Renato Curcio, niente pensione

Renato Curcio in pensione? No. L’Inps gli ha comunicato che non ne ho diritto: ha lavorato nelle carceri, ma non ha cumulato un numero di anni sufficienti. Curcio, 67 anni, non ha diritto neppure alla pensione sociale, dato che la moglie lavora e ha un reddito.

Renato Curcio, fondatore delle Br mai pentito né dissociato. Ha scatenato oggi la polemica sul diritto alla pensione, scatenando l’ira dei parenti delle vittime che hanno interpretato le sue parole come una richiesta dell’assegno mensile.

Lorenzo Conti, figlio di Lando il sindaco fiorentino ucciso dai brigatisti:

Se lo Stato concede a Curcio una pensione pagata dall’Inps, io chiedo asilo politico all’America o a Israele che hanno mostrato sempre vicinanza alle vittime del terrorismo e non ai carnefici».

C’è chi parla, però, di strumentalizzazione delle parole del fondatore delle Brigate Rosse. Dicono:

Gli hanno chiesto se, dato che ha 67 anni, stesse per andare in pensione e lui ha risposto che non ne ha diritto. Il resto è strumentalizzazione perché qui a Pesaro siamo già in campagna elettorale

Che ne pensate? Parole strumentalizzate o intenzione reale?

Super-stagisti in salsa calabrese

Stagisti pagati 900 euro per lavorare 5,7 ore al giorno. (Corrisponde all’impiego 75%, mi pare, no). Sono 45 euro al giorno calcolando in media 20 giorni lavorativi al mese. Sarebbero 7.2 euro l’ora – dato che sono 1.500 ore annuali). Spicciolo più, spicciolo meno. Netti. Voglio andare a vivere in Calabria… voglio la rugiada che mi bagna… ma vivo qui in cittààààààààààààààà… La regione Calabria ha trovato i soldi in parte nei bilanci – 3 milioni di euro -e altrettanto nei fondi europei.

Il presidente del Consiglio regionale della Calabria Giuseppe Bova proprio non capisce cosa ci sia che non va nella proposta. Nella sua lettera aperta al senatore e giuslavorista Pietro Ichino scrive:

Noi tentiamo di offrire ai migliori giovani laureati un’opportunità per fare un’esperienza di alta formazione nella loro regione

Qui la ricostruzione del Corriere: 423 laureati calabresi, entro il 29 gennaio, saranno destinati in vari enti pubblici della regione per cominciare due anni di alta formazione (dopo aver terminato la formazione teorica di tre mesi ieri) a 900 euro al mese netti per 10.800 euro all’anno e 5,7 ore al giorno.

Pietro Ichino spiega la sua contrarietà:

È scandalosa la durata di questi stage, doppia rispetto al limite di legge, e lo è anche l’entità del compenso, decisamente abnorme rispetto a quel che accade normalmente. Ho organizzato decine di stage ogni anno, in passato, per i miei studenti: non duravano mai più di sei mesi e, di norma, il compenso andava dai 400 ai 600 euro. Per il modo in cui questa cosa è stata attivata il contenuto formativo mi sembra del tutto formale, non sostanziale

Forse rosichiamo e basta. Sfido chiunque a raccontarci quanto è stato pagato per uno stage. E SE è stato pagato.

Io ho fatto tre stage.

Il primo, una bufala pazzesca, non retribuito e in un posto che credo fosse una copertura per traffici di dati di associati venduti sottobanco alle aziende. Non è una battuta. Dopo tre mesi sono andata via, a volte li googlo e scopro che esistono ancora. W l’Italia.

Il secondo pagato 400 euro al mese per sei mesi. Non ci pagavo l’affitto. O meglio: se pagavo l’affitto poi nun magnavo. Ma insomma, anzi che c’era un minimo di rimborso spese…

Il terzo, di nuovo gratis. Qui è stato per amore – era al desk fotografico di una delle più grandi agenzie di fotogiornalismo. 4 mesi, non promettevano niente e non davano niente, ma l’impegno era solo per tre mattine alla settimana. Per amore, ripeto.

Naturalmente, mi hanno proposto ancora e ancora e ancora stage a più o meno e variabilmente le stesse condizioni.

E voi?

Brunetta e la burocrazia: come la Ferrari

Renato Brunetta, a volte ritornano. Fanno discutere le ultime affermazioni del super Ministro della Pubblica amministrazione. Questa volta, l’attacco è contro burocrazia e classe impiegatizia. Luogjhi oscuri dell’Italia, in cui è necessario instillare il senso di responsabilità con un bastone. Per uscire dalla crisi. Ed utilizzando come carota l’orgoglio.

La frase incriminata, quella che ha fatto insorgere l’opposizione (chi???) è stata:

Se uno ora fa il professore, il burocrate, l’impiegato al catasto si vergogna di dire quello che fa. Se invece dice al figlio ‘faccio il tornitore alla Ferrari’, lo dice con il sorriso, con orgoglio e dignità. L’impiegato no. Io vorrei che la nostra burocrazia fosse come la Ferrari. Perché non può?

Qui la cronaca delle reciproche rimbeccate. Parole “vergognose” per Paolo Ferrero, segretario di Prc, e Gianni Pagliarini, responsabile lavoro del Pdci. Il punto, forse, è colto meglio da Angelo Bonelli, verde, che dice:

Per riformare la pubblica amministrazione, cosa necessaria non c’è alcun bisogno di insultare i dipendenti

Oltre a mettere in dubbio la veridicità dell’affermazione del Ministro (è scientificamente provato che lo statale si vergogna? Uhmm), si sposa il solito concetto della realtà della necessità di riforma della Pubblica Amministrazione, invece. Il bastone e la carota. Da un lato, siamo tutti troppo permalosi. Dall’altro, quel benedetto concetto poteva essere tradotto in milioni di altre formule che non andavano ad aggiungere ridondanti informazioni non necessarie.

Cassa integrazione, aumento del 500 per cento

Cassa integrazione, aumento da capogiro in Italia. I numeri del mese appena trascorso hanno subito uno scatto in avanti sostanziale rispetto ai dati di dicembre 2007.
La Cassa integrazione guadagni (CIG) è un istituto previsto dalla legge, consistente in una prestazione economica (erogata dall’Inps) in favore dei lavoratori sospesi dall’obbligo di eseguire la prestazione lavorativa o che lavorano a orario ridotto.
La cassa integrazione ha lo scopo di venire incontro alle aziende in difficoltà, sgravandole in parte dei costi della manodopera temporaneamente non utilizzata. Risultato: il caso più eclatante in Italia degli ultimi tempi è stato quello della Fiat: qui, la cassa integrazione si estende ormai anche agli impiegati.

Brunetta Day: scontro con i sindacati



Crisi, recessione. Che momento brutto, in verità.


Non solo è sbarcato su FB. Ma oggi, il Ministro Pubblica Amministrazione e Innovazione parla di donne, e di loro dice:

sono discriminate due volte


La soluzione proposta? Creiamo un gruppo studio per valutare costi e benefici dell’invecchiamento attivo di donne e uomini, che dovranno andare in pensione tutti alla stessa età. Le facciamo andare in pensione più tardi, insomma. Non è Bossi a mirare alle Pari Opportunità (Ma Bossi frena il premier: “A volte bisogna saper ingoiare”. Forse mira alle Pari Opportunità). E’ Brunetta stesso.


Il Ministro si rifa anche ad una recente pronuncia della Corte di giustizia che invita a:

non fare discriminazioni tra uomini e donne e innalzare l’età pensionabile delle donne, che oggi invece di avere un vantaggio ne hanno uno svantaggio, perché hanno progressioni di carriera e livelli di pensione più bassi, in quanto costrette ad andare in pensione prima


I sindacati, guarda un po’, non sono d’accordo.


Io, invece, sono curiosa di conoscere i risultati del gruppo di studio.


Thyssenkrupp, un anno dopo



E’ passato un anno. Eravamo qui, ne scrivevamo, basiti, increduli e esterrefatti.


Torino l’anno scorso si è fermata. Oggi un corteo li ha ricordati: era la notte etra il 5 e il 6 dicembre. E Repubblica pubblica un dossier: in un anno, cosa è successo sul fronte delle morti sul lavoro. I dati dell’anno che sta per finire sono lievemente migliori di quelli dell’anno della tragedia, il 2007.


Nel mentre, meno di un mese fa, i sei imputati per il rogo alla ThyssenKrupp di Torino sono stati tutti rinviati a giudizio. L’amministratore delegato, Harald Espenhahn, dovrà rispondere, per il Giudice dell’Udienza Preliminare, Francesco Gianfrotta, di omicidio volontario con dolo eventuale.


Un anno dopo, il dolore. La normativa è ferma al normativa Testo Unico di Prodi, e c’è ancora molto da fare.


Gabetti, Property Solutions di protesta

Camminavo oggi, dopo il terzo cappuccino della prima mattinata, e sotto all’ufficio ho rinvenuto: a) molteplicità di volantini. b) striscioni in rosso. Nei pressi c’è un’agenzia immobiliare Gabetti.
Una vera e propria protesta in piena regola. Vi riporto il comunicato sindacale:

Il Gruppo Gabetti, fra i cui azionisti figura anche la Presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, ha deciso di chiudere definitivamente la rete delle Agenzie immobiliari a gestione diretta. Con questa decisione vengono licenziati complessivamente 500 lavoratori, di cui 300 dipendenti e 200 collaboratori

Thyssenkrupp, l’accusa è di omicidio volontario

L’accusa è di omicidio volontario. Siamo sicuri che sia la strada giusta?
I sei imputati per il rogo alla ThyssenKrupp di Torino sono stati tutti rinviati a giudizio. E va bene. Perchè il 6 dicembre del 2007 furono in sette a morire. Sette operai, arsi vivi.
L’amministratore delegato, Harald Espenhahn, dovrà rispondere, per il Giudice dell’Udienza Preliminare, Francesco Gianfrotta, di omicidio volontario con dolo eventuale. Il gup ha accolto tutte le tesi sostenute dall’accusa, rappresentata dai pm Raffaele Guariniello, Laura Longo e Francesca Traverso.

Precari, appuntamento a Roma

Appuntamento a Roma, cari ragazzi. Marcia sull’Urbe. Un’altra, però. SCIOPERO E ASSEMBLEA NAZIONALE DEI PRECARI.
Domani, VENERDÌ 19 SETTEMBRE 2008, Assemblea a Roma, presso il Centro Congressi Cavour, Via Cavour 50/A (stazione Termini) ore 9.30 – 14.00.
Recita il Comunicato Stampa di annuncio della faccenda: COMUNICATO STAMPA. Il Governo Berlusconi, approvando il DPEF, il DDL fiscale e convertendo in legge il d.l. 112, ha provveduto al blocco delle stabilizzazioni di oltre 200.000 precari della Pubblica Amministrazione e all’introduzione di norme anti-precari che nel settore privato precludono ogni speranza di trasformazione a tempo indeterminato per centinaia di migliaia di lavoratori

Precariato

Poi la smetto, giuro, con questa deriva post-adolescenziale. Ma è troppo pregnante per ignorarla. Poi la smetto con questa lamentela continua, e con questa monotematicità.
Sono molto amareggiata. Ieri c’era Crozza, nella sua consueta fantastica copertina a Ballarò. Che a D’Alema faceva notare: meno male, vi siete incazzati. Ma l’opposizione si fa quando siete MOLTO MOLTO incazzati, no? Per questa legislatura è andata così, lasciamo andare, ma nel 2013 vedrai che casino combiniamo nei primi 100 giorni…

Piccola storia ignobile, nella Redazione Che Non C’è

A parte che rivedere Sandra Milo ha sempre il suo perchè… Ma che piccola storia ignobile, mi tocca raccontare. Vivo la vita di ogni giorno, ho accanto delle persone. Che con me lavorano e con me, da troppo tempo ormai, vivono e condividono La Condizione.
C’è un ragazzo che lavora in una piccola Redazione Che Non C’è. Una redazione che non esiste, perchè all’indirizzo indicato non troverete nessuno. La Redazione Che Non C’é.
Wendy, dalla Redazione Che Non C’è, è esasperata. Peter Pan continua a sorridere. E’ molto delicato raccontare questa piccola storia ignobile senza scadere nello zuccheroso. Non è zuccherosa, è negramara. Peter Pan ha 22 anni, non viene pagato da sessanta giorni, prende – se e quando- 500 euro al mese, passa tutte le sue giornate in casa, attaccato ad un pc, nella Redazione Che Non C’è, dalle 9 di mattina alle… troppo spesso 10 di sera. E continua a sorridere.

Io bloggo da sola

L’altro giorno, mio papà è tornato a casa con un paio di fogli stampati da Internet. Con questo. Mi infila i fogli sotto al naso senza dire nulla e va via – a procacciare del cibo data l’imminente ora di pranzo.
Comincio a leggere. Mi viene un brivido, mi vergogno, arrossisco, inizio a emettere suoni. Inizio a pensare tra me e me “Oh mamma ma questa sono io, come ha fatto papà a trovare il blog???“. Perchè sono sempre stata inspiegabilmente timida con i miei, genitori splendidi. E allora mi sono sempre vergognata se qualcuno di così vicino potesse leggere un mio sfogo altrimenti pubblico. Pubblico, ma non per il privato. Sono schizofrenie moderne, credo.

Legge 626 del 19 settembre 1994. Ovvero: “la 626”

Lavorato mai per un’agenzia di lavoro, da interinale? Mai avuto quest’esperienza topica e formativa? Bene. E’ stata l’unica esperienza di 626 della sottoscritta.
T’attaccano un pippone esistenziale di una giornata intera sulla suddetta. Per poi, magicamente, scoprire dal giorno dopo, dal momento di inizio del lavoro vero e proprio, da quando si inizia a conoscere e percepire il proprio ambiente di attività, che… La teoria è sempre una bella fiaba.
Si trattava, in quel caso, di un call center. Customer service o che dir si voglia di una delle oligopoliste del mercato della telefonia mobile italico.

Precari, ovvero: la sorpresa dell’estate

Ci sono molte cose, sotto al naso beato (‘nsomma) e vacanziero (???) degli italiani versione Summer 2008. Lo diceva Guzzanti nel 2001 e dove eravamo? Lunedì, nelle strade, arriveranno i soldati, con funzione di ordine pubblico. Lunedì, in tanti saranno in vacanza.
La sporca faccenda dei precari. Invero, molto sporca faccenda.
E’ cambiata? L’hanno modificata? Sarà – insieme alla questione dell’assegno sociale – meglio di quanto paventato? Non lo sapremo mai. Mai veramente.