Il Governo Berlusconi ha la fiducia: 342 sì. Numeri e dichiarazioni di voto. Finiani e MpA decisivi

342 sì: Silvio Berlusconi e l’esecutivo ottengono una ampia maggioranza per proseguire. 275 i voti contrari, 3 gli astenuti. Finiani e MpA decisivi (senza il contributo dei quali, il Governo sarebbe caduto: 34 i deputati di Futuro e Libertà, 5 quelli del Movimento per l’Autonomia).

Alla fine – era pronosticato fin dalle prime ore del pomeriggio – il Governo presieduto da Berlusconi ce l’ha fatta. In dubbio solo i numeri della fiducia, non la medesima: si è iniziato a fare la conta degli stessi fin dagli attimi delle dichiarazioni di voto.

Appena prima, l’intervento del Premier.

Si attendeva la dichiarazione di voto di Futuro e Libertà, il capogruppo Italo Bocchino ha detto: “Siamo disponibili su tutto ciò che è scritto nel programnma e sul resto siamo disponibili a discutere con la maggioranza, senza diktat ma anche senza preclusioni preconcette. Il nostro vincolo con gli elettori non può venire meno, il nostro vincolo sul programma non verrà mai meno. Su questo avrà sempre i nostri voti, noi ci saremo sempre.Il tentativo di imboccare la strada dell’autosufficienza secondo Fli è stata un errore perché prefigurava una maggioranza più ristretta e più nuova, non rispondente più alla volontà popolare che si era espressa col voto. Noi non ci sottrarremo al dovere di portare la legislatura fino all’ultimo giorno di vita e manterremo gli impegni del programma. Sul resto, su quello che non è nel programma, siamo diposti a discutere ma senza diktat“.

Messo in cassaforte il sì di Fli, il PdL ha poi preso atto della fiducia del Movimento per l’Autonomia di Raffaele Lombardo (il capogruppo Carmelo Lo Monte: “Oggi daremo un voto di responsabilità insieme ai colleghi di Fli perché siamo vincolati al mandato degli elettori e al programma di governo“). Al contrario, i LiberalDemocratici hanno negato la fiducia mentre l’Svp ha annunciato l’astensione.

Altri dinieghi: l’UdC (Bruno Tabacci: “Il Premier ha fatto appello ai moderati ma non è un moderato né negli atti né nei toni. Ha promesso un’azione di seduzione parlamentare. Lei è più debole di due anni fa”; Pier Ferdinando Casini a Berlusconi: Lei non può essere Alice nel Paese delle meraviglie, tra l’altro qui le meraviglie non ci sono“), IdV (Antonio Di Pietro, rivolgendosi a Berlusconi:Lei non è un presidente del Consiglio, ma uno stupratore della democrazia“), il Pd (Pier Luigi Bersani: “Nelle sue parole (del Premier, ndr) non c’è comprensione di questo Paese. Non c’è l’Italia, quella vera. Gli italiani sono scontenti, le tensioni sociali si acuiscono, attenzione, e abbiamo un governo che spesso accende i fuochi invece di spegnerli. Come facciamo a prendere sul serio un discorso debole, pieno di promesse risapute, che non arrivano mai?“).

Astensione invece, a dispetto delle previsioni, da Massimo Calearo (ex pd e Api, ora Gruppo Misto): “Avevo già detto che non avrei votato contro il governo. Ma il mio voto non è necessario, la maggioranza c’è. Quindi mi astengo. Anche perché così chiudo un ciclo. Lo dovevo a Veltroni“.

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