Avetrana (Ta): dov’è finita Sarah Scazzi?

Dodici minuti. Alle 14.30 del 26 agosto scorso, Sarah Scazzi, la quindicenne di Avetrana (Ta) scomparsa nel nulla da sei giorni, fa uno squillo dal suo cellulare alla cugina, per segnalarle di essere appena arrivata a casa: poi, si sarebbero dovute incontrare per dirigersi al mare. Un tranquillo pomeriggio di fine estate. Ma alle 14.42 il cellulare di Sarah è spento: all’appuntamento con la cugina non arriverà mai. E dell’adolescente di Avetrana si perdono le tracce. Di prassi, dopo lo scadere delle 48 ore, iniziano le ricerche da parte delle forze dell’ordine: oramai sembra essere del tutto sfumata l’ipotesi dell’allontanamento volontario e quella più attendibile è che la ragazza possa essere stata vittima di un sequestro.

IPOTESI RAPIMENTO – Probabilmente o costretta a salire con la forza a bordo di un’auto, o invitata da qualcuno che conosceva, la sua ultima “traccia” è – come detto – legata al telefonino, che risulta spento 12 minuti dopo essere uscita dalla sua abitazione. Da giorni investigatori, volontari e amici stanno cercando Sarah dappertutto, setacciando il territorio intorno ad Avetrana anche con le unità cinofile, esplorando casolari abbandonati, vecchie cave di tufo e canali. Da ieri però, le ricerche sono state estese anche a ridosso delle province di Brindisi e Lecce, confinanti con il territorio di Avetrana. I familiari di Sarah, che hanno sin da subito escluso l’ipotesi di una fuga amorosa, sono sempre più convinti che sia stata rapita. Intanto, nella giornata di ieri sono stati sentiti dagli inquirenti gli amici della ragazza, un gruppo di giovani da cui lei, più piccola anche di 10 anni, era considerata la “mascotte”.

L’EREDITA’ E IL SOSPETTATO – Intanto le indagini hanno imboccato due strade: la prima riguarda un’eredità di 100 mila euro di cui la mamma della ragazza ha beneficiato da parenti diretti (all’insaputa di altri appartenenti allo stesso nucleo familiare). Questo potrebbe avere innescato gelosie oppure l’avvio di un rapimento a scopo ricattatorio (entrambe le opzioni prese in scarsa considerazione dagli inquirenti). L’altro sospetto porta a un trentenne del posto, pregiudicato per reati comuni e di droga, conosciuto in paese come un adescatore di ragazzine: in passato avrebbe anche molestato diverse coppiette nelle campagne che circondano il paese. E’ su di lui che si sono subito indirizzati i sospetti di chi investiga. Nei giorni scorsi i carabinieri della stazione di Avetrana, agli ordini del luogotenente Fabrizio Viva, lo hanno trattenuto a lungo in caserma tenendolo sotto torchio per un paio d’ore prima di rilasciarlo non avendo riscontrato elementi tali da giustificare il possibile fermo.

I DIARI – Intanto, tra gli interrogati delle ultime ore c’è anche la cugina di Sarah, Sabrina Misseri di 22 anni, l’ultima ad avere avuto un contatto telefonico con la quindicenne. Tra i motivi degli interrogatori, quello di dare un nome ai destinatari dei numerosi messaggi con dediche scritti da Sarah sui suoi diari. Una decina di diari scolastici, cinque dei quali già nelle mani dei carabinieri ed altri conservati ancora nella stanzetta della minore. Sinora nessuno degli amici risulta essere sospettato.

LE FALSE SEGNALAZIONI – Numerosi invece, in ogni parte d’Italia, gli avvistamenti di Sarah da parte di persone convinte di averla vista. Tra le tante, davvero singolare è risultata essere la segnalazione giunta da Milano da parte di una sedicente veggente, la quale ha descritto il luogo dove la ragazza è tenuta prigioniera “legata ad una corda lunga sei metri e tenuta segregata da un uomo con il gilè marrone e la camicia a quadri”. Non mancano neanche le chiamate di allarme risultate poi false. Ieri sera una telefonata anonima giunta alla centrale del 118 di Brindisi aveva segnalato la presenza di “una ragazza piena di sangue distesa per terra vicino ad una cappella intorno ad Avetrana”. Inevitabili e infruttuose anche in questo caso le ricerche dei carabinieri. Per domani intanto nel comune di Avetrana è prevista la conferenza stampa indetta dal sindaco Mario De Marco. Il primo cittadino intende fare il punto della situazione e nello steso tempo lanciare un appello.

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