Pollica, omicidio Vassallo: l’Antimafia indaga, Napolitano chiede chiarezza

Trafitto il cuore, centrato il petto, aperta la gola. Angelo Vassallo, ucciso con una quantità imprecisata di colpi di pistola (proiettili calibro 9×21: si dice siano arrivati nove colpi ma non si ha ancora certezza in tal senso) nelle prime ore della serata di domenica 5 settembre, di mestiere faceva l’imprenditore nel settore ittico e conciliava la sua attività con quella di Sindaco di Pollica, comune del cilentino in provincia di Salerno.

Di rientro a casa (ubicata ad Acciaroli, piccola frazione del comune), non ha fatto in tempo a scendere dalla macchina (Audi Grigia, trovata con il freno a mano tirato) per evitare la ferocia del/degli aggressore/i. Morto sul colpo in seguito a quella che ha assunto sempre più – col passare delle ore, dei minuti, con l’intensificarsi delle indagini – le fattezze di una vendetta (o una punizione) di stampo camorristico.

PRIME RIFLESSIONI. 57 anni dei quali gli ultimi 5 da primo cittadino – esponente del Partito Democratico, a cui tuttavia non risparmiava critiche – contraddistinti da una attività incessante rispetto a tematiche quali legalità, rispetto ambientale, autosostentamento economico del comune di appartenenza attraverso l’investimento turistico.

Si parte da qui – l’impegno morale e civico volto al rispetto della legalità – per trovare una motivazione e riempire di contenuti un omiciio che rientra ancora nei casi irrisolti. Il Pubblico Ministero Alfredo Greco, cui erano state affidate le indagini (prima che la competenza diventasse dell’Antimafia), fa il punto della situazione: “Esecuzione cattiva con troppi colpi per un omicidio. Negli ultimi tempi era preoccupato e mi teneva costantemente informato sugli sviluppi di alcune vicende. Era un uomo che si batteva contro l’illegalità, sempre in prima linea. Quando accadeva qualcosa di particolare sul suo territorio, me lo segnalava“. Vassallo, quindi, era per la comunità cilentina un riferimento importante: simbolo di giustizia, fautore di legalità.

L’ACCUSA. A dare man forte alla pista camorristica ci pensa Angelo Vassallo, fratello del defunto, che a Sky Tg24 punta il dito verso la collusione tra forze di polizia e criminalità organizzata e apre a uno scenario che già infastidisce, perchè figlio dell’eterna connivenza tra istituzioni e crimine: “Lo hanno lasciato solo. Qualche giorno prima di essere ucciso mi disse: esponenti delle forze dell’ordine sono collusi con la criminalità. Mio fratello è stato lasciato solo, abbandonato. Le piste da seguire secondo me sono o gli interessi sul porto o i problemi che ci sono stati questa estate con la droga ad Acciaroli. Lui ha chiesto aiuto alle forze dell’ordine e non glielo hanno dato“.

ANTIMAFIA. Ciò basta per coinvolgere direttamente l’Antimafia e trasferire l’inchiesta: “Ci sono elementi che suggeriscono un coinvolgimento della Direzione distrettuale antimafia“, dice il procuratore di Vallo della Lucania, Gianfranco Grippo.

NAPOLITANO. Nel frattempo, Pollica si prepara per la fiaccolata di questa sera, quando la comunità confluirà sulle strade di Acciaroli e Giorgio Napolitano, a nome del Paese, inoltra alla famiglia il più sentito messaggio di vicinanza e ai residenti parole di garanzia: “Desidero far giungere ai cittadini di Pollica l’espressione della mia profonda commozione e solidarietà per il barbaro crimine dell’assassinio di Angelo Vassallo che da sindaco aveva dedicato le sue energie e il suo impegno alla tutela della legalità in difesa degli interessi della popolazione. Tutte le istituzioni si stringano intorno alla famiglia della vittima e alle forze dello stato chiamate a far luce sull’accaduto e ad affermare le ragioni della giustizia“.

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