Sulla TAV la Francia mette l’altolà. Per Di Maio referendum possibile

Foto: Ap/LaPresse

Il momento di schiarite sulla TAV è cominciato, con un botta è risposta tra Ministero delle Infrastrutture, Francia, e Regione Piemonte. Per la Francia, la TAV si deve fare, per i 5 stelle no, mentre per Chiamparino serve un referendum.

Il tavolo

Il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino dice che sere un referendum e il ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro, Luigi Di Maio, apre a questa possibilità, a La7.
“Gli stanziamenti sono una cosa ma il tema è che il cantiere non va avanti, non autorizzerò mai un’opera che si faccia con poliziotti in assetto antisommossa e fili spinati”. Questa la presa di posizione di Di Maio, che ribadisce come i 5Stelle non siano dei noTav a priori. Il problema, secondo il ministro, è che l’opera è tecnicamente obsoleta.

“Il punto è la Torino – Lione che dovrebbe portare le merci da Torino a Lione. Questo tunnel è stato progettato 30 anni fa, oggi ci sono nuove tecnologie, c’è la stampa in 3D”.

Ma dalla Francia dicono che ormai “Abbiamo ormai superato il punto di non ritorno”. A parlare è l’ingegner Yves Sarrand, direttore generale del dipartimento della Savoia. Si tratta di uno degli uomini Tav più importanti, al di là delle Alpi.

“La discussione se realizzare l’opera appartiene da tempo al passato. La Torino-Lione non è un progetto, è un cantiere che sta procedendo. Stiamo lavorando e le frese scavano”.

“La discussione in Francia riguarda solo il tracciato da Lione all’imbocco della galleria e i tempi di realizzazione. Nessuno si sogna di discutere il tunnel di base che si sta scavando”.
La Francia dunque, forse adeguerà la linea attuale solo nel futuro, quando il traffico commerciale sarà aumentato.

Caos maltempo? Non in Finlandia

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La notizia è del Corriere della Sera, e fa riflettere. E’ vero che mezza Europa è in ginocchio causa l’ondata – che ancora continua – di maltempo. E’ vero che anche l’Eurotunnel è saltato, che il caos è all’ordine del giorno. E che non si può dire che solo l’Italia stia facendo una figura barbina di questi tempi. E’ vero che Mauro Moretti, amministratore delegato Fs, sottolinea che il ritardo è meglio del blocco completo. E che mentre ci sono stati, in queste giornate, paesi completamente paralizzati, l’Italia ferroviaria si è mossa – pur con estrema lentezza.

E’ vero tutto, ma la domanda – a questo punto in chiave europea e non solo italiana, anche se la sintesi del Belpaese è sempre “originale” – è semplice e già posta da molti. Soprattutto da coloro che in questo caos sono rimasti impigliati per archi di tempo oscillanti tra una manciata di minuti e una schiacciante manciata di ore. La domanda è: possibile che ci si trovi così impreparati, e che il freddo sia un evento così inimmaginabile e imprevedibile? In Finlandia, dove la neve certo non manca, i treni sono in ritardo al massimo di 5 minuti per tre giorni all’anno.

Milano, la mappa dei lavori estivi

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Da oggi è on-line sul portale www.comune.milano.it la mappa interattiva dei cantieri estivi con il programma dei lavori di manutenzione stradale e delle opere che hanno maggiore impatto sulla viabilità cittadina. Un’informazione utile per chi rimane in città in questa calda estate, ma anche per tutti i cittadini che vogliono avere il polso di quello che si sta realizzando nel capoluogo lombardo. La mappa consente di consultare i luoghi interessati dai lavori sia nella modalità ‘carta stradale’ che in quella ‘satellitare’.

Un modo per scoprire anche tipologia e tempi di esecuzione dei lavori in corso. Un’operazione di trasparenza nei confronti dei cittadini che funzionerà anche da stimolo per tutti al rispetto dei tempi previsti, dicono dal Comune.

Crisi? E gli italiani usano i mezzi pubblici

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Un’Italia in movimento, che non si è fermata nel 2008 nonostante la crisi economica. E’ quanto mettono in mostra i dati dell’Osservatorio “Audimob” di Isfort nel 6° Rapporto sulla mobilità urbana presentato oggi a Napoli dall’associazione che riunisce le aziende del trasporto pubblico locale, ASSTRA.

La ricerca documenta una dinamica di crescita della mobilità urbana in continua espansione anche nell’anno 2008, in totale controtendenza con la recessione che investe l’economia. In un giorno medio feriale del 2008 il numero di spostamenti complessivi effettuati dalla popolazione italiana (14-80 anni) ha raggiunto i 128 milioni, il valore più alto dal 2000; rispetto al 2007 la crescita è stata pari a +3,6%; per quanto riguarda le scelte modali effettuate dagli Italiani. Il 2008 è stato un anno per certi versi “straordinario” molto positivo per il mercato del trasporto pubblico urbano, come lo era stato il 2007.

I treni della speranza

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Un breve racconto di cronaca, che mi è stato narrato. Storie di ordinaria follia, e soprattutto spiccatamente italiane. Il figliolo è venuto in quel di Roma da quel di Milano per il lungo weekend testè trascorso. Il figliolo narrante è giovane, e poco prevenuto. Ma di fronte a quanto accaduto, neppure la prevenzione avrebbe potuto molto. Niente di che, ma molto di edificante.

Milano Centrale, notte di giovedì 30 aprile. Il figliolo decide la partenza all’ultimo. Non ha il biglietto (e infatti non si lamenterà per quanto accaduto dopo). Decide di partire con un amico, che invece il biglietto ce l’ha. L’ha acquistato due giorni prima, e non ha trovato la prenotazione (naturalmente). Neanche lui, proprio per questo si lamenterà.

Il lavoro mobilita l’uomo (Alitalia inside)

Mobilità. Secondo il dizionario della lingua italiana De Mauro: comunemente, natura o proprietà di ciò che è mobile; possibilità di spostarsi o di essere spostato. Tecnicamente parlando, in tema di mercato del lavoro si definisce mobilità quel complesso di procedure per la tutela dell’occupazione, attivate in seguito all’interruzione del rapporto di lavoro tra l’impresa e i lavoratori in esubero, comprendenti l’istituzione di speciali liste di collocamento, l’attribuzione ai lavoratori di un’indennità, l’adozione di favorevoli misure finanziarie per le imprese ovvero in casi previsti dalla legge nel rapporto di lavoro alle dipendenze di amministrazioni pubbliche.
Come nel caso di Alitalia, di cui il Ministero del Tesoro è socio al 49%.
Possibilità di essere spostato, dicevamo. possibilità che sembra farsi sempre più concreta con il passare delle ore e la trattativa in fase di stallo. O meglio, ai limiti della rottura. E adesso che succede?

Alitalia. A volte decollano, altre no

Il video è di giugno 2008. E oggi ritorna. A volte ritornano, a volte decollano. Altre affondano. Torna il tormentone. Altrimenti non sarebbe tale, no?

Il Governo Berlusconi sta mantenendo le sue promesse elettorali

dicono dalla maggioranza. Naturalmente. Critica la minoranza, invece:

E’ una farsa