Iraq, condanna a morte per Tareq Aziz. Proteste da Unione Europea, Quirinale e Vaticano

Foto: AP/LaPresse

L’ Alta Corte penale di Baghdad ha emesso la sentenza di condanna a morte tramite impiccagione per Tareq Aziz, ex vice-primo ministro iracheno, nell’ ambito del processo riguardante la chiusura dei partiti religiosi in Iraq. La Corte ha condannato alla pena capitale, insieme ad Aziz, anche l’ ex ministro dell’ interno, Saadun Shaker, e l’ ex segretario personale di Saddam Hussein, Abel Hamid Hamud.

La sentenza giunge al termine di uno dei sette processi che vedono Aziz imputato: quello riguardante la campagna avviata negli anni Ottanta contro i partiti politici sciiti filo-iraniani e culminata in quegli anni in una serie di arresti e condanne a morte dei leader sciiti. L’ avvocato dell’ ex vice-premier iracheno riferisce che Aziz è “sotto schock per la sentenza subita”, e  ha affermato: “Da un punto di vista strettamente giudiziario, la sentenza è ingiusta ed estremamente esagerata. Non avremmo mai creduto che il nostro assistito potesse essere condannato a morte”.

Già nel marzo del 2009, Tareq Aziz era stato condannato a 15 anni di reclusione, che sta scontando in un carcere di Bagdad, e a gennaio di quest’ anno era stato colto da un infarto.

Aziz, che oggi ha 74 anni, è stato spesso considerato il “volto buono”, il “volto presentabile” del regime, per le sue qualità di abile diplomatico, dato che rappresentava spesso il governo iracheno nei summit internazionali nell’impossibilità di Saddam Hussein di spostarsi facilmente per ragioni di sicurezza.

Per via della sua fede cattolica, si recò anche ad Assisi nel febbraio 2003, un mese prima dello scoppio della guerra in Iraq, dove si inginocchiò sulla tomba di San Francesco. L’ avvocato dell’ ex vice-premier, Badia al Aref, intende perciò rivolgersi anche al Vaticano, affinchè intervenga contro la decisione. La Santa Sede, per bocca del Direttore della Sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, ha espresso l’auspicio che “la sentenza nei confronti di Tareq Aziz non venga eseguita, proprio per favorire la riconciliazione e la ricostruzione della pace e della giustizia in Iraq dopo le sofferenze attraversate”.

L’Unione Europea ha ribadito, tramite un portavoce dell’Alto Rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza comune Catherine Ashton, che “la pena di morte è inaccettabile in tutti i casi e in tutte le circostanze”. Anche il presidente della Repubblica Napolitano e il ministro degli esteri Frattini, in visita di stato in Cina, hanno dichiarato di voler sostenere la richiesta della Ashton. Anche molti altri politici di diversi schieramenti si sono subito espressi contro la condanna a morte di Tareq Aziz; fra questi, il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, e il leader radicale Marco Pannella.

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