Monnezza: dalla Campania alla Sicilia. Tra class action del Codacons e proteste
Musharraf: sull’assassinio di Benazir Bhutto, no alla supervisione dell’Onu
Kenya: Dialogo tra tutti, tranne che tra Kibaki e Odinga
Sono ormai 15 giorni che il Kenya sta vivendo giorni di terrore, a causa della crisi creatasi al termine delle elezioni presidenziali e i suoi contestatissimi voti. Personalità da tutto il mondo stanno cercando di intervenire per placare gli animi che sembrano non volersi raffreddare, anzi danno l’impressione di continuare a scaldarsi.
Dopo gli interventi di John Kufour prima e di Kofi Annan poi, ora è arrivato il momento di Ban Ki-Moon, segretario generale dell’ONU. Il messaggio di Ki-Moon è chiaro e semplice:
Ho invitato i leader politici keniani a trovare con urgenza e attraverso il dialogo una soluzione accettabile per risolvere la crisi politica e perché il paese ritrovi il cammino della pace e della democrazia. Inoltre ho lanciato un appello perchè i dirigenti keniani, il governo come l’opposizione, evitino misure o azioni suscettibili di compromettere la ricerca di una soluzione amichevole della crisi nel paese.
Fiom vs Federmeccanica: è guerra sui salari
Bush in Kuwait: Iraq, sta tornando la speranza
E anche Almunia benedice l’Italia che va
S&P: Italia performance impressionante. Ma non crediamo ai buoni propositi del Governo su spesa pubblica e pubblica amministrazione
. L’1,3%del deficit/pil del Paese costituisce il migliore risultato in Italia dal lontano 1999. Segnale di una performance impressionante in termini di bilancio generale.
Napoli: Questa monnezza qua, devi metterla là
I più giovani sicuramente non lo ricorderanno, ma quelli che hanno vissuto il periodo dei “paninari” (che ho vissuto solo di striscio, stavo diventando un ragazzo allora) sicuramente ricorderanno il successo musicale di Francesco Salvi, che si improvvisava parcheggiatore in una nota canzone. Riprendendo quella canzone sembra che a Napoli vogliano parcheggiare un po ovunque i loro rifiuti, tant’è che miglior titolo non si poteva veramente trovare.
Ma ormai, i tempi per scherzare in Campania sono finiti. E’iniziata la seconda fase, quella di pulizia, quella del commissariato speciale di Gianni De Gennaro. Assistito dal suo braccio esecutivo, Franco Giannini, all’ ex superpoliziotto il governo ha affidato pieni poteri per rimettere in sesto la regione entro 120 giorni.
Un solo grido: “Stop alle morti bianche!”
E’stato il “leit motiv” di telegiornali, talk show, programmi di approfondimento di questo dicembre 2007 che ci ha da poco salutato. Un argomento troppo spesso lasciato in disparte, come a definirlo una cosa naturale, una cosa che prima o poi doveva succedere. Parliamo di morti bianche. Un argomento che ai più farà tornare alla mente le tragiche immagini dell’incidente accaduto all’interno dello stabilimento “Thyssen Krupp” di Torino.
Bombardati di informazioni, numeri, interviste. Tante parole, tante proposte, tante idee che purtroppo rimangono tali, non si realizzano. E intanto, anche se ora non lo “vediamo” più con gli occhi della tv, le morti bianche continuano ad esserci, anche nel 2008.
Sono 1300 le morti sul lavoro accadute nel 2005, salite a 1600 circa nel 2006. Un dato in costante ascesa, che diviene ancora più preoccupante se si pensa che non considera le morti dei lavoratori in nero siano questi o no immigrati (clandestini o regolari).
Gilioli e il post della zizzania: nessuno tocchi Beppe Grillo
Il mondo dei blog è mondo assai strano. Abbiamo, forse, uno strumento e invero non siamo perfettamente in grado di capire quale ne sia l’utilizzo migliore, o dove ci stia portando.Scoppia oggi la polemica Grillo-Gilioli. Nei seguenti termini.
Due giorni fa, il buon Gilioli pubblica, sul suo blog, Piovono rane, su L’Espresso, il post
Sciopero!
Rinvia un Saccà a giudizio in prima pagina
Odinga e Kibaki riprovateci
Il primo incontro è fallito. Non è bastato come mediatore il presidente dell’Unione Africana John Kufour. Il neo eletto presidente del Kenya Mwai Kibaki e il capo dell’opposizione Raila Odinga non sono riusciti ad avvicinare le loro parti, attualmente molto distanti.
Tutto ha inizio il 27 dicembre scorso, data fondamentale per il Kenya, giorno in cui il Kenya si presentava alle elezioni con lo scopo non solo di eleggere il nuovo presidente, ma di mostrare al mondo la maturità civile che aveva reso il paese, negli ultimi anni, uno dei maggiormente attivi a livello di rilancio economico.
Purtroppo, agli occhi dei media di tutto il pianeta, il Kenya ha rispettato solo dei due punti di cui sopra. E tra l’altro con “legittimi” sospetti di broglio. Come sappiamo dopo alcuni ritardi di voto e con uno scarto minimo, il leader dei Kikuyo Kibaki ha battuto il leader Luo Odinga dato, tra l’altro, come favorito dalle previsioni.