Primarie USA: Gli scheletri nell’armadio di John McCain

Forse non tutti lo sanno, ma la giornata di ieri è stata una data storica. Magari qui in Europa non tutti sanno o forse non tutti ricordano il fatto, ma il 4 aprile di quaranta anni fa a Memphis, Tennesse veniva assassinato Martin Luther King jr.

Per chi dovesse avere un grosso buco di memoria, Martin Luther King è stato un forte sostenitore dei diritti civili. Oltre ad essere stato il più giovane premio Nobel per la pace della storia la sua immagine viene spesso accostata a quella di Gandhi per la sua attività da pacifista.

La sua frase, celeberrima, che noi tutti abbiamo sicuramente sentito almeno una volta è quella che potete leggere proprio qui sotto:

Ho un sogno: che un giorno questa nazione si sollevi e viva pienamente il vero significato del suo credo: “Riteniamo queste verità di per se stesse evidenti: che tutti gli uomini sono stati creati uguali

E proprio a Memphis, nella giornata di ieri, John McCain, rappresentante repubblicano per la Casa Bianca, ha tenuto un comizio sui diritti civili e su come ovviamente la politica di McCain ha intenzione di rispettarli.

Ma come in tutte le campagne elettorali che si rispettano, ecco che dal passato di McCain iniziano a spuntare degli scheletri dall’armadio. D’altronde ognuno ha i suoi crucci. C’è chi magari è stato un po’troppo frivolo e si appartava con donne a pagamento, chi si concedeva qualche bionda di troppo (e qui parliamo di Obama), chi non guardava in faccia a nessuno e faceva i suoi interessi da imprenditore (e qui parliamo di un politico italiano “basso”). Per McCain nulla di tutto questo. Per il senatore potremmo dire che si tratta di inesperienza politica e voglia di carriera.

Bisogna tornare indietro nel tempo di parecchio fino agli anni 80 quando il giovane “congressman” (deputato del Congresso) John McCain si trovava a votare su una festa federale che ricordi la morta di Martin Luther King. Il voto fu positivo (89 a favore e 77 contrari). Tra i favorevoli c’era anche Dick Cheney, ma non quello di McCain che invece figurava tra i contrari.

Interrogato su quel voto molti anni dopo, McCain espresse il suo personale ripudio e, se potesse tornare indietro, sicuramente lo cambierebbe.

Evidentemente non ricordava bene tutta la storia. Pochi anni dopo, in Arizona, nella sua Arizona, il governatore repubblicano decise di attuare una norma che permettesse di bloccare la festa in memoria di Martin Luther King. Il voto di McCain fu a favore del blocco.

Successivamente spiegò che quel voto avvene solo per un motivo, il sostegno a occhi chiusi verso il governatore repubblicano, per evitare qualsiasi genere di problema interno alla sua fazione.

Negli anni a venire la sua posizione non si scostò mai da questa. Ogni volta che vi erano delle istanze al congresso riguardanti la festa in onore di Martin Luther King, il voto era sempre e comunque lo stesso. Negativo.

Lo stesso McCain nel comizio di ieri ha spiegato quanto si importante imparare dagli errori ed iniziare ad imparare. Non c’è dubbio che lui sia il migliore personaggio per poter illustrare questa teoria.

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