I tagli di Cottarelli impongono una riorganizzazione delle forze armate

Si è tenuta una riunione a palazzo Chigi che potremmo definire strategica visto che ha coinvolto il premier Renzi, il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan, il commissario alla spending review e altre persone. Si è parlato della copertura economica delle riforme e dei tagli necessari.

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I tagli alla pubblica amministrazione ma anche negli altri settori, sono necessari per far ripartire l’Italia. La strada intrapresa dal governo per venire fuori dal tunnel è decisamente in salita. Nella riunione di palazzo Chigi tra Renzi, Padoan e Cottarelli, è stato spiegato il piano dei tagli. Adesso, il commissario alla spending review dovrà incontrare singolarmente i ministri per individuare le voci di spesa dove è possibile effettuare dei tagli. Tutti i bilanci dovranno comunque subire delle riduzioni per far andare avanti le riforme.

I tagli dovranno poi essere documentati e inseriti nella legge di Stabilità. Alla riunione era presente anche Maria Elena Boschi, ministro per l’Attuazione del programma e una serie di membri del suo staff.

Secondo Cottarelli è possibile risparmiare fino a 20 miliardi in 1000 giorni, gli stessi chiesti da Renzi per vedere attuate le riforme. La spesa pubblica, però, va rivista passo passo e dovranno essere previsti anche controlli e sanzioni per chi non si adegua ai tagli. Si interverrà sicuramente sulle municipalizzate e sulle partecipate pubbliche ma prima di tutto si dovranno riorganizzare le forze armate.

Il piano del governo, in tal senso, è già pronto e prevede tre operazioni di massima: la perdita di autonomia della Forestale e della Polizia Penitenziaria che dovrebbero passare sotto il controllo della Polizia di Stato, l’accorpamento del dipartimento di pubblica sicurezza e di quello di soccorso pubblico dei vigili del fuoco.

Oltre alla costituzione di una struttura unica che coordini gli interventi sui diversi apparati, al posto delle cinque attuali centrali operative, è necessario anche razionalizzare i centri di comando sul territorio che sono troppi e si sovrappongono creando degli sprechi che adesso l’Italia non può sopportare.