Santoro – Masi: in Rai è bufera

Scontro diretto, guerra tutt’altro che fredda: tra Michele Santoro, giornalista Rai, e Mauro Masi, direttore generale dell’azienda pubblica, sembrano non sussistere termini di accordo e intesa.

Disaccordo su tutta la linea anche dopo la messa in onda della puntata di giovedì 14 ottobre, l’ultima (in teoria) prima della sospensione impartita dal vertice di viale Mazzini allo stesso ideatore della trasmissione (dal 18 ottobre, per dieci giorni: a conti fatti, sarebbero saltate due puntate della trasmissione di approfondimento politico).

Santoro ha contestato la decisione: inizialmente attraverso una replica scritta apparsa sul sito di Anno Zero e poi in diretta tv nel corso dell’editoriale che precede l’inizio della trasmissione.

“Non c’è che una soluzione – ha esordito il giornalista – ricorrere al cosiddetto arbitrato interno, cosa che non amo. Ma voglio per una volta che voi raccogliate in ogni caseggiato dove c’è qualcuno che ascolta Annozero una dichiarazione che dice al presidente della Rai ‘sono un abbonato e non voglio essere punito al posto di Santoro“.

L’affondo nei confronti di Silvio Berlusconi è immediato: “Noi, caro presidente del Consiglio non siamo l’opposizione della tv. Siamo il primo programma di informazione della tv italiana e insomma, io l’ho sempre rispettata ma questo è il motivo per cui lei, come si dice, non ce vo’ stà. Noi non siamo perdenti, siamo forti e questo è il problema”.

Tant’è che i numeri dell’auditel dicono che ieri sera record di ascolti con il 23,47 per cento di share. Con il ricorso all’arbitrato il conduttore sospende di fatto la sanzione disciplinare fino alla pronuncia del collegio arbitrale.

A tale ipotesi, in ogni caso, Mauro Masi non pare accondiscendere: “Non accettiamo questo arbitrato: la Rai andrà dal giudice ordinario, perchè la legge lo consente, dal momento che riteniamo di essere pienamente nel diritto“.

Ancora presto per scimmiottare Santoro e dire se Anno Zero “può ricominciare”. Tra i primi successi di Santoro, tuttavia, vanno annoverate le dichiarazioni di più di un politico del centro destra che si è espresso contro la sentenza, ritenuta eccessiva. Per tutte, valgano le parole di Roberto Formigoni: “Da utente avrei preferito un’azienda che si fosse tenuta lontana da questi provvedimenti, due giornate di squalifica sono una cosa fuori dal mondo“.

Lascia un commento