Berlusconi: “Fiducia o elezioni”. Napolitano: “Ci vuole responsabilità”

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Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha ribadito oggi la sua intenzione di andare alle urne se il 14 dicembre non verrà data la fiducia al governo da parte delle Camere. Ieri, con l’ incontro tra il capo dello Stato Napolitano e i presidenti delle Camere, Fini e Schifani, veniva fissato il calendario istituzionale, con le prossime tappe cruciali per il governo: dopo l’ esame della manovra finanziaria, che si concluderà il 10 dicembre, il 13 il premier si recherà la mattina in Senato, e il pomeriggio alla Camera, mentre il 14, prima a Palazzo Madama, poi a Montecitorio, si terrà il voto di fiducia.

La priorità verrà dunque data alla legge finanziaria, e Napolitano, durante la cerimonia di oggi, al Quirinale, per la consegna dei riconoscimenti ai cavalieri del lavoro, si dichiara per questo “soddisfatto per il senso di responsabilità dimostrato ieri da parte di tutte le forze politiche”, aggiungendo che” avremo bisogno di altri segni di questo senso di responsabilità nei tempi a venire”. Il presidente della Repubblica si dice anche preoccupato per le “turbolenze finanziarie, che persistono, che investono l’ eurozona”, e ammonisce:” abbiamo il dovere di fare fronte al costo del debito pubblico”, che definisce “pesantissimo”. Inoltre, si compilmenta con le parti sociali per aver “concordato un documento propositivo”, mettendo così in pratica quello ” spirito di condivisione” da lui richiesto.

Il presidente del Consiglio Berlusconi, dal canto suo, oggi esclude che si possa arrivare ad un Berlusconi-bis, poichè, spiega, “serve un governo solido, non possiamo contare su chi non garantisce il massimo  di lealtà al programma votato dagli elettori”.

Ma, anche se il premier si mostra certo di ottenere la fiducia in entrambe le Camere, a Montecitorio, in realtà, la maggioranza rischia, e potrebbe essere necessario, per il Pdl, “affidarsi” a deputati finiani disposti a rientrare nella maggioranza per”salvare” il governo. Sarebbero i coordinatori La Russa e Verdini, assieme al sottosegretario Daniela Santanchè, ad occuparsi di “recuperare” i fuoriusciti dal partito. In proposito, la Santanchè, dopo aver precisato che non si tratta di unacompravendita di parlamentari”, ha spiegato:”Sono esponenti di Futuro e Libertà che avrebbero promosso una riunione al loro interno per dire che mai voteranno la sfiducia al governo Berlusconi”.

L’ ipotesi di ricorso ad elezioni anticipate, comunque, resta in piedi, e non verrebbe preclusa neanche se venisse confermata la fiducia. Bossi, replicando a chi gli chiedeva del futuro delle norme sul federalismo, ha infatti detto:”duriamo fino al 27 marzo”, data che anche per il ministro La Russa sarebbe la più plausibile in caso di elezioni.

Il 14 dicembre sarebbe una data cruciale, per il premier, anche perchè è preisto per quel giorno il verdetto della Corte costituzionale sul legittimo impedimento per i processi in corso che lo riguardano. Si pensa quindi ad un eventuale rinvio, più che altro per consentire agli avvocati di Berlusconi, Ghedini e Longo, che sono  anche parlamentari, di partecipare alle sedute.

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