Confindustria, i cinque punti per la crescita. Marcegaglia: “Agire subito”

Confindustria ha presentato i cinque punti del “Progetto imprese per l’Italia”, realizzato con il confronto tra le associazioni dei datori di lavoro, Confindustria, Abi, Rete Imprese, cooperative e Ania. La leader degli industriali Emma Marcegaglia ha rivolto un messaggio chiaro al governo: “Non c’è più tempo. Servono scelte immediate e coraggiose. Il Paese ha bisogno di una politica economica diversa” ha affermato.
Le priorità per la crescita indicate dagli industriali sono la riforma fiscale, il miglioramento delle infrastrutture, privatizzazioni, liberalizzazioni e pensioni.
In particolare, nel manifesto si chiede di alzare dal 2012 a 65 anni l’età pensionabile per donne, anche nel settore privato, e l’abolizione dell’attuale sistema delle pensioni di anzianità. Anche il tema della flessibilità del lavoro, secondo gli industriali, andrebbe nuovamente affrontato, mentre l’imposta patrimoniale potrebbe andare bene, ma “in via del tutto eccezionale” e “solo per abbattere Irpef e Irap“, spiegano. Vengono fatte inoltre proposte di riforma fiscale, in particolare per ridurre il costo del lavoro.
Confindustria chiede inoltre la cessione di tutto il patrimonio immobiliare degli enti statali e locali, e la liberalizzazione di trasporti, attività economiche e servizi professionali, anche con una riforma degli ordini professionali. Inoltre, si ritiene necessaria una maggiore semplificazione, tramite una maggiore informatizzazione, per velocizzare il rapporto tra imprese e pubblica amministrazione, e il miglioramento della giustizia civile, con l’accorciamento dei tempi dei processi.
Nel documento si chiede inoltre una seria lotta all’evasione fiscale, che potrebbe avvenire incentivando l’uso della moneta elettronica.

La Marcegaglia, del resto, è stata perentoria nel sottolineare l’urgenza delle misure richieste, e ha lanciato quasi un ultimatum al governo, affermando: “Subito le risposte oppure lasceremo i tavoli”.
Dal governo, questa sera, è’ giunta una parziale apertura alla Confindustria dal ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani, che ha affermato: “Il manifesto presentato dalle imprese contiene alcune proposte concrete”, e ha poi aggiunto: “Accettiamo la sfida.” Meno propenso al confronto su quanto chiesto dagli industriali, invece, il ministro del Welfare Maurizio Sacconi, per il quale queste proposte “meritano rispetto e attenzione“, ma sono poi difficili da attuare senza scontentare altri soggetti sociali. 
Dall’opposizione è venuto invece un giudizio positivo sul manifesto degli industriali: “Il progetto delle imprese per l’Italia è un ottimo contributo, le proposte indicate sono in larga misura condivisibili” ha affermato Stefan0 Fassina, responsabile economico del Pd.
Secondo Pierferdinando Casini dell’Udc, invece, il manifesto presentato dagli industriali è “importantissimo” e “supplisce all’assenza del governo”. 
Dai sindacati vengono giudizi divergenti: se da una parte la leader della Cgil Susanna Camusso ribadisce la sua contrarietà ad intervenire sulle pensioni e a privatizzare i servizi pubblici, pur dicendo di apprezzare “lo sforzo degli imprenditori“, il segretario della Cisl Raffaele Bonanni approva in buona parte le misure chieste da Confindustria, anche se avverte: “Solo un fronte comune politico e sociale può mettere in sicurezza il Paese”.

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