Berlusconi a Bersani: “Solita politica politicante, il Governo non cade”

Ancora querelle politica, anche se stavolta la nuova sensazione è che le elezioni anticipate sembrano scongiurate. L’accordo tra Silvio Berlusconi e Umberto Bossi, infatti, è quello di non andare al voto ma proseguire con l’attuale maggioranza (non c’è spazio per l’UdC) e nella condivisione sottoscritta dei cinque fatidici punti attorno ai quali il PdL e Futuro e Libertà sembrano voler convergere. Nel contempo, il rilancio di Pier Luigi Bersani, segretario Pd, è quello di ricreare l’esperienza dell’allora Ulivo per mandare a casa il Premier.

Assist che Berlusconi ha immediatamente colto per rimarcare la gozzoviglia di idee e partiti nei quali il centro-sinistra ha perso la propria identità: “Estate di vecchia politica, l’opposizione vuole solo ammucchiate“: è la frecciata rivolta all’opposizione nel corso di un messaggio inoltrato ai Promotori della Libertà, nel quale il Cavaliere conferma la tenuta – stabile – del Governo.

Prosegue Berlusconi: “Le aule parlamentari sono vuote, i colloqui telefonici si infittiscono tra una spiaggia e una montagna, le chiacchiere prevalgono sui fatti: tutto questo spiega come questa estate 2010 passerà alla storia per il ritorno alla vecchia politica del teatrino e appunto delle chiacchere. Un virus che ha contagiato soltanto chi dalla politica politicante veniva, non certo me e il mio governo. Si può cogliere la fotografia di due situazioni contrapposte: da un lato, il governo del fare; dall’altro, i politici di professione e i loro giornalisti di riferimento, che discutono tra loro di ammucchiate fuori dal tempo. Come si può pensare, nell’anno di grazia 2010, a resuscitare alleanze dal collante incerto, dai programmi ancora più incerti, dalle prospettive addirittura incertissime? Grazie al nostro ingresso in campo, gli elettori si sono abituati a una chiarezza semplificativa che non potrà mai più essere abbandonata. Chi vota per il PdL sa in anticipo quale sarà il premier per cui indica la preferenza, quale sarà l’alleanza delle forze che costituiranno il governo e soprattutto quale sarà il programma, dall’inizio alla fine della legislatura“.

La contrapposizione è la stessa di sempre e neppure stavolta Berlusconi perde l’occasione di evidenziarla: il politico di professione percepito come un “veleno” dal quale fare attenzione, gli inciuci di Palazzo che hanno quale obiettivo la “presa del potere”, la sensazione che – dall’altra parte – vi sia carenza di idee. E invece il centro destra – seppure nella conflittualità che si conosce – nonostante tutto continua a garantire stabilità:

I cinque punti che il Popolo della Libertà e il governo intendono portare con priorità in settembre dinnanzi alle due camere, confermando il programma approvato dagli elettori e sono la continuazione concreta di una politica fondata sui fatti. Su quei punti e per quei punti sono stati eletti tutti i rappresentanti del PdL, che su quei punti e per quei punti saranno chiamati a impegnarsi per portare a termine una legislatura fruttuosa e feconda di risultati positivi. Sono sicuro che questo debba avvenire e avverrà. Tutto il resto sono soltanto chiacchiere, chiacchiere e basta“.

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