Napolitano nel discorso di fine anno annuncia le dimissioni

Erano attese e sono arrivate: le notizie sulle dimissioni di Napolitano. Il Presidente della Repubblica aveva accettato un secondo mandato con l’intento di non concludere il settennato ma dare continuità al discorso politico. Adesso che la trama politica è imbastita, il Presidente della Repubblica vuole dimettersi e si rivolge al suo successore. 

Napolitano vicino alla fine del suo mandato

Il Presidente della Repubblica, ormai, siede su una sedia che scotta e infatti durante la presentazione degli auguri al corpo diplomatico in Quirinale, spiega con parole molto semplici e forti al tempo stesso che il suo mandato sta per finire. È arrivato quindi il momento di tirare le somme e fare delle considerazioni sul suo secondo mandato così difficile. 

Governo PD – M5S: lo vuole un italiano su due

Secondo quanto rivela un sondaggio condotto da Ipr Marketing, solamente il 28 per cento degli italiani gradirebbe un ritorno alle urne. Il 52 per cento degli italiani vorrebbe invece un governo guidato dal leader del Pd, Bersani, con il sostegno dei grillini. Al secondo posto delle preferenze degli elettori italiani la possibilità di un governo guidato da Napolitano, incaricato da colui che prenderà il suo posto al Quirinale. Rimane comunque molto bassa la fiducia sul nuovo Parlamento.

Il “milleproroghe” sostituito da un maxi-emendamento, il governo chiederà la fiducia


Il governo, dopo lo stop di Napolitano al decreto milleproroghe, ha presentato nella serata di oggi alla Camera un maxiemendamento che dovrebbe sostituire interamente il precedente decreto, e sul quale sarebbe intenzionato a porre la fiducia. La discussione riprenderà domattina alle 9, e si dovrebbe concludere venerdì, mentre al Senato, dopo l’ esame del decreto in commissione Affari costituzionali e in commissione bilancio, il dibattito è previsto per sabato 26.
Il ministro dell’ Economia Giulio Tremonti, dopo i rilievi di ieri del Quirinale, che criticava “La prassi irrituale con cui si introducono nei decreti-legge disposizioni non strettamente attenti al loro oggetto”, si è recato stamattina dal Capo dello Stato, ufficialmente per parlare della situazione economica prima del G20, e ha quindi incontrato il presidente della Camera Fini e i capigruppo Cicchitto del PDL, Reguzzoni della Lega, Sardelli di Iniziativa responsabile e Franceschini del PD. Il ministro Tremonti, al termine della riunione, aveva  dichiarato che il Governo era “disponibile a modifiche”.
Nel pomeriggio alla Camera è poi ripresa la discussione sulle pregiudiziali di costituzionalità presentate dalle opposizioni riguardo al decreto, che sono state respinte con 295 voti contrari, 281 favorevoli e 2 astenuti.
Si è verificato, inoltre, un “botta e-risposta“, a Montecitorio, tra Fini e il vicepresidente del PDL Baldelli, che aveva chiesto la sospensione della seduta “per consentire al governo di mettere a punto il maxiemendamento”. Fini ha respinto la richiesta, rispondendo a Baldelli: “Non mi risulta che lei ricopra un incarico di governo”. Dopo le proteste in aula, sono intervenuti il ministro Vito e il sottosegretario Giorgetti, che ha affermato: “Il governo aderisce alla proposta di Baldelli”. Il presidente della Camera ha quindi sospeso la seduta fino alle 20, replicando però pungentemente: “Baldelli ha indicato la via che il governo vuole seguire”.

Diverse le materie su cui si può discutere per eventuali modifiche, ha spiegato il ministro Tremonti: tra queste, le norme sui precari della scuola, quelle sul personale della Consob, sugli incroci tra tv e giornali, sulle demolizioni degli edifici abusivi in Campania e sulle concessioni riguardanti i contratti nella zona dell’ Etna. Dall’ opposizione, ma anche da alcune parti del PDL, si fa notare che i finanziamenti agli enti lirici andrebbero solo al Nord (Arena di Verona  e Scala di Milano), ma sparirebbe anche una norma della Lega sui precari; insoddisfatto anche il sindaco di Roma Alemanno per due norme sugli immobili acquisiti in seguito a esproprio e sugli assessori e consiglieri del Comune di Roma, che non potranno aumentare.
Oggi il premier Berlusconi si era lamentato degli scarsi poteri conferiti dalla Costituzione al governo, pur non citando esplicitamente il decreto milleproroghe: per Berlusconi, attualmente, “al governo rimane solo l’ immagine del potere”, e un decreto del consiglio dei ministri, dopo la firma del capo dello Stato e le modifiche parlamentari, rischia di trasformarsi da “focoso destriero purosangue” in “ippopotamo”.

Napolitano blocca il decreto sul federalismo:”Passi prima alle Camere”

Foto: AP/LaPresse

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha fatto sapere oggi in tarda mattinata, con un comunicato, che “Non sussistono le condizioni per procedere alla richiesta emanazione” del decreto sul federalismo, approvato ieri in Consiglio dei Ministri dopo essere stato bocciato in Commissione bicamerale. Secondo il Quirinale, infatti, sussisterebbe comunque “l’ obbligo di rendere comunicazioni alle Camere prima di una possibile approvazione definitiva del decreto in difformità dagli orientamenti parlamentari”. Nella lettera, inoltre, Napolitano fa trapelare un certo malumore per non essere stato informato “preventivamente” della riunione straordinaria convocata dal governo, e per non essere stato consultato “sull’ intendimento di procedere all’ approvazione definitiva del decreto legislativo”.

Il leader della Lega Umberto Bossi, convinto sostenitore, assieme al suo partito, del federalismo, ha poi avuto una “lunga e cordiale telefonata” con il capo dello Stato, impegnandosi a recarsi al Quirinale la prossima settimana, e ad andare in Parlamento, insieme al ministro Calderoli, a dare comunicazioni sul decreto.

Il ministro Calderoli si è detto dispiaciuto di “perdere così 10-15 giorni” per quelle che ha definito “sterili polemiche“, e ha spiegato: “L’ unica cosa che prevede la legge è che il governo dia comunicazsioni alle Camere, dopodichè può esserci un voto su di esse ma il testo resta quello”.

Napolitano: “Uscire da contrapposizioni”. Berlusconi: “Sono d’ accordo”

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in visita ufficiale a Bergamo, ha fatto accenno alla situazione politica attuale, e, pur ribadendo che non intende “interferire nella dialettica politica”, ha invece affermato di voler tutelare l’ unità nazionale “Che si esprime nel complesso delle istituzioni, le istituzioni sono il mio solo punto di riferimento”. Napolitano, comunque, auspica che per quel che riguarda il federalismo, in discussione alle Camere proprio in questi giorni, e le riforme “Si esca dalla spirale delle contrapposizioni”, e ritiene che ormai si sia a buon punto per tali riforme, grazie anche, ha spiegato, ad “Un clima di corretto e costruttivo confronto in sede istituzionale”.
Il capo dello Stato si è inoltre recato in visita alla redazione del quotidiano locale, “L’ eco di Bergamo”, e qui ha lanciato un appello affinchè anche l’ informazione sia “più responsabile, più pacata”, e non un’ “informazione gridata”, e a che venga dato il giusto spazio alle notizie di politica internazionale, e non solamente alla cronaca nera e giudiziaria. Napolitano si è anche rivolto ai giovani, ricordando come, dopo la seconda guerra mondiale e con la Cosituente, “Al di là di tutte le contrapposizioni politiche prevalse l’ impegno di una forte volontà a costruire condizioni migliori per il nostro paese”, e ha quindi aggiunto: “Date voi il vostro contributo perchè si ricrei questo clima nell’ interesse delle giovani generazioni”.

Caso Ruby, Bertone: “Santa sede turbata”. Bossi invita alla calma il premier

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Il “caso Ruby”, che vede coinvolto il premier Berlusconi, continua a suscitare prese di posizione nel mondo politico e istituzionale: oggi, in particolare, si è pronunciato il segretario di Stato vaticano, cardinale Tarcisio Bertone, rispondendo alle domande dei giornalisti a margine di una cerimonia di inaugurazione: “La Santa Sede segue con attenzione e in particolare con preoccupazione queste vicende italiane, alimentando la consapevolezza di responsabilità sopratutto di fronte alle famiglie, alle nuove generazioni, di fronte alla domanda di esemplarità e ai problemi che pesano sulla società italiana” ha affermato Bertone, richiamando chi ricopre cariche politiche ed istituzionali importanti ad “una più robusta moralità, di un senso di giustizia e legalità.” E, rispondendo a chi gli domandava se condividesse, quindi, il turbamento di Napolitano, il cardinale ha risposto: “Avete visto la nota del Quirinale pubblicata dall’ Osservatore romano”.

Oggi, anche il quotidiano dei vescovi, l’ Avvenire, si è espresso in maniera piuttosto critica sulla vicenda, titolando a tutta pagina “Tensione altissima, al livello di guardia”, in riferimento all’ attacco del premier ai pm di Milano sferrato con il videomessaggio di ieri, e pubblicando integralmente il testo di un appello sul caso Ruby del “Movimento politico per l’ unità”, a cui aderiscono parlamentari cattolici di tutti gli orientamenti politici. Nel testo dell’ appello si legge: ” Il turbamento dell’ opinione pubblica sottolineato dal presidente della Repubblica per le gravi ipotesi di reato del premier-concussione e sfruttamento della prostituzione minorile– è anche il nostro” e, nella conclusione, viene affermato : “Vogliamo dunque cogliere l’ occasione per una rigenerazione morale e corale per far compiere alla società un soprassalto di dignità ed aprire una fase nuova“.

FOTO Napolitano: “Festeggiare l’unità d’Italia ma superare il centralismo”. Bossi: “Prima il federalismo”

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Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha dato il via, oggi, a Reggio Emilia, alle celebrazioni per il 150esimo anniversario dell’ Unità d’ Italia. Nel suo discorso, il capo dello Stato ha affrontato diversi temi: innanzitutto, ha esortato tutte le forze politiche al rispetto della Costituzione e del tricolore, affermando che “Dato che nessun gruppo politico ha mai chiesto che vengano sottoposti a revisione quei principi fondamentali della nostra Costituzione, ciò dovrebbe significare che per tutti è pacifico l’ obbligo di rispettarli. Comportamenti dissonanti, con particolare riferimento all’ articolo sulla bandiera tricolore, non corrispondono alla fisionomia e ai doveri di forze che abbiano ruoli di rappresentanza e di governo”. Napolitano chiama anche in causa la Lega, ricordando che “il ritrarsi o il trattenere le istituzioni, dall’ impegno per il centocinquantenario non giova a nessuno”.

Proprio il leader della Lega, Umberto Bossi, ha fatto presto conoscere la sua opinione in merito: per il Senatur,”Celebrare i 150 anni dell’ Unita d’ Italia senza il federalismo, con tutto ancora centralizzato a Roma, sarebbe una cosa negativa. Il federalismo è una speranza, bisognerebbe almeno arrivare a realizzare il progetto di Cavour”.

Napolitano, si al ddl Gelmini ma “vi sono criticità”

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Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha promulgato la legge di riforma dell’ Università già approvata dal Parlamento il 23 dicembre, pur osservando  talune “criticità”. Napolitano ha anche inviato una lettera al presidente del Consiglio dei Ministri con la quale si sollecita a superare con successiva legislazione ministeriale tali “criticità”. Nella lettera, il capo dello Stato spiega di aver firmato la legge “non avendo ravvisato nel testo motivi evidenti per chiedere una nuova deliberazione alle Camere”.

Nella lettera, si spiega inoltre che ” L’ attuazione della legge è del resto demandata ad un elevato numero di provvedimenti, a mezzo di delega legislativa, di regolamenti governativi e di decreti ministeriali”  e che vanno “affrontate talune criticità, riscontrabili in particolare negli articoli 4, 23 e 26.” Per l’ articolo 6, riguardante il titolo di professore aggregato, si auspica che “il governo adempia senza indugio all’ impegno assunto dal ministro Gelmini”, “eventualmente attraverso la soppressione del comma 5 dell’ articolo”. Per quel che riguarda la concessione delle borse di studio, prevista dall’ articolo 4, viene specificato che “appare non pienamente coerente con il criterio del merito nella parte in cui prevede una riserva basata anche sull’ appartenenza territoriale”. L’ art. 23, che disciplina i contratti per attività di insegnamento, è per una parte di “dubbia ragionevolezza”, mentre l’ articolo 26 andrebbe “formulato in termini non equivoci”. Vi è, comunque, l’ auspicio a che, ” sugli sviluppi della complessa fase attuativa del provvedimento, il governo ricerchi un dialogo con tutte le parti interessate”.

Milano, incidenti e feriti all’ apertura della “Scala” – FOTO

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Si sono vissuti momenti di tensione, a Milano, davanti al teatro della Scala, che oggi apre la sua stagione con “Die Walkirie” di Richard Wagner, per le proteste dei collettivi studenteschi contro la riforma Gelmini e dei lavoratori dello spettacolo contro i tagli alla cultura previsti dalla Finanziaria. Gli studenti, contestando il fatto di essere stati divisi in diverse zone della piazza, hanno cercato di forzare un cordone della polizia, e gli agenti hanno poi risposto con una carica di allegerimento. Verso le 16, si sono sentiti due scoppi, e poco dopo un terzo, probabilmente delle bombe carta. Ci sarebbero stati 3 carabinieri feriti e un funzionario della questura colpito alla testa.

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Il sovrintendente della Scala, Stephane Lissner, ha commentato gli incidenti, dicendo:”E’ così in tutta Europa, è triste”. Quanto all’ assenza del ministro della Cultura, Sandro Bondi, alla Prima di oggi, il sovrintendente ha affermato: “Avrà altro da fare”, aggiungendo poi : Non commento mi dispiace”. Il ministro ha poi replicato, dicendo: “Sentivo come un mio dovere  essere con i miei colleghi senatori a votare la legge finanziaria. Le polemiche su di me ormai sono il pane quotidiano”.

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Napolitano: “Mai visto il dl rifiuti”. La UE: “Spazzatura, stessa situazione di due anni fa”

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Il Quirinale, con una nota di poche righe, si è pronunciato oggi sulla situazione dei rifiuti in Campania, dichiarando che “La Presidenza della Repubblica non ha ricevuto e non ha quindi potuto esaminare…il testo del decreto-legge sulla raccolta dei rifiuti e la realizzazione dei termovalorizzatori in Campania” e aggiungendo che “Il Capo dello Stato si riserva pertanto ogni valutazione sui contenuti del testo quando gli verrà trasmesso”. E poche ore dopo arriva una prima valutazione degli ispettori dell’ Unione Europea che si trovano da oggi a   Napoli per monitorare la gestione dei rifiuti nella città. “Dopo due anni la situazione non è molto diversa. I rifiuti sono per le strade, non c’ è ancora un piano di trattamento e gestione della differenziata. Siamo favorevoli a liberare i fondi non appena ci sarà un piano di gestione adottato e complementato” ha affermato Pia Bucella, responsabile della direzione generale ambiente dell’ Unione Europea e capo della missione.

Intanto, a Napoli, la situazione dei rifiuti è sempre più pesante, dopo un mese di crisi, con gli impianti al collasso. E si è arrivati anche a temere epidemie, un rischio reale, spiegano gli esperti: “Esiste un pericolo igienico-sanitario che può trasformarsi in un serio rischio per la salute. I rischi sono legati alla presenza di randagi, ratti. E sopratutto blatte e insetti, vettori di malattie infettive  gastro-intestinali” hanno detto Maria Triassi e Andrea Simonetti, della Società italiana di igiene. Solo in città vi sono circa tremila tonnellate di rifiuti per le strade, ottomila in provincia. E mentre nel centro la spazzatura si trsforma in cibo per gabbiani e piccioni, in periferia vengono segnalate le prime invasioni di topi.

Ancora Bossi: “Si vada comunque al voto”. Ancora Fini: “Retromarcia? Siamo al pit stop…”

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Il leader della Lega Umberto Bossi dopo le dichiarazioni di ieri – torna oggi a surriscaldare il clima politico, con le sue dichiarazioni contro l’ opposizione e i finiani (“Fini e la sinistra hanno paura del voto”) e azzarda una previsione sul voto di fiducia al governo, previsto per metà dicembre:

Penso che avremo la fiducia sia alla Camera che al Senato. Altrimenti si vota” ha dichiarato. Ma il leader leghista preferirebbe comunque un ricorso anticipato alle urne, poichè, spiega, “Una volta Fanfani ebbe la fiducia e poi si dimise. Io la penso così, mancano i numeri, tutte le volte devi andare a chiedere i numeri”.

Secondo Bossi, infatti, Berlusconi, con il ricorso alle elezioni, potrebbe poi godere di una maggioranza più ampia dell’ attuale, mentre, quanto all’ ipotesi di un governo tecnico, “Napolitano è saggio, non lo permetterà”, anche perchè, spiega sempre il leader del Carroccio, “Se il presidente della Repubblica lo facesse, provocherebbe una reazione del Paese troppo forte”.

Berlusconi: “Fiducia o elezioni”. Napolitano: “Ci vuole responsabilità”

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Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha ribadito oggi la sua intenzione di andare alle urne se il 14 dicembre non verrà data la fiducia al governo da parte delle Camere. Ieri, con l’ incontro tra il capo dello Stato Napolitano e i presidenti delle Camere, Fini e Schifani, veniva fissato il calendario istituzionale, con le prossime tappe cruciali per il governo: dopo l’ esame della manovra finanziaria, che si concluderà il 10 dicembre, il 13 il premier si recherà la mattina in Senato, e il pomeriggio alla Camera, mentre il 14, prima a Palazzo Madama, poi a Montecitorio, si terrà il voto di fiducia.

La priorità verrà dunque data alla legge finanziaria, e Napolitano, durante la cerimonia di oggi, al Quirinale, per la consegna dei riconoscimenti ai cavalieri del lavoro, si dichiara per questo “soddisfatto per il senso di responsabilità dimostrato ieri da parte di tutte le forze politiche”, aggiungendo che” avremo bisogno di altri segni di questo senso di responsabilità nei tempi a venire”. Il presidente della Repubblica si dice anche preoccupato per le “turbolenze finanziarie, che persistono, che investono l’ eurozona”, e ammonisce:” abbiamo il dovere di fare fronte al costo del debito pubblico”, che definisce “pesantissimo”. Inoltre, si compilmenta con le parti sociali per aver “concordato un documento propositivo”, mettendo così in pratica quello ” spirito di condivisione” da lui richiesto.

Berlusconi e Bossi contestati nel Veneto alluvionato – FOTO

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Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è arrivato questa mattina a Monteforte d’ Alpone(Verona), da dove ha iniziato, assieme al ministro Bossi, un sopralluogo nella zona maggiormente colpita dalle recenti ondate di maltempo. Berlusconi ha promesso un aiuto sostanzioso e immediato”, che verrà subito inserito nella Finanziaria, e, sulla proposta, avanzata dal governatore del Veneto, Zaia, di trattenere l’ acconto Irpef sul territorio per avere fondi subito, ha affermato che “Non ce ne sarà bisogno”.
Il presidente della Repubblica, Napolitano, intanto, ammonisce: “C’ è il mancato rispetto delle regole alla radice di molti disastri ambientali,” e “ci vogliono le leggi che dicano cosa fare e cosa no”.

La visita di Berlusconi è iniziata proprio da uno dei comuni più colpiti, Monteforte d’ Alpone, dove sono stati stimati danni per 35 milioni, e si è conclusa a Padova. L’ incontro era atteso da diversi giorni dai sindaci e dagli amministratori locali, che spesso si erano lamentati di essere stati lasciati soli. E il premier, in proposito, ha detto:”Non sono venuto prima per non disturbare i soccoritori, ma abbiamo già avviato la pratica con l’ Europa”, e ha aggiunto:” domani a Roma la Protezione Civile si incontrerà con il ministro Tremonti e con il governatore del Veneto, Zaia.”