Gomorra: non un film, non un libro



Il libro: più di un milione di copie vendute. Il film. A Cannes. Un viaggio in cinque storie all’interno del mondo affaristico e criminale della camorra napoletana. Potere, soldi e sangue sono i denominatori comuni. Gomorra arriva anche nelle sale. Perchè il potere dell’immagine tocca target assai differenti da quelli raggiunti dalle parole scritte.


Imperdonabile era già il libro. Ma il successo, per la mafia, dev’essere faccenda ancora più difficile da digerire. 33 paesi ne hanno comprato i diritti. Ce l’ho qui sotto mano, edizione Strade Blu Mondadori. Va oltre l’inchiesta, la denuncia, forse anche l’osservazione partecipante di impostazione sociologica.


Il regista è Garrone, un visionario.

Gomorra giunse nelle librerie quando Saviano aveva 26 anni. Nel 2006. Lo scrittore, è noto, vive sotto scorta, ha avuto minacce di morte dalla camorra di cui ha raccontato gli affari, il business della droga, delle contraffazioni, la sanguinosa guerra tra i clan per il dominio del territorio. Il web è cosparso della famosa foto con la scritta, su un muro: SAVIANO – e una bara accanto.


Per la prima volta oggi la Festa della Polizia viene celebrata a Casal di Principe, paese casertano fortino della famiglia Casalesi. Lo stesso paese dove Saviano non può mettere piede. Nel Casertano, le forze di polizia riusciranno

a fare abbassare la testa ai Casalesi

ha detto il prefetto Antonio Manganelli. Oggi è proprio a Casal di Principe, roccaforte dei Casalesi, a una manifestazione con le scuole in occasione della festa della Ps.

La presenza delle scolaresche è un bel segnale, il capo della polizia ha il dovere di esserci. Se si lasciano le comunità da sole, invece, se non si fa squadra, non si può vincere

Saviano ha la mia età. Ha raccontato in forma romanzata quello che – lo ha sempre detto – sarebbe più o meno a disposizione di tutti.


E’ un film apocalittico, un film senza speranza

Dice Garrone. Anche lui giovane, 39 anni. Il bello, il pasoliniano, è che gli attori di Gomorra sono in gran parte non professionisti, molti reclutati nel quartiere di Scampia, un bastione della Camorra. Anche a De Sica dicevano che i panni sporchi andavano lavati in famiglia e non di fronte al resto del mondo. Questa è una deelle paure e delle accuse. Benedetta immagine dell’Italia da difendere.


Non pensate ad un film di denuncia da una parte i buoni e dall’altra i cattivi, da una parte il bene e dall’altra il male, perchè in realtà le cose sono sempre più complicate e i confini più fluidi

Continua il suo racconto, mentre il suo film, di cui certo molto si parlerà, approda stasera a Cannes.

Ho girato delle scene violente, atroci ma quello che più mi ha commosso, è la storia di due ragazzi amici da sempre costretti a separarsi perchè appartengono a due clan rivali


12 o 14 anni spesi a scuola o fuori dai banchi nell’impegno anticamorra, i ragazzini della scuola media Luigi Caterino giardano il film e lo promuovono.


Il sindaco, Cipriano Cristiano, tenta di salvare film, la forza del libro e l’onorabilità di Casale.

Voglio dare a Saviano la cittadinanza onoraria. È un’idea bipartisan: lanciata dal mio “rivale” di schieramento Renato Natale. Qui tanti hanno voluto bene al libro. Anche se io ammiro di più il Saviano di “prima” del successo planetario, quello che stava in mezzo alla gente. Non capisco, invece, il Saviano di “dopo”, un po’ schiacciato dal personaggio. Ma lo invito a tornare tra noi. È Casale, l’altro volto di Gomorra, ad attenderlo

Il film, io lo vado a vedere di corsa.


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