Primarie USA: La storia infinita

Alla fine sono dell’idea che ci mancheranno. Quando finalmente le primarie negli Stati Uniti saranno definitivamente un ricordo e lasceranno spazio, finalmente, alle presidenziali, ci mancherà questa sfida infinita tra i due candidati democratici.

Hillary e Barack (meglio conosciuto come Obama) sono alle strette finali. Mancano solamente 10 stati prima di arrivare alla soglia di 50, il numero di stati che costituiscono gli Stati Uniti d’America. A questo punto della battaglia il candidato coloured è in vantaggio sulla ex first lady di 150 delegati. Un vantaggio cospicuo, vista soprattutto il numero di primarie mancanti, che hanno spinto molti a suggerire ad Hillary di abbandonare definitivamente la corsa alla poltrona.

La risposta di Hillary, fiera e spavalda, non si è lasciata attendere:

So che ci sono alcune persone che vogliono che io molli e credo che si sbaglino non ho nessuna intenzione di fermarmi prima di concludere le cose che abbiamo iniziato e vedere quello che succede nelle prossime 10 primarie. Inoltre vorrei aspettare di vedere come si risolve la questione della Florida e del Michigan.

I due stati menzionati dalla Clinton sono stati protagonisti di elezioni non valide a causa di alcuni delegati che hanno partecipato alla convention. Se questi voti dovessero divenire validi, lo svantaggio di Obama diverrebbe decisamente più esiguo.

Hillary sembra definitivamente partita per un viaggio in solitaria. I democratici, non tutti ovviamente, sembrano averla abbandonata. Motivo di questa scelta è il fatto di voler portare, tutta la fazione democratica, unita alle elezioni presidenziali. Continuare in questa lotta all’ultimo voto delle primarie significa spaccare ulteriormente la fazione e “regalare” voti ai repubblicani.

A mio avviso l’intervento del partito arriva molto tardi, la situazione andava controllata molto tempo fa. Il periodo della lotta senza esclusione di colpi è ormai passato e l’immagine dei due candidati è stata ormai lacerata dal rispettivo avversario. Tutto questo a favore di McCain, che dalla sua si riposa e guarda “divertito” la lotta democratica.

E in tutto questo Obama che fa? Oltre a continuare ad esprimere il fatto che “Ce la può fare” rimane in una posizione di sportività:

La mia convinzione è che il senatore Clinton debba poter correre fino a quando vorrà

Tanto in vantaggio di 150 c’è lui.

Lascia un commento