Cannoli per tutti. Chez Cuffaro


Cannoli


Si direbbe il vero vincitore dell’Italia di questi giorni. Come essere un uomo condannato a 5 anni ed essere felice. Mio fratello si dimette da Governatore, parola di Silvio Cuffaro, fratello del più famoso Totò, Presidente della Regione e sindaco di Raffadali.


E poi, la frase magica: Prima si dimette poi festeggeremo con i cannoli. Mio fratello è molto sereno, adesso potrà occuparsi della sua famiglia. That’s the way it is. Standing ovation e applausi da parte degli assessori della sua giunta e dei deputati del centrodestra: Totò ha convocato l’assemblea regionale per una comunicazione urgente.

Forse le dimissioni, dunque. Ma Resta al tuo posto gli hanno implorato i rappresentanti della Cdl. Il Presidente della Regione, condannato nei giorni scorsi a 5 anni di reclusione e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici per favoreggiamento, ha deciso. Pensare che aveva detto che sarebbe rimasto.


Quindi, mentre Prodi è caduto in Senato – e tra i voti contrari c’era anche un senatore siciliano – la Sicilia era scossa dal teatrino del Governatore affaire. Non so se sia più corretto assecondare la giusta protesta che sta montando o se restare, non sono stato rispettato come cittadino ma violentato, a partire dalla storia dei cannoli, ha dichiarato ieri.


Al posto di Cuffaro – ha detto il presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Gianfranco Miccichèio mi dimetterei, perche’ amo la Sicilia, l’Italia e la Costituzione, non è accettabilel’atteggiamento di superficialità con cui è stata letta la sentenza da parte di chi rappresenta tutti noi. Sui giornali stranieri è venuta fuori l’immagine di una Sicilia poco evoluta. Sarebbe stato utile lanciare da subito segnali di cambiamento.


Data l’interdizione dai pubblici poteri, parte della sentenza dei giorni scorsi, la questione dimissioni non è, esattamente, solo una scelta di Cuffaro. La Dda di Palermo ha inoltrato al commissario dello Stato la richiesta sospensione dalla carica di presidente della Regione per il suddetto: legge 55 del 1990. Il provvedimento provvede al alla Presidenza del Consiglio. Che… ah, giusto, al momento non c’è.


La Procura di Palermo, comunque, è soddisfatta: E’ stato un processo difficile. Superare il confine dell’art. 7 del Cpp, cioè l’aggravante mafiosa, sapevamo che sarebbe stato ostico. Il tutto complicato dall’esplosione del caso Mastella. Non dimentichiamo che era alla sbarra un presidente di Regione. Non dimentichiamo le condanne per tutti gli imputati, tranne uno.


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