Roma, Gheddafi-show: per Farefuturo sembra Disneyland

Ennesimo spettacolo ad hoc intorno alla figura del leader libico, Muhammar Gheddafi. Roma presta il fianco; mai stata inospitale, la Capitale. Solo che, stavolta, i giudizi rispetto agli avvenimenti che si susseguono cominciano a essere agli antipodi. Tra chi apprezza e chi disprezza, chi avvalla e chi scuote il capo. Altra pattuglia di giovincelle (non le 500 di ieri ma buone due centinaia) all’Accademia libica per creare la giusta cornice in occasione dell’ennesimo intervento del Colonnello con tanto di – seconda volta in due giorni – lezione di Corano.

Elogio dell’Islam tra sorrisi ammiccanti e gonne (più o meno lunghe). A seguire, due visite ufficiali: alle 17 Gheddafi e Silvio Berlusconi visiteranno una mostra fotografica all’Accademia libica mentre in serata verrà celebrato a dovere l’anniversario del Trattato di amicizia: previsti uno spettacolo equestre (con 30 cavalli berberi) e il Carosello dei Carabinieri alla caserma Salvo D’Acquisto; infine, il Premier offrirà al leader libico e agli altri 800 invitati una cena a interrompere il digiuno voluto dal Ramadan.

Tuttavia, l’organizzazione dell’evento non è piaciuta a tutti, anzi: i primi a inoltrare critiche palesi nei confronti della gestione della visita portata avanti dal Governo italiano sono i referenti di Farefuturo, fondazione vicina a Gianfranco Fini (di rimando, a Futuro e Libertà). “Se l’Italia è diventata la Disneyland di Gheddafi, la ragione è purtroppo politica. Nelle passeggiate romane il rais libico esibisce la sua amicizia con il premier, la sua paradossale centralità nella politica internazionale dell’Italia, che è progressivamente passata dall’atlantismo all’agnosticismo, dalle suggestioni neo-con alla logica commerciale, per cui il cliente, se paga, ha sempre ragione. E visto che Gheddafi paga, le sue diventano anche le ‘nostre’ ragioni e la sua politica la ‘nostra“.

Italo Bocchino rincara la dose di aspre critiche e aggiunge: “Vi immaginate Gheddafi che va a Parigi o a Berlino e organizza un incontro con 500 hostess per dir loro di diventare musulmane? Noi no. E non a caso Gheddafi certe pagliacciate le viene a fare a Roma, non a Parigi o a Berlino“.

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