Gomorra, condannati i Casalesi



Ergastoli. Confermati. La prima sezione della Corte di Assise di Appello di Napoli ha confermato le 16 condanne all’ergastolo per i boss del clan dei Casalesi. Il processo “Spartacus” ha dato la sua sentenza. Francesco Schiavone, detto Sandokan, Francesco Bidognetti, Michele Zagaria e Antonio Iovine, Giuseppe Caterino, Mario Caterino (latitante), Cipriano D’Alessandro, Giuseppe Diana (latitante in primo grado condannato a nove anni), Enrico Martinelli, Sebastiano Panaro, Giuseppe Russo, Francesco Schiavone, detto ‘Cicciariello’, Walter Schiavone, Luigi Venosa, Vincenzo Zagaria e Alfredo Zara.


Nozze Gay: Un sogno divenuto realtà

Dalla giornata di ieri in quel della California sarà possibile convolare a nozze tra persone appartenenti allo stesso sesso. Un grande segno di apertura, dovuto anche ad una sentenza della Corte Superma, che ha permesso di definire il matrimonio come “unione di due persone” e non di “un uomo e una donna”.

I dati raccolti da alcuni sondaggisti a stelle e strisce dicono che almeno la metà delle coppie omosessuali residenti in California, sarebbe pronto a sposarsi immediatamente. Sicuramente non supereranno Del Martin e Phyllips Lyon, rispettivamente 87 e 83 anni, attiviste storiche del movimento gay-lesbo.

Nozze che per il momento si possono svolgere legalmente (quindi con unione riconosciuta dallo stato) solo in California e Massachussets.

Un grande segno di apertura da parte dello stato della California, ma secondo voi E’giusto aprire la possibilità alle coppie gay di sposarsi? Non sarebbe meglio un altro tipo di unione?

Il blocco delle strade: la moda del momento

Una volta si scendeva in piazza senza grandi media che ti supportavano nella dura lotta a far sentire la propria voce. Quando i potenti non fingevano di fare i sordi, lo facevano e basta.

Oggi anche la minima manifestazione è divenuta uno spettacolo. I cortei organizzati, anche i più piccoli con poche persone al seguito, sono sempre seguiti da almeno una telecamera che da risalto alla notizia, a volte “spettacolarizzandola” più del dovuto.

Vista la spettacolarizzazione anche le proteste si sono dovute adeguare. Così dopo le mucche portate dalla Coldiretti direttamente davanti al governo, è arrivata la moda di protestare con camion e affini per rallentare il traffico di tutti i giorni, ultimo caso in Spagna e Francia nemmeno tanti giorni fa.

A questo punto non mi resta che chiedervi: Secondo voi è giusto bloccare le strade e intralciare chi lavora per fare sentire la propria voce?

Brown e Bush si cercano sull’Iraq

Sia Washington che Londra hanno cercato di depistare la cosa, asserendo che non esista un accordo predeterminato tra i due paesi su una possibile strategia futura. Il fatto però che questa cosa sia uscita, di per sé, già fa pensare il contrario.

Tutto questo mentre un’affermazione sibillina di George W.Bush fa pensare e riflettere sulle morti sul campo di battaglia. Per molti maggiormente onorevoli di altre, perchè dovuto all’orgoglio nazionale.

La situazione irachena e la giustificazione delle morti amiche si ritrovano in una frase di Bush:

“Provo dolore personale per le vittime in Iraq sia che si tratti di alleati o civili innocenti. Bisogna sottolineare che la popolazione irachena ha sofferto in un contesto più ampio. Le truppe americane non hanno “intenzionalmente ucciso persone innocenti”, ma soprattutto che un gran numero è stato ucciso da Saddam Hussein.”

Secondo voi: E’ possibile giustificare in questo modo una guerra?

Il mondo ha scelto: Vogliamo Obama!

Il titolo è chiaro ed è il risultato di un sondaggio che è stato svolto, a cavallo tra marzo e aprile, in 24 nazioni di tutti i continenti. Le domande vertevano sui sentimenti che, il candidato, provava nei confronti degli Stati Uniti.

E’cosa nota a molti infatti che negli ultimi 10 anni, con la salita al governo di George W. Bush, il sentimento di anti-americanismo si sia espanso su tutto il pianeta.

Il sondaggio non ha fatto che confermare questo sentimento con però un biriciolo di speranza nel cuore dei vari candidati, i quali nutrono serie speranze che con l’avvento di Barack Obama vi possa essere quel cambiamento importante soprattutto nella politica estera.

Il mondo ha quindi deciso: Vogliamo Obama! E voi invece cosa decidereste: Barack Obama o John McCain?

L’Irlanda dice NO

Niente da fare. Lo scenario sembrerebbe essere ormai delineato. Il cielo d’Irlanda dice no all’Europa.

Perchè gli operai irlandesi vogliono ancora andare in paradiso

Hanno proprio detto no. Aprendo, ora, un problemuccio.

Il Trattato di Lisbona alla prova irlandese

Nella giornata di ieri il popolo irlandese si è recato alle urne per votare il referendum che, in caso di vittoria del si, permetterebbe la ratifica del Trattato di Lisbona, “figlio” della vecchia costituzione europea “uccisa” da Francia e Olanda.

Sul fronte del “si” l’ottimismo sembra pervadere, nonostante il fronte opposto abbia dato dura battaglia, soprattutto negli ultimi giorni di voto, segnalando il fatto che nonostante vi possano essere vantaggi economici dalla ratifica per l’Irlanda, troppi poteri verrebbero decentrati a Bruxelles.

Per chiunque volesse tenersi aggiornato durante tutto il giorno, riguardo i dati dello scrutinio, che partirà alle 9 (10 italiane), potete trovare ogni informazione su: Referendum Trattato di Lisbona.

Noi in Italia non dobbiamo votare il trattato, ma se doveste scegliere come gli irlandesi votereste SI oppure NO?

Meno alberi per l’Africa. Più benzina per tutti

Il caro-petrolio è un argomento di cui tutta l’Europa è afflitta. Piaga dovuta soprattutto al fatto che l’estrazione di greggio avviene lontano dai paesi compratori, ma anche a causa di una speculazione politica attuata dai petrolieri.

Una serie di circostanze che stanno spingendo molte società energetiche a trovare delle alternative valide. Tra queste anche l’Eni che, il 19 maggio scorso, ha firmato con il governo del Congo un accordo per l’estrazione di petrolio da cave di sabbia e roccia.

Questo processo di estrazione, decisamente più costoso di quello convenzionale, sembra tuttavia essere il futuro dell’estrazione petrolifera. E’ quindi questa la nuova frontiera energetica.

Una tipologia di estrazione che sembra essere, a detta di Greenpeace, dannosa per l’ambiente perchè porterà ad un incremento ulteriore della deforestazione africana, ma soprattutto a sconvolgimenti territoriali non indifferenti.

Vale la pena spendere 10 centisimi in meno di benzina al litro distruggendo però il nostro amato pianeta?

Bush sta arrivando



Salve, Mr. President! Addio, Mr. President. Roma, per 48 ore sarà, eufemisticamente, blindata. Con tanto di ceecchini sui tetti. Arriva Mr. President. Il dispiegamento di forze – è la sua ultima visita in Europa da uomo più potente, e più impopolare, del mondo?


Migliaia di uomini delle forze dell’ordine mobilitate: 10 mila tra poliziotti, carabinieri e agenti dell’antiterrorismo. La Capitale? Interdetta per intere zone. ”Coni d’ombra” per i telefonini. Ma la cosa più divertente è il dispiegamento persino dell’AMA, azienda netturbina e non solo di Roma, in prima linea e pronta a cancellare tutto quello che di anti-Bush comparirà – è già succeesso – sui muri comunicativi dell’Urbe.


Gli autotrasportatori bloccano la Spagna

Riprendo uno degli argomenti che particolarmente mi ha colpito durante la rassegna stampa internazionale di politicalive che ho preparato questa notte, ovvero il caro-benzina. Il prezzo del carburante in tutta Europa sta mettendo in ginocchio i professionisti del settore dei trasporti, dicasi camionisti, pescatori e così via.

Se in Italia sono i pescatori a decidere di lasciare le barche attraccate al porto, in Spagna si è optato per uno sciopero che gli italiani ricordano poco volentieri, ovvero il blocco degli autotrasportatori.

Il blocco, che vede il suo punto caldo in prossimità della frontiera franco-iberica de La Junquera vicino a Gerona, sta portando gli scioperanti a paralizzare il paese al fine di accelerare la soluzione del dialogo tra i rappresentanti degli autotrasportatori e il governo.

Una soluzione che rischia di portare alle tipiche situazioni di agitazione nazionale. Già da questa notte le pompe di benzina vedono lunghe code per i rifornimenti. Secondo voi è giusto attivare questo genere di manifestazioni al fine di fare sentire la propria voce?

Il Papa accoglie l’Italia

Parlare del Papa che accoglie l’Italia fa sempre un po’specie, più che altro perchè il suo piccolo stato, il Vaticano, si ritaglia qualche metro quadrato all’interno dell’Urbe. Eppure l’incontro di stamattina tra Benedetto XVI e Silvio Berlusconi ha portato, a mio parere, molti aspetti positivi.

L’incontro della durata di 40 minuti circa all’interno della biblioteca del pontefice, ha visto diversi argomenti trattati. Discussioni che trattavano i temi a cui oggi il nostro paese è più sensibile e dove, nei giorni scorsi, spesso si è ritrovato opposta la Chiesa, come ad esempio su argomenti come clandestinità e immigrazione.

Per costituzionalità il nostro paese è laico, ma il fascino e il potere che le parole del Papa lasciano, soprattutto a questo governo di centro (in fondo non gloriamo tutti il Veltrusconismo?), portano a una specie di influenza “cattolica”.

Influenza che si denota anche dalle parole del premier che ha spiegato:

L’attività del governo non può che compiacere il Papa e la sua Chiesa.

Speriamo che possa compiacergli anche la nuova normativa sulla clandestinità.

Mahmoud il solitario

E’bastato un quarto d’ora al presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad per attirare a se le polemiche di questo vertice FAO. Le sue parole, taglienti come lame, hanno colpito tutti gli argomenti scottanti nella realtà iraniana.

Israele, Stati Uniti e naturalmente crisi alimentare sono stati gli argomenti sostenuti dal presidente, senza mezzi termini e sempre spavaldo, sicuro, forte e stoico. Anche quando più che un discorso sembra trattarsi di minacce.

Un quarto d’ora che gli ha permesso di conquistare zero, e ripeto zero, applausi e solo una veloce stretta di mano, obbligata, dal direttore generale della FAO, Jacques Diouf.

Ma d’altronde che reazione si poteva aspettare chi afferma che Israele ha i giorni contati? Forse dovrebbe ritenersi fortunato di non essersi beccato nessun fischio; anche se fuori circa 350 manifestanti ebrei avrebbero voluto incontrarlo. Per applaudirlo?

Hanno fame. E adesso che si FAO?

Prende il via oggi a Roma il vertice internazionale della FAO, l’organizzazione delle Nazioni Unite incaricata di supervisionare sui problemi della fame nel mondo e affini.

Al convegno parteciperanno numerose autorità internazionali che si ritroveranno a parlare di una delle situazioni più critiche mai viste. Tra le presenze più discusse quelle del presidente iraniano Ahmadinejad, o il presiednte dello Zimbabwe Mugabe, accusato di aver messo in ginocchio il proprio paese con il problema della fame.

Non solo critiche nei confronti di ogni singolo paese per questo o quel problema. I problemi sono anche in seno all’organizzazione FAO e questo convegno ha anche la necessità e il dovere di dover rimediare a una situazione di spreco che sta colpendo l’organizzazione stessa.

Un convegno che non porta solo ed esclusivamente le proteste dei capi di stato ma anche di tutti coloro, semplici cittadini, che si ritroveranno a voler manifestare il proprio pensiero ad alta voce. Nei pressi del Palazzo della FAO infatti campeggia un lungo striscione che dice “Stop al business della fame”. Uno striscione al quale non posso che essere d’accordo.

Auguri Repubblica

Era il 1946. La guerra era da poco finita è un paese completamente allo sbando si ritrovò a decidere se era più giusto continuare sulla strada che già era stata intrapresa, la monarchia, o cambiare il tipo di governo e passare alla Repubblica.

Allora fu il primo scandalo politico. Chi diceva che vi furono brogli, chi diceva che invece il referendum fu regolare. Nonostante tutto fu la vittoria della Repubblica Italiana. E fu la sconfitta dei Savoia che se ne dovettero andare dal bel paese, per poi ritornarvici solo molti anni dopo.

Negli ultimi anni, specie con la necessità di ritrovare un orgoglio nazionale ormai perduto in molti cittadini, se non in qualche sporadica competizione calcistica, la festa della Repubblica ha trovato un nuovo vigore e un nuovo spirito.

Uno spirito che deve essere quello che guida la nostra vita di tutti i giorni. Da cittadini orgogliosi di vivere in Italia, di essere italiani e di poter dire orgogliosi nel mondo che il bel paese è la mia nazione di origine. Auguri Repubblica, auguri Italia.