Esplosione in un impianto nucleare in Francia: “Nessuna fuga radioattiva”

Nella tarda mattinata di ieri, verso le 11.45, si è verificata un’esplosione nel forno di un sito nucleare a Marcoule, nel sud della Francia. L’incidente sarebbe stato causato da un incendìo all’interno di un sito di stoccaggio di rifiuti radioattivi, e, stando ai vigili del fuoco, avrebbe provocato un morto e quattro feriti, di cui uno grave.
Dopo cinque ore, l’Autorità per la sicurezza nucleare francese ha annunciato che l’incidente era terminato e che, per adesso, non vi sarebbero fughe radioattive e non si sarebbero resi necessari “interventi di protezione per la popolazione”. Il governo francese ha poi confermato ufficialmente quanto riportato dall’Autorità.
L’incidente, secondo le prime ricostruzioni, sarebbe stato provocato “dall’esplosione di un forno che serviva a fondere rifiuti radioattivi metallici“. Per un portavoce di Edf, la società che gestisce il sito, “Si tratta di un incidente industriale, non di un incidente nucleare“.
La centrale di Marcoulè è la prima entrata in funzione in Francia, nel 1955, e qui furono costruiti i reattori nucleari utilizzati per la realizzazione della bomba atomica francese. I reattori, adesso, sono spenti e il sito è utilizzato per il trattamento di scorie, e per la produzione del Mox, una miscela combustibile di ossidi di plutonio e uranio fortemente radioattiva.

La Cassazione conferma il Referendum per il Nucleare

Foto: AP/LaPresse

La corte di Cassazione nella giornata di oggi doveva dare il proprio pare sul decreto Omnibus che aboliva il referendum Nucleare previsto per il prossimo 12/13 Giugno. Pochi minuti fa, è arrivata la notizia che il Referendum del prossimo Giugno è Confermato. Dopo le lotte portate avanti dal Centrosinistra,
IDV e da molte associazioni ambientaliste, sicuramente questa è la notizia che in molti aspettavano.

Il popolo sarà chiamato a votare per quattro referendum: quello sulle centrali nucleari, due sulla gestione dell’acqua, e un altro sul cosiddetto legittimo impedimento.

Germania, addio al nucleare entro il 2022

Foto: Ap/LaPresse

La Germania dice definitivamente NO! Al nucleare. La decisione è stata data ieri a Angela Merkel, la quale ha confermato che l’ultimo reattore presente in Germania, ora ne sono presenti circa 17, verrà spento nel 2022. Il primo ministro Norbert Roettgen ha dichiarato: “e’ una decisione irreversibile”. Dei 17 reattori nucleari presenti in Germani, e solamente 8 sono collegati alla rete elettrica e coprono il 22% del fabbisogno della nazione.

La dismissione dei 17 impianti, comporta un costo di 40 miliardi di euro. Entro 11 anni, la Germania dovrà trovare un’alternativa per coprire l’assenza del nucleare. Sicuramente saranno prese in considerazione le prime energie rinnovabili. La Germania, dopo l’incidente di Fukushima, ha subito detto di voler fermare il nucleare e quella di ieri, è stata la conferma definitiva.

Passa alla Camera il decreto “omnibus”, a rischio il referendum sul nucleare

Foto: AP/LaPresse

 

Il governo ha ottenuto oggi alla Camera, con 313 voti favorevoli, 291 contrari e due astenuti, la fiducia sul decreto “omnibus”, comprendente anche le norme con le quali si eviterebbe il referendum sul nucleare previsto per il 12 e il 13 giugno. Domani dovrebbe arrivare il voto definitivo, e, dopo la conversione in legge del decreto, spetterà comunque alla Corte di Cassazione pronunciarsi in merito ad un’eventuale revoca del referendum.
Nel decreto omnibus viene infatti stabilito che il governo potrà varare tra un anno una Strategia energetica nazionale, che non escluderebbe la possibilità del nucleare. Rimane comunque prevista la creazione dell’Agenzia per la sicurezza nucleare, e la costruzione del parco tecnologico con il deposito nazionale di scorie.
Il presidente del Consiglio Berlusconi si è detto soddisfatto della fiducia incassata, che, ha detto, “è la conferma che c’è una maggioranza con la quale si può lavorare”. Di tutt’altra opinione l’opposizione e i comitati promotori del referendum, che da ieri tenevano un presidio davanti alla Camera per informare i cittadini sui quesiti referendari. Il leader dell’IDV Antonio Di Pietro ha così commentato: “Il governo Berlusconi ha chiesto la fiducia perchè qui ha comprato il voto di alcuni parlamentari”, e ha aggiunto: “L’esecutivo non vuole dare la parola ai cittadini, attraverso i referendum, perchè sa che non ha più il consenso degli italiani”. Anche per il segretario del PD Pierluigi Bersani, si è trattato di “uno scippo fatto al popolo italiano di poter decidere sul nucleare con il referendum”.

Fukushima, Tepco “fusione dei reattori 2 e 3”

Foto: Ap/LaPresse

Quello che molti temevano si è avverato. Il portavoce della Tepco, la società che gestisce l’impianto nucleare di Fukushima, quello più colpito dal sisma che il mese di Marzo ha colpito il Giappone, ha confermato la parziale fusione dei rettori 2 e 3 dell’impianto. Il livello di valutazione dei reattori, passa a “critico” per tutti e tre, infatti, prima solamente il reattore 1 era quello più colpito mentre ora anche gli altri due reattori sono stati segnalati come “critici”.

A metà Maggio, la Tepco, aveva dichiarato che per quanto riguarda i rettori 2 e 3 “la fusione della maggior parte del combustibile al fondo del recipiente di contenimento “.

Fukushima, Tepco maxi perdita da oltre 8 miliardi di euro

Foto: Ap/LaPresse

La Tepco, azienda che gestisce la centrale nucleare di Fukushima, quella più colpita dal potente Tsunami dello scorso 11 Marzo, segnala una perdita di oltre 1.000 miliardo di yen, pari a circa 8,5 milioni di euro. La Tepco in una nota dichiara che i reattori 1,2,3 3 e 4 verranno “de commissionati” nei prossimi giorni. La Tepco, inoltre informa di aver completamente abbandonato il precedente piano di aumento dei reattori presenti a Fukshima.

Lo smantellamento dei quattro reattori presenti a Fukushima, comporta una perdita di oltre 207 miliardi di yen. La Tepco, continua nella nota, informa che sarà necessaria una cura dimagrante del personale, sono previsti, quindi, dei tagli nei posti di lavoro attualmente assunti. Maggiori dettagli saranno elaborati entro la fine dell’anno.

Nucleare: Chiude centrale in Giappone e apre una in Iran

Foto: Ap/LaPresse

Mentre il primo Robot computerizzato, armato di tele camerina, luce e ruote, entra dentro Fukushima dopo il devastante terremoto dello scorso Aprile, in Iran viene avviata la prima centrale Nucleare dello stato. La centrale, inizierà a produrre energia tra circa due mesi, per il momento, però non si è parlato di pericolo o paura da parte degli abitanti.

In Giappone, intanto, la Tepco ha accettato la richiesta del governo di chiudere la centrale di Hamaoka a Sud di Tokyo, zona che è stata catalogata come ad alto livello sismico. La Tepco, dopo i guai che sta passando con la centrale di Fukushima, sicuramente non vuole rischiare con una sua seconda centrale e pertanto ha preso la decisione di chiudere la centrale.

Di Pasqua, di acqua, di democrazia e di carceri

Se questo è un Paese. Il livello di esasperazione ha superato ogni limite, mentre il livello di democrazia e tenuta delle istituzioni italiane si schianta: prova ne sia, e drammatica anche, la reazione della maggioranza di governo alle consultazioni referendarie ormai troppo vicine e troppo concrete. Sul nucleare (arrendersi a Fukushima è stato il minimo. Come minima la convinzione sulla battaglia concettuale e massima la concentrazione sulla battaglia strumentale del quorum) ma anche sull’acqua. Per l’oro blu, perché resti pubblico, sono state raccolte un milione e quattrocentomila firme che ora vorrebbero essere allontanate con un colpo di spugna. Non una questione di merito: ognuno avrà la sua opinione, sulla gestione del servizio idrico più o meno consapevole e più o meno pro-pubblico o pro-privato. No, qui è il trattamento riservato al concetto di manifestazione popolare. Di volontà della gente. Di grado di civiltà di un Paese, a dirla tutta.

Mentre è Pasqua, mentre tutto questo va a rotoli, leggere che domani, domenica 24 aprile dalle 9 del mattino, una delegazione Radicale composta da Marco Pannella, Rita Bernardini, Matteo Angioli e Enrico Salvatori visita il carcere di Regina Coeli a Roma sembra una notizia proveniente da galassie parallele.

Nucleare, il governo ci ripensa: stop al referendum

Foto: AP/LaPresse

Il governo sempra voler soprassedere sul programma nucleare, e ha inserito nella moratoria prevista nel decreto legge omnibus, al vaglio del Senato, l’abrogazione delle norme previste per la realizzazione delle centrali nucleari. Una nota di Palazzo Chigi ha poi precisato che ” Con l’emendamento viene affidato al Consiglio dei ministri la definizione di una nuova strategia nazionale” che ” Terrà conto delle indicazioni stabilite dall’Ue e dai competenti organismi internazionali” e ” Sarà sottoposta all’esame della Conferenza stato-regioni e delle competenti Commissioni parlamentari”.
In tale modo, salterà anche il quesito referendario per l’ abrogazione della legge che avrebbe consentito il ritorno dell’ energia atomica, previsto, assieme ad altri tre quesiti (sulla privatizzazione dell’ acqua e sulla legge sul “legittimo impedimento”) il 12 e il 13 giugno.
Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, parlando a Bruxelles, aveva infatti detto che quanto avvenuto a Fukushima ha una dimensione “rilevante in cifra storica” e necessita di una “riflessione economica e non solo”. Tremonti starebbe quindi pensando ad un grande piano per le fonti energetiche rinnovabili, “una versione applicata del vecchio e glorioso piano Delors”, ha spiegat0 il ministro. Egli sostiene, comunque, che va fatto un calcolo dei costi derivanti dallo smantellamento e dalla messa in sicurezza delle vecchie centrali nucleari, ma anche del rischio radioattivo.
Per il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, la ricerca sul nucleare, comunque, “deve andare avanti“, perchè essa, spiega, ” è indipendente dalla scelta del nostro Paese di entrare o meno nel nucleare”.

Nucleare, si pensa ad una moratoria di un anno

Il Consiglio dei ministri deciderà domani, sulla base di una proposta presentata dal ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani e dal ministro dell’ Ambiente Stefania Prestigiacomo, se fare una “moratoria” di un anno per l’ avvio del nucleare, visti anche i malumori creati nell’ opinione pubblica quando, all’ indomani della catastrofe giapponese, si è voluta ribadire la preferenza per questo tipo di energia da parte del governo. Lo ha annunciato lo stesso ministro Romani, riferendo oggi pomeriggio alla Commissione Ambiente ed Attività Produttive del Senato.
In realtà, stando alle indiscrezioni, quella di domani dovrebbe essere una semplice “comunicazione, che quindi non inciderebbe sullo svolgimento dei referendum, nè sull’iter parlamentare dei provvedimenti relativi al ritorno dell’ energia nucleare. Sarebbe stato, comunque, lo stesso premier Berlusconi a volere questa moratoria, anche nel timore del raggiungimento del quorum per i referendum, che, oltre al nucleare, riguardano anche la legge sul “legittimo impedimento” relativa ai suoi processi (il terzo quesito riguarda, invece, la privatizzazione dell’ acqua).
Proprio oggi, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in un messaggio in occasione del convegno “Acqua e energia” organizzato dall’ Accademia nazionale dei Lincei nell’ undicesima Giornata Mondiale dell’ Acqua, ha invitato a proseguire nella ricerca di fonti energetiche alternative e rinnovabili, poichè è “indispensabile individuare nuovi modelli e strumenti capaci di coniugare lo sviluppo economico con la rigorosa salvaguardia del pianeta e dei suoi equilibri ambientali”.

Nucleare, Parroncini: La Polverini si studi la Regione che vorrebbe governare

centrale_nucleare

Le regionali, si sa, sono sempre più vicine. Tra polemiche, contraddizioni, candidature mancate, candidature improbabili, candidature popolari. Uno dei grandi temi, che vede i candidati della maggioranza di governo in una situazione non esattamente semplice, è indubbiamente quello del nucleare.

Oggi l’assessore agli Enti locali, alle reti territoriali energetiche, portuali, aeroportuali e dei rifiuti della Regione Lazio, Giuseppe Parroncini, replica a quella che vede come l’”ennesima risposta ambigua della candidata del centro destra, dopo la privatizzazione dell’acqua e l’accoglienza agli immigrati, stavolta sul nucleare”.