Per chi esiste il doppio incarico?

In giro per l’Italia in questo momento ci cono ben sette consiglieri comunali, in amministrazioni strategiche per il paese, che sono anche parlamentari e intendono mantenere il doppio incarico nonostante il conflitto d’interessi. 

Adesso la campagna elettorale è finita e per la prima volta si stanno riunendo i consigli comunali delle città che a giugno sono andate al voto. Tra queste ci sono capoluoghi strategici e la Capitale. Si parla infatti di Roma, Milano, Napoli e Torino e poi anche altri quattro comuni seguiti da vicino da OpenPolis. Molte le facce conosciute in Parlamento che adesso troviamo anche in Comune. Nello specifico si tratta di Fassina (Si-Sel), Giachetti (Pd) e Meloni (Fdi) a Roma, Gelmini (Fi) e Salvini (Ln) a Milano e Carfagna (Fi) e Valente (Pd) a Napoli.

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Il fatto che vogliano sedere in Comune e mantenere l’incarico in Parlamento solleva due problemi. Il primo riguarda un possibile conflitto d’interessi e il secondo il rapporto che si determina tra politici, istituzioni ed elettori. OpenPolis ha esaminato questi problemi ed è il conflitto d’interessi ad aver attirato la nostra attenzione:

La prima riguarda un possibile conflitto d’interessi che potrebbe emergere: persone che contribuiscono alla formazione della legislazione nazionale ed europea che al tempo stesso hanno un ruolo nella formazione di quella locale. Parliamo ovviamente di un’ipotesi, ma è evidente che alcune delle norme discusse e approvate dal parlamento hanno delle ricadute dirette sull’amministrazione delle città italiane, specialmente quando le città in questione sono Roma, Milano, Napoli e Torino, fra le più grandi e importanti del paese. Solamente per fare un esempio, il più lampante, nell’attuale legislatura camera e senato hanno discusso e approvato il cosiddetto decreto salva Roma, che fra le altre cose mirava al risanamento (in parte) del debito capitolino.