 giugno, è passata in un unico grande calderone, un codazzo melmatico all’interno della cronaca del viaggio del Presidente degli Stati Uniti in Europa, e soprattutto in Italia. E proprio mentre George cominciava la sua due giorni italica, la Corte Suprema degli Stati Uniti d’America svergognava, costituzionalmente parlando, Guantanamo. Una cosetta così, che è diventata un trafiletto, un sunto di una frase nei nostri telegiornali.