Obama, No Grazie

Povero Barack. Ancora non è presidente e già si ritrova a dover affrontare i malumori dei primi americani. C’è da dire che questi mugugni arrivano, quasi in maniera clamorosa, da chi gli sta più vicino ovvero dai suoi più calorosi sostenitori e dai cittadini della sua Chicago.

Siamo più o meno al livello di “quello ha vinto al superenalotto e speriamo che si ricordi di me…”. In effetti è questo che rode alla maggior parte di obamiani, non essere ricompensati per aver creduto nel neo-presidente abbronzato.

E’proprio vero che la corsa alle “cadreghe” (sedie per i non avvezzi ai film di Aldo, Giovanni e Giacomo) non smetterà mai, e che risulta essere più importante dei propri stessi ideali. Ma d’altronde non devo certo insegnarlo io, noi italiani siamo già abbastanza bravi nella stessa professione.

Siamo tutti Pro-Obama. Anzi no!

Pochi giorni fa si assisteva ad una corsa Pro-Obama senza precedenti. I leader mondiali sembravano fare a gara, specie in casa nostra, che Barack Obama lo avevano scoperto loro, in questa o in quella occasione, quasi a volersi prendere le vittorie di un partito, democratico, che nel suo paese invece non riuscì a portare a casa molto.

Addirittura lo stesso sfidante, dopo la sconfitta, si è messo a lodarne le qualità, quasi ad appoggiarlo, aumentando ancor di più, se mai ce ne fosse stato bisogno, il partito Pro-Obama. Fortunatamente, dopo meno di una settimana, arrivano le prime avvisaglie che qualche bastian-contrario esiste ancora. Naturalmente direzione estremo oriente.

Nasce così, ovviamente non ufficialmente, il comitato Anti-Obama, leader al momento attuale, Ali Larijani, ovvero il neo-presidente iraniano che si è schierato contro Barack a causa della diversa veduta riguardo il nucleare in Iran. “Stessa politica erronea del passato” il commento di Larijani, non che loro, invece, abbiano dato il buon esempio.

Questo è Obama Style

L’elezione è arrivata come molti, se non tutti, si aspettavano. Il fatto è che addirittura i repubblicani si aspettavano questa vittoria democratica nonostante alla fine si sono messi a rosicare quanto il loro cane sciolto ha fatto i suoi personali complimenti al coloured candidate.

Così in meno di 72 ore ecco che Obama si presenta di fronti ai giornalisti per dimostrare al mondo intero che lui, l’uomo dell’incrocio afro-hawaiano, è veramente il simbolo del rinnovamento, del nuovo mondo che arriva, e dimostra a tutti che le sue parole saranno fatti, presto, prestissimo, anche se comunque ci sarà da attendere la sua effettiva salita al potere.

Dimostrazione di forza, ironia sulla propria immagine, voglia di dimostrare che la scelta americana si è rivelata azzeccata, bisogno di dimostrare al mondo che non è un pivellino: tutto questo è e sarà l’Obama Style.

Presidenziali USA: Onore agli sconfitti

Obama! Obama! Obama! Tutti al mondo urlano e cantano la sua vittoria. Come è giusto che sia. Eppure quella democrazia che ha vinto negli USA con il candidato democratico, ha vinto, in misura ancora maggiore, nelle parole di John McCain, grande sconfitto di questa presidenziale “one way”, ovvero a senso unico.

Nel suo discorso di sconfitta tanti mea culpa e un gesto di grande signorilità: i complimenti ad Obama e il tentativo di spiegare al suo elettorato, quei repubblicani “incazzati”, che Barack sarà anche il loro presidente per i prossimi 4 anni. Il momento difficile lo impone d’altronde.

Ma se invece che una mossa da gentiluomo quella di McCain fosse solo una grande mossa mediatica? I repubblicani si sapeva che sarebbero usciti sconfitti a causa di George W. Bush jr. e necessitavano di riconquistare il proprio elettorato. Che il messaggio sia voluto passare così?

Presidenziali USA 08: Obama Presidente. Un’analisi

Barack Obama è il prossimo presidente degli Stati Uniti d’America. Una vittoria la sua che forse tutti si aspettavano e che molto probabilmente, proprio per questo, è risultata ancora più incredibile quando è avvenuta. Un controsenso che però dimostra bene come, a volte, essere i favoriti per la conquista di un ruolo così importante nel palcoscenico mondiale, porti a fare pensieri e a credere in cose che, in una realtà diversa, avremmo vissuto diversamente.

Obama vs McCain: Condannato a vincere

Mancano ormai 6 giorni al voto più importante, ma soprattutto più atteso del 2008, un voto che potrebbe cambiare definitivamente gli equilibri non solo degli Stati Uniti d’America, ma di tutto il mondo o meglio di tutta l’economia mondiale. L’equilibrio politico-fiscale che potrebbe uscire dalle urne a stelle e strisce è il desiderio dell’intera popolazione globale il cui vincitore sembra ormai fissato da mesi e già annunciato da alcuni giornali: Barack Obama.

Obama vs McCain: Il Presidente di uno stato che fu

Signore e signori mancano ormai meno di 20 giorni alle presidenziali americane. So che può sembrare incredibile come la data del 4 novembre si stia avvicinando cosi velocemente, e so anche come questa estenuante campagna presidenziale, in fondo, un po’ vi mancherà una volta finita. Perché, seppur lunga e a tratti un po’ noiosa, questa presidenziale ha sparato qualche colpo che veramente ha tirato su il morale di molti di noi.

Obama vs McCain: la sfida numero 2 sta per iniziare

La prima sfida tra i due candidati alle presidenziali americane si era chiusa con un nulla di fatto, nascosto da quel velo di politically correct che ha fatto del dibattito una normale conversazione riguardo i temi portanti delle due candidature senza andare a vedere nello specifico cosa effettivamente Obama e McCain temono e cercano di nascondere agli occhi del pubblico. Eppure sono certo che, in questo secondo incontro, non sarà più cosi.

Biden VS Palin: la notte dei Vice non smuove le carte

La serata di ieri era fondamentale non tanto per le partite di coppa UEFA, quanto invece per l’importante dibattito elettorale che negli Stati Uniti vedeva opporsi i due candidati vice presidente alla Casa ovvero il democratico Joe Biden e la repubblicana Sarah Palin. Uno scontro che, almeno alla vigilia, avrebbe premiato il meno pasticcione dei due e che alla fine non ha premiato effettivamente nessuno.

Gli USA impauriti vanno verso Obama

La giornata di venerdì è stata decisiva per tutti coloro che, noi compresi, si interessano alla situazione delle presidenziali negli Stati Uniti d’America perché giusto prima dello scorso week end ha avuto luogo, in quel dell’università del Mississipi, il dibattito elettorale tra i due candidati premier. Una discussione che ha rischiato fino all’ultimo di non aver luogo a causa della grave crisi economica che gli USA stanno vivendo in questo momento e che avrebbero dovuto costringere i candidati a pensare al paese prima che a se stessi.

I 100 giorni di Obama e McCain

Mancano ormai poco meno di 100 giorni a novembre, mese che per gli Stati Uniti significherà molto, almeno per i 4 anni futuri, perchè i cittadini saranno chiamati ad andare a votare il loro nuovo presidente che succederà agli 8 anni di potere di George W.Bush. Dopo 8 anni repubblicani sembra che il democratico Barack Obama possa, anche grazie al suo carisma e al suo potere mediatico, riuscire a cambiare gli equilibri di potere negli USA, eppure alcuni sondaggi non lo darebbero così per certo.

La giustizia? Un teorema

La giustizia è un teorema. L’Italia ha bisogno di andare in vacanza. Non che in periodi lontani delle ferie lo stato di dignità del Paese possa dirsi più alto. Ma il pre-estivo è sempre un momento delicato. E’, in genere, quel momento storico in cui sbucano le politiquerie migliori, tutte all’italiana per l’appunto.

Non basta. Non basta lo scudo penale per le quattro più alte cariche dello stato. Non basta la norma “blocca processi” diventata “slitta processi”. Per il premier “c’è la necessita ab imis di una riforma del sistema giudiziario italiano”

Scrive Repubblica. Non basta più nulla.

Berlusconi e gli scellerati

Lo si diceva ieri. Il Consiglio dei Ministri non ha oggi esaminato il decreto legge sulle intercettazioni.
E Silvio ce l’ha col mondo.

Gli attacchi dei giudici non ci impressionano

E questo si era capito.

Rinuncio a ogni vantaggio, non ho bisogno di nuove norme giudiziarie. Mi sono sempre difeso nei processi e sono il recordman dei processi con 2.500 udienze

Io, da Premier, non ricorderei il numero delle udienze cui ho preso parte…

Immunità all’estero

Da Democrazia e Legalità:

Questione di stile.

Anna Finocchiaro, presidente Senatori Pd: «Sul lodo Schifani o Maccanico io non ho nessuna pregiudiziale di principio. Nel senso che un sistema di immunità per le alte cariche esiste anche in altri Paesi europei» però «il problema qui è che lo propone il presidente del Consiglio in carica per un procedimento a proprio carico. Diciamo che c’è una ineleganza, una inopportunità che io non fatico a vedere. Mi chiedo se altri fatichino a vederla».
Per bon ton Berlusconi dovrebbe lasciare a loro l’incombenza di proporla?(r.a)

In questi giorni, vi è venuta in mente l’inquietante domanda: Ma perchè, negli altri paesi come funziona?
E poichè Silvio Berlusconi – la frase la Storia la accredita a lui – ha avuto modo di dire, in merito al lodo Schifani Bis, o lodo Alfano, o Pippo, come preferite:

Finalmente l’Italia sta diventando un paese normale

Vediamo se è vero.