Libia, preso il bunker di Gheddafi. Il rais: “Sono a Tripoli, combatterò fino alla fine”

Dopo due giorni di assedio, i ribelli libici hanno alla fine espugnato il bunker di Gheddafi a Bab al Aziya, bombardato anche dagli aerei Nato, ma non vi sarebbe traccia nè di Gheddafi, che pure vi si nascondeva fino a pochi giorni fa, nè dei suoi figli. Prima di riuscire a penetrare nella fortezza, gli insorti hanno combattuto aspramente per tutto il pomeriggio contro le forze del regime che presidiavano il bunker.
Nel tardo pomeriggio, poi, è stato sfondato un cancello e abbattutti alcuni metri delle mura esterne, e, pian piano, anche i combattenti lealisti hanno cominciato a opporre meno resistenza. I ribelli hanno quindi perlustrato la residenza di Gheddafi stanza per stanza, ma non hanno trovato traccia del Colonnello. Gli insorti avrebbero anche decapitato una statua del rais all’ingresso della fortezza. I primi giornalisti entrati nel bunker hanno riferito della presenza di numerosi cadaveri, forse soldati di Gheddafi, e molti feriti.
Il presidente del Consiglio Nazionale di Transizione di Bengasi Mustafà Abdel Jalil ha però ammonito: “E’ prematuro dire che la guerra a Tripoli è finita“, mentre in molte zone, come quella dell’aereoporto di Tripoli, proseguirebbero i combattimenti.
Gheddafi, intanto, si sarebbe fatto vivo ieri con un suo amico, il campione di scacchi russo Kirsan Ilymunzhinov, al quale avrebbe detto al telefono: “Sono a Tripoli, sto bene e non ho nessuna intenzione di lasciare la Libia”. Nella notte, invece, avrebbe parlato ad una radio locale, minacciando: “Morte o vittoria contro l’aggressore“, e spiegando: “la ritirata da Bab Al-Azizya è stata una mossa tattica. Ormai il compound era stato raso al suolo da 64 attacchi aerei della Nato”.

Libia, i ribelli conquistano Tripoli. Mistero su Gheddafi

Si avvicina forse in Libia la caduta definitiva del regime del colonnello Muhammar Gheddafi. La capitale Tripoli sarebbe infatti ormai quasi interamente nelle mani dei ribelli, dopo l’offensiva lanciata da domenica. Rimarrebbe però il mistero su dove si trovi attualmente il rais, mentre tre suoi figli, Mohammad, Saif Islam e Saadi, sono stati arrestati, anche se Mohammad sarebbe poi riuscito a scappare grazie ai combattenti lealisti. Domenica sera, in un messaggio audio alla televisione di Stato, Gheddafi aveva detto: “Non mi arrenderò mai e non me andrò”, e minacciato inoltre: “Temo che Tripoli brucerà”.
Adesso vi sarebbero diverse ipotesi su dove possa essere il Colonnello: nei labirinti sotterranei della sua cittadella fortificata, nell’Ambasciata del Venezuela, o in fuga verso il deserto del sud libico. Per il Pentagono, comunque, ancora non avrebbe lasciato il Paese.
Nella capitale, intanto, gli scontri violentissimi tra ribelli e fedelissimi o mercenari di Gheddafi avrebbero causato anche tre vittime, tra le quali due bambini di 5-6 anni colpiti mentre sventolavano con il padre la bandiera dei ribelli.
Ormai, comunque, quasi tutta la città sarebbe in mano agli insorti, ai quali si sarebbero arresi anche la Guardia repubblicana di Gheddafi e due o tre dei suoi figli. I ribelli sarebbero entrati in città tra sabato e domenica, sia da est, dopo aver preso la base aerea di Mitiga,sia da ovest e da sud. 

Gheddafi, mandato di cattura emesso dall’Aia

Foto: Ap/LaPresse

Nella giornata di ieri, il tribunale dell’Aia ha emesso il mandato ufficiale di cattura per il rais Gheddafi, da giorni, ormai, colpito dalle accuse da parte di diverse nazioni che ormai stanno bombardando la Libia senza sosta. Oggi sono arrivate le prime dichiarazioni da parte del rais e del suo governo.

Dure le dichiarazioni del governo di Tripoli, il quale definisce il mandato emesso dalla Corte penale internazionale dell’Aia come “una copertura” per permettere alla Nato di poter uccidere senza problemi Gheddafi, inoltre, aggiungono che nella loro terra non riconoscono la giurisdizione dell’Aia.

Gheddafi: “Resterò a Tripoli vivo o morto”. Si intensificano i raid sulla Libia

Foto: Ap/LaPresse

Il leader libico Muhammar Gheddafi è tornato a farsi sentire, questa volta con un messaggio audio trasmesso dalla televisione di stato: “Resterò a Tripoli, vivo o morto” ha dichiarato il rais, aggiungendo: “Non abbiamo paura. Siamo più forti dei vostri missili”. Il colonnello ha anche esortato i suoi fedelissimi a radunarsi attorno alla caserma di Bab Aziziya, il suo quartiere generale preso di mira dai raid della coalizione, per “dimostrare il coraggio del popolo libico”. Gheddafi si è scagliato anche contro i ribelli di Bengasi, definindoli “bande armate”, e affermando: “Le tribù libiche faranno la rivolta contro le bande armate e noi resisteremo”.
Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, da parte sua, ha fatto invece sapere che gli attacchi contro il rais si intensificheranno finchè questi non lascerà il potere.
Proseguono, intanto, i bombardamenti sulla capitale libica, che oggi sarebbero continuati anche dopo il messaggio televisivo di Gheddafi. Si son viste levarsi alte colonne di fumo anche dalla zona intorno alla residenza del raìs, e la televisione di Stato libica ha poi confermato che i raid Nato avrebbero colpito nei pressi della residenza di Gheddafi; secondo alcune testimonianze, sarebbe stata colpita la caserma della guardia civile, di fronte al complesso del leader libico, provocando anche alcune vittime.

Raid Nato a Tripoli, affondate 8 navi di Gheddafi

Foto: Ap/LaPresse

Nuovi raid della Nato questa notte a Tripoli. Questa volta sono state colpite otto navi del rais Gheddafi. La Nato informa di aver colpito le città di  Tripoli, Homs e Sierte. Il vice comandante della missione, spiega:

Tutti gli obiettivi della Nato sono di natura militare e direttamente legati ai sistematici attacchi del regime contro i civili – ed aggiunge – e in considerazione dell’escalation nell’uso della forza navale, non abbiamo avuto altra scelta che agire con decisione per proteggere la popolazione civile della libia e le forze marittime dell’Alleanza

Libia: Bossi si scaglia contro Berlusconi

Foto: Ap/LaPresse

“L’ulteriore impegno dell’Italia in Libia costituisce il naturale sviluppo della scelta compiuta dall’Italia a marzo, secondo la linea fissata nel Consiglio supremo di difesa da me presieduto e quindi confortata da ampio consenso in Parlamento” è la dichiarazione di Napolitano di ieri, riguardo la notizia che l’Italia entrerà in guerra contro la Libia partecipando con dei bombardamenti aerei, decisione presa da Silvio Berlusconi, dopo un colloquio telefonico con Barack Obama nella serata del 25 Aprile.

La Lega è il partito che si sta opponendo in maniera dura contro questa decisione. “Porteremo il nostro no in Consiglio dei ministri” ha annunciato il ministro Calderoli. Calderoli aggiunge anche, che “non è dicendo sempre di sì che si acquisisce peso internazionale. Siamo diventati una colonia francese”.

Libia, il comando va alla Nato. 40 morti per i raid a Tripoli

 

Secondo quanto riferito da fonti diplomatiche, la Nato avrebbe assunto da oggi alle 8 il comando di tutte le operazioni militari in Libia, subentrando alla coalizione multinazionale in campo dal 19 marzo. Così, la missione “Odissea all’ Alba” ha preso il nome di “Unified protector”, protezione unificata.
Questa notte, gli aerei della coalizione internazionale hanno sorvolato Tripoli, dove, secondo quanto riferito dal vicario apostolico della città, monsignor Martinelli, ci sarebbero stati 40 morti. Il vescovo ha spiegato: “Se è vero che i bombardamenti sembrano alquanto mirati, è pur vero che colpendo obiettivi militari, che si trovano in mezzo a quartieri civili, si coinvolge anche la popolazione.” La Nato avrebbe comunque aperto un’ inchiesta sulle vittime civili.
Gheddafi
avrebbe nuovamente fatto una dichiarazione contro la “crociata” anti-islamica dell’ Occidente, promettendo resistenza “fino alla fine”, mentre le forze a lui fedeli attaccavano nuovamente la città di Misurata, già presa dai ribelli anche se sotto assedio da 4o giorni, dove ci sarebbero stati venti morti. Il capo di Stato maggiore Usa, Mike Mullen, ha riferito che nella guerra sarebbero state neutralizzate quasi un quarto delle forze di Gheddafi, anche se comunque il regime, dal punto di vista militare, avrebbe ancora consistenti capacità. Secondo una stima accreditata, invece, sarebbero mille finora i morti dall’ inizio della guerra.

Libia, vertice senza l’ Italia. Napolitano: “Bisognava agire”

Si è tenuto stasera, a partire dalle 19.15 circa, un incontro in videoconferenza  fra il presidente francese Nicolas Sarkozy, quello americano Barack Obama, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il premier britannico David Cameron, per decidere le sorti della Libia. Domani è previsto un vertice a Londra.
L’ Italia
, invece, non ha partecipato alla videoconferenza. Il ministro degli Esteri Franco Frattini ha cercato di sminuire l’ importanza dell’ incontro di stasera, affermando che “Non si sta decidendo niente e l’ Italia non soffre affatto di sindrome da esclusione”. Frattini ha poi parlato del vertice di domani, dicendo: “Nostro dovere istituzionale è eliminare le distanze, trovare una soluzione condivisa non solo tra i quattro più grandi paesi europei, ma tra tutti” gli alleati. E ha aggiunto: “Qualunque strategia politica divisiva sarebbe destinata a fallire, ma le idee italiane, francesi e tedesche dovranno tutte confluire in un piano che, domani a Londra, potremo elaborare per dare una risposta”.
La posizione francese sembra rimanere la più intransigente, e oggi sembra affiancarsi ad essa quella inglese: in una nota congiunta, il presidente francese Nicolas Sarkozy e il premier britannico David Cameron hanno infatti ribadito che Gheddafi se ne deve andare “immediatamente”, e la transizione va affidata al Comitato Nazionale di Transizione.