Bossi e Fini: mediazione fallita. Berlusconi a Seul: “Sono in difficoltà” – FOTO

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Finisce con un nulla di fatto l’atteso incontro tra Umberto Bossi e Gianfranco Fini, che avrebbe dovuto portare a un chiarimento sul futuro della maggioranza. Fini, infatti, ha ribadito al leader leghista le cose dette domenica a Perugia nel corso del convegno di Fli:  azzerare tutto, nuovo programma, nuova maggioranza e nuovo governo.

Il leader della Lega avrebbe  ribattuto che, anche in caso di nuovo governo, la premiership di Silvio Berlusconi non sarebbe in discussione. E proprio su questo punto si sarebbe arenata la mediazione di Bossi.
Il vertice è durato circa un’ ora.

Il leader del Carroccio, accompagnato dai ministri Roberto Maroni e Roberto Calderoli, parlando con i cronisti al termine dell’ incontro, continuava a mostrarsi abbastanza ottimista: “C’ è ancora spazio per la trattativa e non andare incontro a una crisi al buio”.

Da parte sua, Fini ha dichiarato di aspettare “una risposta formale da Silvio Berlusconi” a quanto già affermato domenica e ha aggiunto: “Ritirerò la delegazione di Fli al governo se la risposta sarà negativa”.

I due leader hanno successivamente riunito gli Stati maggiori dei rispettivi schieramenti, Fli e la Lega. Per il vicecapogruppo di Futuro e Libertà Conte, “non si è risolto nulla”, mentre Dalla Vedova ha affermato: “Se Berlusconi al ritorno dal G20 di Seul non dovesse dire nulla, sarebbero conseguenziali le dimissioni dei nostri ministri”.

Da Seul, intanto, è lo stesso presidente del Consiglio ad ammettere: “In questo momento, nel mio paese,  ho qualche difficoltà”.

Dall’opposizione: per il segretario del Partito Democratico, Pier Luigi Bersani, l’incontro di oggi tra Bossi e Fini “sposta di ben poco la situazione”, poichè ormai “c’ è una crisi conclamata”, e “tutti quelli che lo negano o traccheggiano fanno un danno a questo paese.  Al ritorno da Seul il presidente del Consiglio dovrebbe prendere qualche decisione”. E se Berlusconi ha ammesso di avere “qualche difficoltà”, questo, per Bersani, è un giudizio “largamente arrotondato per difetto”, anche se “da chi promette un miracolo al giorno, è già uno sforzo che va riconosciuto”.

Già ieri sera, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, su indicazione del premier,  avrebbe tentato di convincere Fini a risolvere la situazione con una cosiddetta “crisi pilotata”: passaggio rapido al Quirinale e rinnovo della compagine di governo. Ma il presidente della Camera avrebbe opposto un secco rifiuto a questa proposta: “Io non posso fare tutto questo per due ministeri in più”.

Fini, insomma, mirerebbe a una “svolta” che passa necessariamente per un “passo indietro del Cavaliere”. Il premier? “Lui non ha alcuna intenzione di ritirarsi. Su questo nessuna trattativa è possibile” spiegava Letta a Fini.

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