Tute Blu: Il mio regno…per una “media”
Se non ci fosse lo sciopero bisognerebbe inventarlo. Il miglior mezzo di comunicazione che il popolo ha per poter esprimere il proprio pensiero, il proprio disappunto nei confronti del governo e del suo pensiero.
L’accordo tra Federmeccanica e i sindacati di categoria Fim, Fiom e Uilm (che a me più che nomi di sindacati mi fanno ricordare i nipotini di zio paperino) è ancora in alto mare ed allora ecco scendere in piazza le tute blu. Presidi e picchetti per far valere le proprie ideologie e le proprie richieste, per far capire allo Stato affamatore che deve scendere a patti con il potere operaio.
L’accordo che si basa su cinque punti chiave, permetterà agli operai di godere dei pari diritti degli impiegati, di avere un orario di lavoro più adeguato alle loro esigenze e avranno un adeguamento dell’inquadramento economico.
Libano: Altre quattro morti invisibili
Vivere nei paesi di matrice islamica, al giorno d’oggi, significa imbattersi, prima o poi nella propria vita, in un attentato di stampo terroristico. Sembra uno scherzo, ma non passa giorno che in Libano, in Iraq, in Israele, o in quale altro paese mediorientale non vi è almeno un attentato.
Sia questa una bomba pre-installata in un luogo pubblico, una raffica di colpi improvvisa sparata sulla folla o un attentato suicida da parte di qualche kamikaze di una chichessia organizzazione.
Le motivazioni rimangono sempre tra le più disparate. Ovviamente per gli assalitori lo scopo è raggiungere il paradiso sacrificando la propria vita in onore della religione (che vai a saperlo, ma tutti i musulmani che conosco io in Italia mi dicono che non è assolutamente vero che la religione islamica dice questo). Mentre per tutti quelli che sono al di fuori del mondo mediorientale si tratta solo di pretesti bellicosi, piccoli segni che vogliono dimostrare allo stesso tempo una grande forza.
Niente Papa a La Sapienza. E ora?
Il Papa a La Sapienza. Ma la protesta quale gioco aiuta veramente?
Napoli: Oggi i rifiuti vanno a scuola, non i ragazzi
La battuta che viene, tragicamente, spontanea è quella che riprende una famosa citazione storica, leggermente modificata ad hoc:
Vedi Napoli e poi muori
Purtroppo, oggi come oggi, la situazione sembra proprio questa visto l’allarme igiene scattato in queste ore. E’inconcepibile, a mio parere, una situazione come quella napoletana in un paese come l’Italia.
Kenya: Annan, no grazie!
Questo paese non fa che stupirmi. Ogni volta che mi ritrovo dinanzi alla mia tastiera per scrivere alcune righe, siano esse di approfondimento oppure di semplice cronaca, l’immagine che mi si figura davanti del Kenya è sempre più ambigua.
Ad alimentare questa situazione di dubbio chiaramente partecipano anche i media, i quali attualmente sono l’unico metodo in nostro possesso per conoscere cosa accade a Nairobi; giornali, televisioni, radio disegnano un giorno in un modo ed un giorno in un altro uno scenario che si può definire in un solo modo: incredibile.
Ricordo negli ultimi giorni di dicembre, sempre su questo sito, scrivevo nei giorni pre-elettorali con la speranza di vedere un Kenya maturo, pronto a mostrarsi “bello” di fronte a tutti i grandi paesi internazionali. Mostrare di essere democratico, di essere onesto, di essere lindo e pulito.
Metalmeccanici, per le trattative, semplicemente, non ci sono spiragli
Metalmeccanici, riprendono le trattative. Ma non si vedono spiragli
Berlusconi: Gentiloni? Sì, no, forse
Alitalia-Air France, luci della ribalta
Berlusconi: “Gentiloni? No, Grazie.”
Che il Cavaliere sappia bene ciò che vuole è cosa nota. Ma quello visto a Roccaraso, durante la festa di FI, intitolata “Neveazzurra”, è spumeggiante sia per quanto riguarda il dialogo sulla legge elettorale, sia per quanto riguarda la discussione sulla riforma Gentiloni.
Sul ddl riguardante la riforma elettorale, Berlusconi ha fatto sapere che è necessario un dialogo con la maggioranza di governo:
Uno sbarramento alto si riesce a governare meglio. In Turchia e’ all’8%, ma non voglio portare questo esempio. Uno sbarramento al 5% e’ il minimo per consentire a un governo di governare. Sono d’accordo con Veltroni che il modello francese sia un buon modello che ha portato a buoni risultati. Per riuscire a fare quanto sta facendo Sarkozy ci vorrebbero due o tre anni.
Brown: “Si al silenzio – assenso nei trapianti”
Nuove regole per i donatori inglesi. Il primo ministro britannico Gordon Brown, si è detto infatti a favore di modificare le attuali leggi che regolamentano la donazione di organi in Gran Bretagna.
Attualmente il trapianto avviene con lo stesso procedimento che si adotta in Italia. Una persona, sia essa viva o morta, può donare i propri organi solo ed esclusivamente se ha autorizzato, mentre era in vita, esplicitamente la volontà di volere donare i propri organi aderendo al Nhs Organ Donor Register (il registro nazionale dei donatori).
L’intervento di Gordon Brown vuole andare a togliere questo esplicito consenso, presumendo automaticamente lo stesso nel caso in cui il paziente, o per lui i suoi familiari, non esprima una propria contrarietà.